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Cantina De Sanctis

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Amici di Albertowinelover, il mio giro per le Cantine mi porta a Frascati nella zona dei Castelli romani.

Il video della Cantina De Sanctis

Frascati è un rinomato Comune appena fuori Roma, sulle pendici di un antichissimo vulcano dormiente oggi chiamato Colli Albani, in posizione dominante rispetto a Roma. Siamo a circa 300 m. s.l.m. e come detto per le altre Cantine della zona, quì troviamo un equilibrio perfetto tra condizioni climatiche piuttosto miti e il terreno di natura vulcanica che conferisce ai vini quella mineralità e corpo tali, che se si fossero conosciute prima, questa zona sarebbe una delle più famose del mondo.

Infatti ci troviamo nella zona dei Colli Albani e più precisamente nella zona dell’antico Vulcano Laziale la cui attività è iniziata circa 600.000 anni fa ed è proseguita fino a circa 355.000 anni fa. Cito un estratto da un articolo pubblicato sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: “Le eruzioni principali del Vulcano Laziale sono state di natura ignimbritica (vale a dire emissioni di colate piroclastiche con grande velocità di avanzamento) che, nell’insieme, coprono una superficie di 1.600 km2“.

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Vista dal satellite

A sinistra la città di Roma (in grigio) dove si nota chiaramente il fiume Tevere, e a destra è evidente il grande vulcano con l’enorme cratere, di cui i due fori sono attualmente il Lago di Castel Gandolfo e di Nemi che sono soltanto due bocche dell’antico cratere che ancora si può vedere grazie alle immagini satellitari. Evidenti le colate laviche che giungono fin quasi al mare (sud/sud-ovest), dove ancora oggi nei pressi di Anzio, esattamente il luogo si chiama Tor Caldara, è possibile vedere acqua calda, ferro e zolfo che affiorano dalla roccia proprio in prossimità della spiaggia. Verso nord fino alla zona delle terme di Tivoli e a est dove le colate hanno ragiunto i luoghi dove ora troviamo Cori, Segni, Paliano e Olevano Romano. In particolare la parte a ovest/nord-ovest dove oggi troviamo frascati, l’attività lavica ha formato una depressione dove si formò l’antico Lago Regillo che era situato tra Monte Porzio Catone e Finocchio, esattamente dove si trova ora l’Azienda De Sanctis.

In parole povere, significa che queste colate laviche si sono estese per una vasta superficie lasciando un’enorme quantità di materiale lavico, che fa di questi luoghi magnifici l’eldorado del vino. Gli antichi romani qui hanno iniziato a produrre vino e man mano che conquistavano il mondo a loro conosciuto, portavano con se barbatelle o ne scoprivano di nuove e le coltivavano.

Gli abitanti dei Castelli Romani invece, non ne hanno compreso il vero valore e dal dopo guerra, vista la grande richiesta di vino da parte dei ristoratori romani hanno prodotto tanto vino da vendere sfuso che avrebbe accontentato la sete di un popolo che reduce da una guerra, sentiva il bisogno di spensieratezza, ma con ridotte possibilità economiche. Questa richiesta è stata soddisfatta e così si è arrivati alla fine degli anni ’80 quando la consapevolezza di questo grande potenziale ha fatto breccia nelle coscienze nei vignaioli laziali.

Notizie certe sulle origini di produttori di vino della famiglia De Sanctis, risalgono al 1816 come riportato sul logo dell’Azienda. La famiglia De Sanctis possedeva molti ettari vitati nella zona dove ora sorge il polo universitario Roma 3 di Tor Vergata. Infatti alla fine degli anni ’70 dello scorso secolo ormai, vennero espropriati oltre 60 ettari lasciando la famiglia nello sconforto più totale.

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Luigi De Sanctis

Quando incontro un vero vignaiolo, di quelli che l’hanno vissuta da piccoli e ci sono cresciuti, ho sempre un grande rispetto. E’ un uomo a cui basta dare uno sguardo al cielo e capire come sarà la giornata, perchè di esperienza ne ha tanta e porta avanti il suo lavoro con passione e determinazione.

Ama definirsi un “vignaiolo indipendente” e infatti è Consigliere Nazionale della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, e ne va orgoglioso, perchè forse non tutti conoscono la differenza tra un vignaiolo indipendente e un imbottigliatore. Indipendente significa coltivare la propria uva e con essa fare il proprio vino, curando personalmente il prodotto finale.

Molte famiglie di Frascati, vedendo i loro terreni espropriati, cambiano attività. Ma non Luigi De Sanctis! Lui è un uomo caparbio che non si dà per vinto. Con non pochi sacrifici acquista i terreni su cui sorge ora la sua azienda di famiglia e ricomincia da zero, barbatella dopo barbatella fino ad arrivare alla attuale superficie vitata a Malvasia Puntinata

“Io non coltivo la vigna, io allevo la vigna perchè essa è parte della mia famiglia, la sento che fa parte di me”.

Queste le parole di Luigi che fanno riflettere sull’importanza del lavoro del vignaiolo, colui che quando il mal tempo imperversa, non dorme preoccupato per i danni che l’uva potrebbe subire. Questi valori e la passione per la vigna Luigi li ha trasmessi a suo figlio Francesco che si è laureato in enologia e oggi conduce abilmente la cantina di famiglia.

E’ Francesco infatti a mostrarmi la parte produttiva della Cantina De Sanctis insieme a Giulia, studentessa enologa che sta facendo pratica e che grazie alla sua grande creatività, riesce a dare più brio alla attività di famiglia.

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Francesco De Sanctis

Francesco è l’enologo e quindi è colui che ha il compito di riportare in bottiglia, nel migliore dei modi e seguendo una coltivazione biologica, il lavoro fatto in vigna.

Alberto wine lover

Donatella Cinelli Colombini

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Donatella Cinelli Colombini

Il Brunello al femminile si chiama Prime Donne

30 gennaio 2021 Intervista a Donatella Cinelli Colombini.

Non perdetevi il video su YouTube perchè ne vale veramente la pena.

Ho avuto il grande onore di poter intervistare Donatella Cinelli Colombini, una donna Straordinaria!

Donatella lo è veramente straordinaria, nell’intervista cito solo alcune delle cose che ha fatto, ma potrete sentire dalla sua voce che nessuno le ha mai regalato niente e tutto quello che ha conquistato, lo ha fatto con grande determinazione. È una donna autorevole, nel senso che quando parla sa bene cosa dice. Ha molta esperienza e soprattutto una grande conoscenza, che le hanno consentito di conseguire dei traguardi che hanno permesso, non solo a lei, ma a molte aziende del vino, di godere di benefici ottenuti grazie alle sue idee rivoluzionarie. Ha dimostrato con determinazione e con la forza di una leonessa, che in un mondo come quello del vino, un mondo prettamente maschile, le donne sono in grado di fare le stesse cose e anche meglio.

Nel 1993 fonda il Movimento Turismo del Vino, iniziando dalla Toscana in cui per la prima volta riuscì a riunire 100 cantine con lo scopo di promuovere il turismo in cantina. Negli anni a seguire, il movimento si è evoluto in ogni regione.

Fondatrice del Casato Prime Donne, una azienda che produce Brunello di Montalcino, il cui organico è composto da sole donne e infatti è il primo caso in cui un vino rosso da lungo invecchiamento, viene seguito dalla raccolta dell’uva all’imbottigliamento, da una squadra di donne espertissime provenienti da diverse nazioni. Il Brunello Prime Donne è una selezione di 6000 bottiglie e viene prodotto soltanto nelle annate migliori. Infatti ha ottimi rating a livello internazionale guadagnandosi numerosi premi.

Brunello Prime Donne

Nel 1998 Donatella Cinelli Colombini crea una nuova azienda, di 376 ettari, chiamandola con il suo nome e riunendo, sotto un unico brand, il Casato a Montalcino e la Fattoria del Colle a Trequanda.

Nel 2003, a coronamento dei numerosi sacrifici fatti, arriva uno dei tantissimi riconoscimenti, ma il primo importante: OSCAR MIGLIOR PRODUTTORE AIS BIBENDA.

Inoltre, nello stesso anno pubblica il Manuale del Turismo del vino.

Nel 2007, Donatella pubblica il libro Marketing del Turismo del Vino.

Dal 2001 al 2011 è Assessore al Turismo al Comune di Siena dove inaugura il Trecking Urbano. “Le nostre città, i centri storici, sono musei all’aria aperta e bisogna vederli camminando, che fa bene alla salute e permette di vedere i tesori italiani con calma”.

Nel 2012 riceve il premio Internazionale al Vinitaly.

Nel 2013 viene eletta Presidente del vino della Val D’Orcia.

Nel 2014 le viene consegnata l’onoreficienza di Cavaliere della Repubblica dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nel 2016 è eletta Presidente della Associazione Nazionale delle Donne del Vino, che è la più grande Associazione del Mondo composta da produttrici, enotecarie, sommelier, giornaliste, esperte ecc.

Non bastano queste poche righe per dare il giusto tributo a una grande persona che ha fatto molto per l’enologia Italiana e per le Donne del Vino.

Grazie Donatella!

Alberto Wine Lover

MALEDETTI WINE INFLUENCERS

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CHI SONO QUESTI INFLUENCER?

Prendo spunto dal commento del giornalista Franco Ziliani a un mio post di Instagram.

Mi sento onorato che un giornalista dello stampo di Franco Ziliani mi abbia scritto, mi considero un privilegiato. Ziliani, vedendo una mia immagine in cui promuovo la mia nuova rubrica, “La bottiglia della Settimana”, mi scrive: cosa non s’inventano questi cosiddetti “wine influencer”..mah.. .

Dal punto di vista di chi ha fatto della comunicazione sul vino, una professione seria, questo commento è più che appropriato.  

Effettivamente…chi sono questi wine-blogger/influencer?

Per esperienza personale posso parlare di quello che vedo quotidianamente sul web, vi assicuro se ne vedono veramente di tutto e di più!  

Ritornando al Sig. Ziliani, ultimamente reduce da una diatriba che lo ha visto protagonista di diversi scambi di opinioni con una influencer con la quale, diciamolo, non è stato per nulla elegante,  ciò ha scatenato le ire del popolo femminile accusandolo di cyber bullismo e altre accuse varie. Sono situazioni spiacevoli e vorrei non entrare nel merito perché si rischia di camminare su un terreno minato, dove qualsiasi cosa si dice, può essere travisata. Sicuramente una persona con una lunga carriera professionale poteva risparmiarsi certi commenti.

Torniamo a questi “cosiddetti” wine influencer. E’ talmente vasto questo settore che in gran parte è composto sia da semplici appassionati, che postano una foto con la bottiglia e il bicchiere accanto o a volte neanche quello. Ci sono poi alcuni che si fanno il selfie con la bottiglia, e qui si apre un mondo!

Se si tratta di un lui, solitamente è il classico “figo” che mostra il fisico, o in luoghi esclusivi. Se si tratta di una lei, ovviamente molto bella, è fotografata mostrando le sue prosperità accanto alla bottiglia, dove spesso non si capisce se il soggetto da osservare è la bottiglia o la donna, tanto è bella. De gustibus not est disputandum…ma chi è il soggetto da guardare e ammirare?

Le descrizioni dei vini, in genere sono approssimative oppure sono copiate e incollate dai siti delle aziende produttrici o da altri siti. Nonostante ciò, questi “fighi”, sia maschietti che femminucce, attirano a sé molti (veramente molti) followers.

Poi ci sono un sacco di ragazzi e ragazze che hanno iniziato un percorso da Sommelier e ai quali piace mostrare i vini che provano, dando un contributo personale, frutto dei loro studi. In questo caso parliamo di persone che hanno una competenza. Anche enologi ed enologhe si possono trovare sui social, tutto ciò a dimostrazione che gli influencer non sono solo persone con poca conoscenza di enologia non sono tutti uguali ma c’è una moltitudine di figure, più o meno competenti.

Di questa moltitudine appunto c’è chi fa semplicemente una foto, chi fa anche una storia con effetti ammiccanti di vario genere o chi invece scrive anche articoli, come il sottoscritto.

C’è chi come me che ama andare nelle aziende e vedere di persona il metodo di produzione di quel vino specifico. Camminare tra le vigne, parlare con il produttore della sua storia, del suo territorio e dei suoi vigneti. Studiare e aggiornarsi continuamente, dotarsi di attrezzature costose per fare i servizi e tutto ciò che serve per parlare in modo dettagliato di tutto il lavoro che c’è dietro una bottiglia di vino. Partecipare agli eventi e quasi sempre, qualsiasi cosa si faccia, vi assicuro che la spesa non è indifferente.

A me sinceramente non piace criticare nessuno perché il web e i social sono una dimensione su cui ognuno si può esprimere come vuole, l’importante è farlo sempre rispettando le persone. Se una donna è bella e vuole far vedere le sue bellezze per attirare più followers, fa bene a farlo e nessuno dovrebbe criticarla perché la libertà di espressione è sacrosanta e, sempre nel limite del rispetto altrui, si può esercitare in qualsiasi modo.

A questo punto entrano in gioco anche le aziende, che a causa dell’emergenza virale COVID-19, hanno visto diminuire drasticamente il consumo di vino da parte del settore alberghiero e della ristorazione, vedendo al contempo aumentare il consumo individuale. Questo fenomeno ha favorito l’aumento a livelli esponenziali di persone che postano foto con le bottiglie di vino.

Le aziende che producono vino dovrebbero saper discernere tra chi è un blogger serio e chi meno, e se è il caso di mettere il Loro Marchio, il Loro Nome a disposizione di chi fa post solo per avere tanti followers oppure no, anche se molto spesso, tanti followers non è sempre sinonimo di competenza e professionalità. Quello che fa la differenza nella comunicazione sono i contenuti. Le aziende devono avere la capacità di riconoscere chi ha alle spalle un cammino che lo ha portato a fare di questa passione un discorso serio per la promozione del vino di qualità.

Per tornare a Ziliani quindi ritengo che non si può parlare genericamente di wine influencers additando tutti come accalappiatori di likes.

Dal mio punto di vista, come sopra detto, ho fatto del vino una passione che è iniziata nel 2009 quando ho deciso di fare il corso di sommelier, senza però dare seguito alla professione poiché già lavoravo in un altro settore. In questi anni, in occasione dei miei viaggi, sia di piacere sia di lavoro, ho sempre abbinato le mie destinazioni alle cantine, andando a toccare con mano il lavoro dei vignaioli. Questa passione si è tramutata nel desiderio di trasmettere al mondo dei social, le esperienze che faccio in cantina. Quindi, nonostante mi trovi in disaccordo con le sue idee, ringrazio il Dott. Ziliani per avermi dato lo spunto per poter parlare di questa attività che è molto poliedrica e che deve essere presa per quello che è. Il mondo cambia e con esso cambiano i modi di comunicare. Sta a noi essere in grado di saperci adeguare al cambiamento, purchè esso sia positivo.

Chiara Giannotti

Chiara Giannotti

Forse dirò un’eresia, ma si può definire la Chiara Ferragni del Vino.

Ormai un punto di riferimento della comunicazione del vino a livello nazionale.

Quando ho avuto il piacere di incontrarla sono rimasto di stucco, non mi sembrava vero!

E’ una grande professionista e forse ci sono poche persone come lei che possono definirsi comunicatori del vino.

E poi devo essere sincero, le donne hanno sempre una marcia in più, sanno vedere lontano e la loro grazia e gentilezza, se uniti alla competenza, non hanno rivali.

Mi spiace per i signori giornalisti che sparlano a sproposito sul fare bene delle donne…arrendetevi!

Alberto wine lover

Gianluca Mirizzi

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Il Re del Verdicchio

Castel de Paolis

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Il mio viaggio attraverso le cantine dei Castelli Romani mi porta a Grottaferrata.

Grottaferrata, piccolo comune vicino Roma. Su una collina circondata da ettari di splendidi vigneti baciati dal sole di trova la Cantina Castel de Paolis. È una delle cantine dei Castelli Romani, alla quale è riconosciuto di aver iniziato una produzione di vino di qualità anche se la loro storia non è antica, anzi piuttosto recente. Siamo alla metà degli anni ’80 quando Giulio Santarelli, all’epoca Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura e Foreste ed il Professor Attilio Scienza, allora Direttore Generale dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige in Provincia di Trento si decidono di dare corso ad una organica e razionale gestione della tenuta “Castel de Paolis” e di realizzare così il loro progetto:produrre grandi vini. La prima vendemmia risale al recente 1993, anno in cui effettivamente ha inizio l’avventura di Castel de Paolis.

Il territorio dei Castelli Romani, e in particolare Grottaferrata, è uno dei più vocati del Lazio e forse anche d’Italia. I terreni di natura vulcanica, la vicinanza al mare e il clima particolarmente mite, fanno di questa zona un terroir unico. Dopotutto questa è la zona del Frascati DOC che comprende appunto l’omonimo territorio di Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone.

È maggio 2020 quando alla fine del “Lock Down” dovuto alla emergenza Covid-19, decido di intraprendere la nuova avventura come Wine Blogger. Il mio viaggio inizia proprio da questa prestigiosa Cantina dove ero già stato nel 2011 insieme al mio Maestro Sommelier Marco Romagnoli, e in quell’occasione ebbi l’opportunità di conoscere Giulio Santarelli, grande figura carismatica. Oggi, con il figlio Fabrizio ho avuto modo di vedere di nuovo i vigneti e di degustare i loro vini.

Parliamo ora dei vigneti. Probabilmente pochi di voi sapranno che Castel de Paolis annovera tra i suoi vini anche una muffa nobile, ma andiamo con ordine.

Qui possiamo trovare tutte le varietà locali più pregiate come la Malvasia del Lazio o Puntinata, il Bellone o Cacchione, Il Trebbiano Giallo a cui si aggiungono il Vermentino, la Passerina, il Moscato Giallo, l’Incrocio Manzoni per i bianchi. Per le uve a bacca nera troviamo il Cesanese del Piglio e d’Affile, il Montepulciano d’Abruzzo e il Sangiovese, mentre per i vitigni importati possiamo trovare il Viognier, il Semillon, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Roussanne per i bianchi e Syrah, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Merlot, Grenache, Tempranillo, Alicante per i rossi. Viene anche impiantata la varietà Moscato Rosa che da vita a un vino che è un vero e proprio elisir.

Castel de Paolis produce indubbiamente vini di eccellente qualità. Li possiamo trovare nelle migliori enoteche, nei migliori ristoranti e …anche all’estero, sono esportati infatti in vari paesi del mondo.

I più famosi partendo dai bianchi, il Frascati DOC e Frascati Superiore DOCG, Donna Adriana IGT Lazio Bianco. Per i rossi, Campo Vecchio IGT Rosso, e il pluripremiato I Quattro Mori anch’esso IGT Lazio Rosso oltre poi ai vini dolci e da meditazione: il Rosathea Moscato rosa 100%, il famoso Cannellino e …dulcis in fundo…Muffa Nobile, uno straordinario muffato vinificato con uve Semmillon 70%, Sauvignon Blanc 20% e Moscato Giallo 10%. Nulla da invidiare ai famosi muffati della famosa regione francese.

http://www.casteldepaolis.com/i-vini/

Alberto wine lover

Vini Montecappone – Mirizzi

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Amici di albertowinelover, il mio giro per le cantine mi porta nella Regione Marche, esattamente a Jesi. Ecco a voi, sua Maestà il Verdicchio!

Prima di parlare dei vini di Montecappone e Mirizzi, non si può fare a meno di fare un breve cenno sul vitigno più importante della Regione Marche, il Verdicchio. In particolare parleremo del Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Jesi è un comune della provincia di Ancona con poco più di 39.000 abitanti. In questo territorio il vitigno predominante è sua maestà il Verdicchio. È un vitigno autoctono delle Marche molto antico le cui prime testimonianze scritte sul verdicchio risalgono al XVI secolo. Esso deve molto all’azienda Fazi Battaglia, che sin dal 1954 lo commercializza nella classica bottiglia ad anfora, creata in quell’anno da Antonio Maiocchi, che lo ha reso famoso in tutta Italia e nel mondo. La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi  si trova nella provincia di Ancona. Il vino che si ottiene dal Verdicchio ha un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Delicati profumi di frutta bianca, floreali, tipico sentore mandorlato al finale con una spiccata freschezza ma non solo. Ha un grande pregio, è un vitigno che può essere lavorato a 360 gradi proprio grazie alla particolare acidità che lo contraddistingue facendo ottenere così vini di ottima qualità sia fermi che mossi o con vendemmia tardiva. I terreni sono generalmente limoso-argillosi e calcarei, poveri di sostanza organica ma sufficientemente provvisti di potassio, l’ideale per consentire all’uva di sviluppare aromi di particolare finezza; la buona esposizione e le fresche brezze marine, che garantiscono forti escursioni termiche tra la notte e il giorno, consentono agli acini di sviluppare la giusta acidità. Interessante da notare è che il disciplinare prevede le seguenti classificazioni: Verdicchio dei Castelli di Jesi “Classico”, Verdicchio dei Castelli di Jesi “Superiore” (ambedue D.O.C.) mentre per essere denominati D.O.C.G. la denominazione deve essere Verdicchio dei Castelli di Jesi “Riserva”.

Grappolo di Verdicchio

Parliamo ora di Montecappone.

Montecappone è una azienda nata negli anni ’60 ed è stata completamente rilevata nel 1997 dalla famiglia Mirizzi – Bomprezzi, già proprietari della omonima Enoteca Bomprezzi in via Tuscolana a Roma.

Gianluca Mirizzi è il pioniere che decide di trasferirsi a Jesi con la famiglia e di dare vita a una nuova realtà enologica, frutto della sua filosofia incentrata sulla valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni. Infatti la continua profusione di energie, in termine di investimenti e innovazione, fanno di Gianluca una persona determinata a esaltare le qualità di questo fantastico territorio e soprattutto del vitigno autoctono di cui va estremamente fiero. Inoltre Gianluca ha finanziato anche alcuni studi sul verdicchio che gli hanno permesso di avere un prodotto di nicchia per veri intenditori del vino.

Hanno iniziato un processo di rinnovamento completo di tutti i vigneti e ampliato la cantina. Attualmente posseggono 40 ettari sulle colline di Jesi che guardano verso il Conero, oltre a 6 ettari in affitto e 17 ettari di oliveti. Da queste vigne coltivate in maggioranza a verdicchio escono le tre linee, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Tabano, il Verdicchio Superiore Federico II con circa due anni di invecchiamento e il Verdicchio Riserva Utopia con tre anni di invecchiamento.

I vini rossi da uve Montepulciano sono il Tabano Rosso e Utopia Rosso.

Nel 2015 Gianluca Mirizzi decide di ampliare la sua produzione dotandosi di ulteriori 6 ettari vitati e 3 ettari di oliveto nel comune di Monte Roberto (AN). A queste vigne decide di dare il nome della sua famiglia, Mirizzi, e anche lo stemma della nuova linea sarà quello araldico di famiglia. Qui inizia una nuova produzione con maggiore qualità e poichè le vigne si trovano su un pendio scosceso con una pendenza dal 30 al 45%, la coltivazione si può definire “eroica”. Da non dimenticare inoltre che i vini Mirizzi sono da agricoltura biologica. Da questi è importante menzionare il Metodo Classico Millesimè, il Verdicchio Classico Cogito, il Verdicchio Superiore Ergo e il Verdicchio Riserva Ergo Sum.

Il successo della famiglia Mirizzi, oltre che per la loro spiccata propensione all’eccellenza, è dovuto alla collaborazione con una persona di rilievo di cui non si può non fare menzione, il grande enologo Lorenzo Landi che ha dato un’impronta di carattere e di grande personalità, decisiva per i loro vini. Grazie a questa squadra che sia Montecappone che Mirizzi, hanno iniziato ad inanellare una serie di riconoscimenti degni di nota e uno dopo l’altro sono arrivati molti premi che ne riconoscono la qualità.

Gianluca Mirizzi

Quando ho chiesto a Gianluca Mirizzi di poter fare visita alla sua azienda è stato da subito entusiasta e mi ha invitato. Mi ha accolto e mi ha mostrato l’azienda, la cantina e i vigneti. Quando chiedo a Gianluca di parlarmi di innovazione nella vinificazione lui mi risponde subito che l’innovazione ci può anche essere purchè non vada ad alterare le qualità del vitigno quando esso viene trasformato in vino.

Il Verdicchio è un vitigno longevo, in particolare la tipologia superiore e riserva dove può essere invecchiato con grandi capacità evolutive nel tempo. Proprio queste sono le caratteristiche dei vini Montecappone e Mirizzi, longevità e corpo.

Durante la visita in cantina ho avuto modo di vedere le grandi vasche in cemento e i tini di acciaio dove mi hanno spillato il primo fiore ovvero il primo risultato del vino appena spremuto che viene tenuto a temperatura costante e privo di ossigeno, al quale ancora non sono stati aggiunti solfiti. Poi la barricaia e tutta la cantina con i macchinari per le lavorazioni dei grappoli. Invece il lavoro di imbottigliamento ed etichettatura vengono affidati ad una ditta che porta le attrezzature sul posto.

Dopo la cantina, siamo usciti all’aperto dove uno splendido sole esaltava i colori delle colline ricoperte da vigneti, un vero piacere per gli occhi. Ovviamente fin’ora ho parlato di Verdicchio ma non è l’unico vitigno, tutti questi ettari sono vitati anche con altri vitigni come il Montepulciano, il Sauvignon e il Moscato.

Tra le cose che faccio, la visita in cantina è quella che amo di più in assoluto perche vivo in prima persona la passione del vignaiolo. Infatti Gianluca è riuscito a trasmettere le sue emozioni e la passione che mette in quello che fa. La cosa che mi ha colpito è stata vedere che tratta i grappoli d’uva come se fossero suoi figli e questo è veramente bello. Il vino è cultura, è valorizzazione e rispetto della natura e del territorio e tutto questo si tramuta in grande amore per la vita.

Alberto wine lover

Enoteca Trimani

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Trimani
https://youtu.be/tbmvg2GVZlc

Era da tanto che sognavo di poter fare un servizio per l’enoteca Trimani. L’Enoteca per eccellenza, la più antica e famosa di Roma.

Grazie sempre al mio maestro Marco Romagnoli, ho avuto l’opportunità di conoscere l’associazione delle Donne del Vino.La prima Donna del Vino che ho conosciuto è stata Floriana Risuglia,Vice Delegata della Associazione, da li in poi, piano piano, ho iniziato a conoscere le altre gentildonne tra cui… Carla Trimani.

Ebbene si! Proprio lei…

Qualche giorno fa mi sono fatto coraggio e l’ho contattata chiedendole se potevo farle una intervista in enoteca. Inizialmente non mi ha risposto; dopo che ci siamo incontrati all’ Hotel Hassler, in occasione del pranzo di Natale con le Donne del Vino, finalmente mi ha concesso di andare in enoteca a farle visita.

Diciamo che il periodo natalizio non è il massimo per accogliere un piccolo blogger come me, ma nonostante avesse l’enoteca piena di persone intente a fare acquisti, lei è riuscita a dedicarmi più di un’ora del suo tempo e vi assicuro che in quella situazione avrei immaginato 10minuti.

Abbiamo trovato subito un ottimo feeling. Dapprima mi ha mostrato l’enoteca con la parte storica e quella nuova (guardate il video che ho postato su youtube), che per chi è appassionato è una vera e propria cattedrale del vino. Si respira ancora l’atmosfera della antica vineria: il legno degli scaffali, il bancone, ancora quello originale, i blocchi di marmo di Carrara consumati dal passaggio di 200 anni di bottiglie. Alle spalle del bancone è appesa la nota prezzi in lire, realizzata da un laboratorio di Via Giulia con uno specchio fatto con lamina d’oro. Ma la cosa più di ogni altra per cui vale la pena fare visita alla enoteca Trimani, è la fontana di marmo. Bella, maestosa, imponente con i suoi oltre due secoli di storia, utilizzata per la mescita del vino sfuso fino al 1990. Nei corridoi, le bottiglie sono tutte collocate con un perfetto ordine, suddivise in vini rossi, bianchi, rosati, spumanti, champagne, amari e distillati a loro volta suddivisi in grappe, rum, whisky gin tequila, vermuth ecc.

Alla fine del giro in enoteca, Carla mi mostra il Trimani Wine Bar su Via Cernaia, appena girato l’angolo di Via Goito ,. Un posto molto accogliente e dall’atmosfera raffinata, con un bel banco fornitissimo di bottiglie di tutti i generi. Proprio a conferma che la qualità non si improvvisa, neanche nei piccoli dettagli, nei ripiani del winebar spiccano gli eleganti bicchieri Zalto.

Il barman ci serve due bollicine e iniziamo a conversare. Carla è una donna piena di energia e dotata di un grandissimo carisma. Conosce tante di quelle cose che io mi sento come una spugna, pronto a imparare da lei notizie e fatti e sui personaggi noti legati al vino. E’ stata una bellissima conversazione dove il tempo sembrava si fosse fermato. Mi ha raccontato molte cose interessanti e ho scoperto che è una persona con una grande ricchezza interiore ma umile nello stesso tempo, non si vanta mai della sua posizione e del suo sapere. Mi sono sentito sempre a mio agio con lei e quando ci siamo dovuti salutare ho sentito in me la soddisfazione che si avverte quando conosci una persona che ha tanto da darti e che non vedi l’ora di rivederla di nuovo per imparare qualcosa dell’immenso sapere che custodisce.

Sono veramente grato di aver fatto la sua conoscenza.Tornerò a trovarla in momenti più tranquilli per scrivere ancora sulla storica Enoteca Trimani e sul Winebar: posto ideale dove incontrarsi e abbinare ottimi cibi ricercati a vini proposti sulla carta dei vini, allo stesso prezzo dell’enoteca. Un’idea incredibile e vincente. Non resta che andarli a trovare…A proposito, una notizia importante…nel 2021 ricorreranno due eventi molto significativi: i 30 anni del Wine Bar e poi…… un altro evento ancora più importante, e io sarò lì per documentarlo.

Eredi dei Papi 2…il ritorno

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Dopo aver fatto visita alla Cantina Eredi dei Papi, sono rimasto colpito dai loro vini e in particolare da Albagìa. Alla prima occasione utile mi incontro con Floriana Risuglia, che oltre ad essere la Vice Delegata della Associazione Nazionale delle Donne del Vino – Delegazione Lazio, è anche un importante Avvocato in campo enologico, oltre ad avere importanti incarichi nello stesso settore.

Le spiego della mia visita e della opportunità che Chiara Iacoponi potrebbe diventare una Donna del Vino e le chiedo di fare una visita insieme alla Cantina. Lei accetta e insieme a lei viene un suo carissimo amico che è anche una persona molto importante e influente nel mondo del vino, il Conte Gelasio Gaetani Lovatelli D’Aragona. Quando ho saputo che sarebbe venuto ho provato una profonda emozione e anche timore per cosa avrebbe potuto pensare del mio suggerimento.

Floriana è una donna solare, dinamica e molto determinata, per l’occasione mi ha presentato il Conte Gelasio che ho trovato una persona magnificamente affabile e soprattutto un vero galantuomo.

Spero di meritare la fiducia di persone così belle! ❤️

Detto ciò ci ritroviamo al Casale della Famiglia Iacoponi e Lorenzo e Chiara ci mostrano tutta la cantina. A iniziare dalle vigne, alla cantina vera e propria per poi andare nella sala dove sono esposti i vini che ci hanno fatto degustare. Dal Fuori Onda, un metodo classico rosato, ai bianchi e poi i rossi. Abbiamo ascoltato Lorenzo e siamo rimasti impressionati di quanto impegno sta mettendo nel fare i suoi vini e il rapporto che c’è tra la sua giovane età e la qualità dei vini che stavamo assaggiando.

Non facevamo altro che sorseggiare e scambiarci sguardi di stupore e anche di sorpresa. Il Conte Gelasio è rimasto molto ben impressionato, spendendo parole lusinghiere sui due fratelli e queste belle parole, pronunciate da lui che è un mostro sacro del mondo del vino, danno sicuramente un grande valore e una benedizione sull’operato di Chiara e Lorenzo.

Il nostro pensiero è andato ovviamente ai loro genitori che hanno il grande merito di aver educato così bene i loro figli e che hanno profuso tante energie per fare in modo che il loro sogno di diventare produttori di vino si avveri.

Con una grande soddisfazione e con un sentimento di gratitudine, siamo andati via consapevoli che Eredi dei Papi entrerà nel firmamento dei grandi vini del Lazio e perchè no, d’Italia.

Alberto wine lover

SIGNORVINO

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Amici di albertowinelover, per la rubbrica “enoteche” eccomi a visitare il nuovo prestigioso punto vendita a Roma.

Direttamente in cantina, in enoteca o al supermercato, diversi sono i modi per procurarsi delle buone bottiglie di vino.

Nell’era Covid sempre più numerosi sono poi i siti e-commerce dove è possibile acquistare vino facilmente  e rapidamente.

Acquistare direttamente dal produttore o in una bella enoteca però non ha prezzo; il rapporto umano che si crea tra venditore e cliente difficilmente è riproducibile in altre circostanze.

Albertowinelover da SIGNORVINO

Questo almeno è quello che pensavo prima di entrare in un punto vendita di SIGNORVINO, un’ esperienza unica!

SIGNORVINO ha la capacità di riassumere i migliori aspetti da ogni forma di vendita.. Qui si ha la libertà di guardare i vini esposti su eleganti scaffali, di essere accolti con molta cortesia da ragazzi formati e conoscitori del vino e in

grado di dare suggerimenti. Da SIGNORVINO possiamo trovare dalla bottiglia con un ottimo rapporto qualità-prezzo fino alla bottiglia più esclusiva; si può degustare un calice di vino abbinandolo a piatti veloci ma sfiziosi, il tutto accompagnato da un sottofondo musicale appena percettibile ma suggestivo.

Inoltre si ha la possibilità di acquistare direttamente da casa.

Sono stato invitato in occasione dell’ inaugurazione del nuovo punto vendita a Roma, nel Centro

Commerciale Maximo su via Laurentina, il prestigioso marchio del Gruppo Calzedonia, SIGNORVINO.

Quello che mi ha colpito di più è stata la comunicazione. La professionalità di una azienda seria si vede anche (ed è un aspetto importante), da come si rapporta con i vari stakeholders. Signorvino è presente su tutti i social: TV, youtube, Facebook, Instagram…. Il Social Team,appena ho scritto che avevo intenzione di fare un articolo sulla loro società, si è mostrato subito interessato. Ci sono state enoteche poco conosciute che quando ho proposto di fare un servizio su di loro non mi hanno considerato o mi hanno detto che non avevano tempo. SIGNORVINO invece mi ha scritto: “Ciao Alberto, avremmo il piacere se ti fermassi a pranzo. Sarai nostro ospite!” E poi…”Sarai assistito nella scelta del vino da un nostro winespecialist! Riceverai al termine del pranzo anche un cadeau reperibile sul nostro e-shop da gustare a casa…”.

Saremmo davvero felici se potessi condividere anche con i tuoi followers il piacere di un calice di vino”.

Mi sono detto che se a livello di comunicazione sono così avanti, come saranno di persona? Andiamo al negozio!

Il nuovo centro commerciale ha aperto i battenti da pochi giorni e come accade in queste occasioni, la curiosità spinge molte persone a visitarlo. Mi trovo a entrare in mezzo a una grande quantità di persone, mi dirigo subito alla ricerca del famoso negozio di vini italiani. Eccolo, lo trovo. Preparo il mio gimbal, l’oggetto con cui faccio i miei servizi e mi accingo a entrare. “Buongiorno, sono Albertowinelover” Alessia, la Responsabile del Negozio e Giuseppe, venuto apposta da Firenze per assisterla durante l’apertura, mi accolgono con grande cortesia, mi fanno sentire subito a mio agio. Sottolineo

che stiamo parlando dei primi giorni di apertura in cui c’è un sacco di gente che entra in continuazione e chiede informazione sui vini o semplicemente per mangiare qualcosa durante lo shopping. Giuseppe non si scompone minimamente, si vede che ormai ha una certa esperienza con i clienti. Mi spiega con calma e con professionalità i vari settori del negozio. Io faccio molte domande, lui mi risponde sempre con grande gentilezza e mi fa sentire un ospite di eccezione. Mi mostra le varie etichette, quasi 1500. Molti sono vini di aziende note e molti altri sono vini di aziende meno note ma comunque selezionate e in grado di offrire prodotti con un ottimo rapporto qualità prezzo. La vetrina con i vini di pregio e di alta gamma per le occasioni particolari è un vero piacere per gli occhi. Qui spicca un bel Masseto del 2000 della Tenuta dell’Ornellaia…scusate se è poco!

L’arredamento del negozio è ben studiato. Strutture in metallo e legno che danno una sensazione di calore e di accoglienza ma anche di ordine e precisione; ogni Regione ha il suo scaffale, ogni bottiglia il suo posto. Al termine del giro del negozio Giuseppe mi fa accomodare a un tavolo in posizione riservata rispetto agli altri e mi offre un grande tagliere pieno di ogni prelibatezza di grande qualità e accuratamente selezionata.

Tagliere Imperiale

Per iniziare, apre una bottiglia di Franciacorta Satèn 2014 di Castello Bonomi e lo versa nel calice. Dopo averlo assaggiato e soprattutto gradito, passo al tagliere e rimango estasiato dalla bontà dei prodotti (qui sotto alcune immagini).

Poco dopo Giuseppe torna per aprire prima una bottiglia di Barolo Monvigliero della Azienda Bel Colle e poi un Amarone della Valpolicella Classico 2015 Santa Sofia.

Ho proseguito sorseggiando e degustando, fino a quasi compromettere la mia sobrietà. Ma a parte gli scherzi, la cosa che mi ha stupito è stata che mi sono sentito come se fossi andato a trovare dei cari amici e fossi rimasto a pranzo da loro. Ma non finisce qui… prima di andare via ho avuto il cadeau che mi era stato promesso, consegnato sempre dal caro Giuseppe. Una bottiglia di vino ROMA CAPOCCIA ROSSO di Tenimenti Leone – Roma DOC.

Albertowinelover da SIGNORVINO

Prima di congedarci mi consegnano la Signorvino Card che offre la possibilità di usufruire di numerosi vantaggi.

E’ l’ora di salutarci purtroppo…le sensazioni che ho provato da Signorvino sono state di grande accoglienza e ospitalità, tanto che mi verrebbe di abbracciare Giuseppe e Alessia. A causa del Covid non si può, mi devo limitare ad un abbraccio virtuale con la promessa di tornarli presto a trovare.

Alessandro Cellai nuovo Direttore Generale di Vallepicciola in Chianti Classico

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https://www.bereilvino.it/2020/11/alessandro-cellai-nuovo-direttore-generale-di-vallepicciola-in-chianti-classico/