Il Re del Verdicchio
Castel de Paolis
Il mio viaggio attraverso le cantine dei Castelli Romani mi porta a Grottaferrata.
Grottaferrata, piccolo comune vicino Roma. Su una collina circondata da ettari di splendidi vigneti baciati dal sole di trova la Cantina Castel de Paolis. È una delle cantine dei Castelli Romani, alla quale è riconosciuto di aver iniziato una produzione di vino di qualità anche se la loro storia non è antica, anzi piuttosto recente. Siamo alla metà degli anni ’80 quando Giulio Santarelli, all’epoca Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura e Foreste ed il Professor Attilio Scienza, allora Direttore Generale dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige in Provincia di Trento si decidono di dare corso ad una organica e razionale gestione della tenuta “Castel de Paolis” e di realizzare così il loro progetto:produrre grandi vini. La prima vendemmia risale al recente 1993, anno in cui effettivamente ha inizio l’avventura di Castel de Paolis.
Il territorio dei Castelli Romani, e in particolare Grottaferrata, è uno dei più vocati del Lazio e forse anche d’Italia. I terreni di natura vulcanica, la vicinanza al mare e il clima particolarmente mite, fanno di questa zona un terroir unico. Dopotutto questa è la zona del Frascati DOC che comprende appunto l’omonimo territorio di Frascati, Grottaferrata e Monte Porzio Catone.
È maggio 2020 quando alla fine del “Lock Down” dovuto alla emergenza Covid-19, decido di intraprendere la nuova avventura come Wine Blogger. Il mio viaggio inizia proprio da questa prestigiosa Cantina dove ero già stato nel 2011 insieme al mio Maestro Sommelier Marco Romagnoli, e in quell’occasione ebbi l’opportunità di conoscere Giulio Santarelli, grande figura carismatica. Oggi, con il figlio Fabrizio ho avuto modo di vedere di nuovo i vigneti e di degustare i loro vini.
Albertowinelover e Giulio Santarelli (19 febbraio 2011) Marco Romagnoli – Fabrizio Santarelli – Albertowinelover (giugno 2020)
Parliamo ora dei vigneti. Probabilmente pochi di voi sapranno che Castel de Paolis annovera tra i suoi vini anche una muffa nobile, ma andiamo con ordine.
Qui possiamo trovare tutte le varietà locali più pregiate come la Malvasia del Lazio o Puntinata, il Bellone o Cacchione, Il Trebbiano Giallo a cui si aggiungono il Vermentino, la Passerina, il Moscato Giallo, l’Incrocio Manzoni per i bianchi. Per le uve a bacca nera troviamo il Cesanese del Piglio e d’Affile, il Montepulciano d’Abruzzo e il Sangiovese, mentre per i vitigni importati possiamo trovare il Viognier, il Semillon, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Roussanne per i bianchi e Syrah, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Merlot, Grenache, Tempranillo, Alicante per i rossi. Viene anche impiantata la varietà Moscato Rosa che da vita a un vino che è un vero e proprio elisir.
Castel de Paolis produce indubbiamente vini di eccellente qualità. Li possiamo trovare nelle migliori enoteche, nei migliori ristoranti e …anche all’estero, sono esportati infatti in vari paesi del mondo.
I più famosi partendo dai bianchi, il Frascati DOC e Frascati Superiore DOCG, Donna Adriana IGT Lazio Bianco. Per i rossi, Campo Vecchio IGT Rosso, e il pluripremiato I Quattro Mori anch’esso IGT Lazio Rosso oltre poi ai vini dolci e da meditazione: il Rosathea Moscato rosa 100%, il famoso Cannellino e …dulcis in fundo…Muffa Nobile, uno straordinario muffato vinificato con uve Semmillon 70%, Sauvignon Blanc 20% e Moscato Giallo 10%. Nulla da invidiare ai famosi muffati della famosa regione francese.
http://www.casteldepaolis.com/i-vini/

Vini Montecappone – Mirizzi
Amici di albertowinelover, il mio giro per le cantine mi porta nella Regione Marche, esattamente a Jesi. Ecco a voi, sua Maestà il Verdicchio!
Prima di parlare dei vini di Montecappone e Mirizzi, non si può fare a meno di fare un breve cenno sul vitigno più importante della Regione Marche, il Verdicchio. In particolare parleremo del Verdicchio dei Castelli di Jesi.
Jesi è un comune della provincia di Ancona con poco più di 39.000 abitanti. In questo territorio il vitigno predominante è sua maestà il Verdicchio. È un vitigno autoctono delle Marche molto antico le cui prime testimonianze scritte sul verdicchio risalgono al XVI secolo. Esso deve molto all’azienda Fazi Battaglia, che sin dal 1954 lo commercializza nella classica bottiglia ad anfora, creata in quell’anno da Antonio Maiocchi, che lo ha reso famoso in tutta Italia e nel mondo. La zona di produzione delle uve destinate alla produzione del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi si trova nella provincia di Ancona. Il vino che si ottiene dal Verdicchio ha un colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Delicati profumi di frutta bianca, floreali, tipico sentore mandorlato al finale con una spiccata freschezza ma non solo. Ha un grande pregio, è un vitigno che può essere lavorato a 360 gradi proprio grazie alla particolare acidità che lo contraddistingue facendo ottenere così vini di ottima qualità sia fermi che mossi o con vendemmia tardiva. I terreni sono generalmente limoso-argillosi e calcarei, poveri di sostanza organica ma sufficientemente provvisti di potassio, l’ideale per consentire all’uva di sviluppare aromi di particolare finezza; la buona esposizione e le fresche brezze marine, che garantiscono forti escursioni termiche tra la notte e il giorno, consentono agli acini di sviluppare la giusta acidità. Interessante da notare è che il disciplinare prevede le seguenti classificazioni: Verdicchio dei Castelli di Jesi “Classico”, Verdicchio dei Castelli di Jesi “Superiore” (ambedue D.O.C.) mentre per essere denominati D.O.C.G. la denominazione deve essere Verdicchio dei Castelli di Jesi “Riserva”.

Parliamo ora di Montecappone.
Montecappone è una azienda nata negli anni ’60 ed è stata completamente rilevata nel 1997 dalla famiglia Mirizzi – Bomprezzi, già proprietari della omonima Enoteca Bomprezzi in via Tuscolana a Roma.
Gianluca Mirizzi è il pioniere che decide di trasferirsi a Jesi con la famiglia e di dare vita a una nuova realtà enologica, frutto della sua filosofia incentrata sulla valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni. Infatti la continua profusione di energie, in termine di investimenti e innovazione, fanno di Gianluca una persona determinata a esaltare le qualità di questo fantastico territorio e soprattutto del vitigno autoctono di cui va estremamente fiero. Inoltre Gianluca ha finanziato anche alcuni studi sul verdicchio che gli hanno permesso di avere un prodotto di nicchia per veri intenditori del vino.
Hanno iniziato un processo di rinnovamento completo di tutti i vigneti e ampliato la cantina. Attualmente posseggono 40 ettari sulle colline di Jesi che guardano verso il Conero, oltre a 6 ettari in affitto e 17 ettari di oliveti. Da queste vigne coltivate in maggioranza a verdicchio escono le tre linee, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Tabano, il Verdicchio Superiore Federico II con circa due anni di invecchiamento e il Verdicchio Riserva Utopia con tre anni di invecchiamento.
I vini rossi da uve Montepulciano sono il Tabano Rosso e Utopia Rosso.
Nel 2015 Gianluca Mirizzi decide di ampliare la sua produzione dotandosi di ulteriori 6 ettari vitati e 3 ettari di oliveto nel comune di Monte Roberto (AN). A queste vigne decide di dare il nome della sua famiglia, Mirizzi, e anche lo stemma della nuova linea sarà quello araldico di famiglia. Qui inizia una nuova produzione con maggiore qualità e poichè le vigne si trovano su un pendio scosceso con una pendenza dal 30 al 45%, la coltivazione si può definire “eroica”. Da non dimenticare inoltre che i vini Mirizzi sono da agricoltura biologica. Da questi è importante menzionare il Metodo Classico Millesimè, il Verdicchio Classico Cogito, il Verdicchio Superiore Ergo e il Verdicchio Riserva Ergo Sum.
Il successo della famiglia Mirizzi, oltre che per la loro spiccata propensione all’eccellenza, è dovuto alla collaborazione con una persona di rilievo di cui non si può non fare menzione, il grande enologo Lorenzo Landi che ha dato un’impronta di carattere e di grande personalità, decisiva per i loro vini. Grazie a questa squadra che sia Montecappone che Mirizzi, hanno iniziato ad inanellare una serie di riconoscimenti degni di nota e uno dopo l’altro sono arrivati molti premi che ne riconoscono la qualità.

Quando ho chiesto a Gianluca Mirizzi di poter fare visita alla sua azienda è stato da subito entusiasta e mi ha invitato. Mi ha accolto e mi ha mostrato l’azienda, la cantina e i vigneti. Quando chiedo a Gianluca di parlarmi di innovazione nella vinificazione lui mi risponde subito che l’innovazione ci può anche essere purchè non vada ad alterare le qualità del vitigno quando esso viene trasformato in vino.
Il Verdicchio è un vitigno longevo, in particolare la tipologia superiore e riserva dove può essere invecchiato con grandi capacità evolutive nel tempo. Proprio queste sono le caratteristiche dei vini Montecappone e Mirizzi, longevità e corpo.
Durante la visita in cantina ho avuto modo di vedere le grandi vasche in cemento e i tini di acciaio dove mi hanno spillato il primo fiore ovvero il primo risultato del vino appena spremuto che viene tenuto a temperatura costante e privo di ossigeno, al quale ancora non sono stati aggiunti solfiti. Poi la barricaia e tutta la cantina con i macchinari per le lavorazioni dei grappoli. Invece il lavoro di imbottigliamento ed etichettatura vengono affidati ad una ditta che porta le attrezzature sul posto.
Dopo la cantina, siamo usciti all’aperto dove uno splendido sole esaltava i colori delle colline ricoperte da vigneti, un vero piacere per gli occhi. Ovviamente fin’ora ho parlato di Verdicchio ma non è l’unico vitigno, tutti questi ettari sono vitati anche con altri vitigni come il Montepulciano, il Sauvignon e il Moscato.
Tra le cose che faccio, la visita in cantina è quella che amo di più in assoluto perche vivo in prima persona la passione del vignaiolo. Infatti Gianluca è riuscito a trasmettere le sue emozioni e la passione che mette in quello che fa. La cosa che mi ha colpito è stata vedere che tratta i grappoli d’uva come se fossero suoi figli e questo è veramente bello. Il vino è cultura, è valorizzazione e rispetto della natura e del territorio e tutto questo si tramuta in grande amore per la vita.

Enoteca Trimani
Era da tanto che sognavo di poter fare un servizio per l’enoteca Trimani. L’Enoteca per eccellenza, la più antica e famosa di Roma.
Grazie sempre al mio maestro Marco Romagnoli, ho avuto l’opportunità di conoscere l’associazione delle Donne del Vino.La prima Donna del Vino che ho conosciuto è stata Floriana Risuglia,Vice Delegata della Associazione, da li in poi, piano piano, ho iniziato a conoscere le altre gentildonne tra cui… Carla Trimani.
Ebbene si! Proprio lei…
Qualche giorno fa mi sono fatto coraggio e l’ho contattata chiedendole se potevo farle una intervista in enoteca. Inizialmente non mi ha risposto; dopo che ci siamo incontrati all’ Hotel Hassler, in occasione del pranzo di Natale con le Donne del Vino, finalmente mi ha concesso di andare in enoteca a farle visita.
Diciamo che il periodo natalizio non è il massimo per accogliere un piccolo blogger come me, ma nonostante avesse l’enoteca piena di persone intente a fare acquisti, lei è riuscita a dedicarmi più di un’ora del suo tempo e vi assicuro che in quella situazione avrei immaginato 10minuti.
Abbiamo trovato subito un ottimo feeling. Dapprima mi ha mostrato l’enoteca con la parte storica e quella nuova (guardate il video che ho postato su youtube), che per chi è appassionato è una vera e propria cattedrale del vino. Si respira ancora l’atmosfera della antica vineria: il legno degli scaffali, il bancone, ancora quello originale, i blocchi di marmo di Carrara consumati dal passaggio di 200 anni di bottiglie. Alle spalle del bancone è appesa la nota prezzi in lire, realizzata da un laboratorio di Via Giulia con uno specchio fatto con lamina d’oro. Ma la cosa più di ogni altra per cui vale la pena fare visita alla enoteca Trimani, è la fontana di marmo. Bella, maestosa, imponente con i suoi oltre due secoli di storia, utilizzata per la mescita del vino sfuso fino al 1990. Nei corridoi, le bottiglie sono tutte collocate con un perfetto ordine, suddivise in vini rossi, bianchi, rosati, spumanti, champagne, amari e distillati a loro volta suddivisi in grappe, rum, whisky gin tequila, vermuth ecc.
Alla fine del giro in enoteca, Carla mi mostra il Trimani Wine Bar su Via Cernaia, appena girato l’angolo di Via Goito ,. Un posto molto accogliente e dall’atmosfera raffinata, con un bel banco fornitissimo di bottiglie di tutti i generi. Proprio a conferma che la qualità non si improvvisa, neanche nei piccoli dettagli, nei ripiani del winebar spiccano gli eleganti bicchieri Zalto.
Il barman ci serve due bollicine e iniziamo a conversare. Carla è una donna piena di energia e dotata di un grandissimo carisma. Conosce tante di quelle cose che io mi sento come una spugna, pronto a imparare da lei notizie e fatti e sui personaggi noti legati al vino. E’ stata una bellissima conversazione dove il tempo sembrava si fosse fermato. Mi ha raccontato molte cose interessanti e ho scoperto che è una persona con una grande ricchezza interiore ma umile nello stesso tempo, non si vanta mai della sua posizione e del suo sapere. Mi sono sentito sempre a mio agio con lei e quando ci siamo dovuti salutare ho sentito in me la soddisfazione che si avverte quando conosci una persona che ha tanto da darti e che non vedi l’ora di rivederla di nuovo per imparare qualcosa dell’immenso sapere che custodisce.
Sono veramente grato di aver fatto la sua conoscenza.Tornerò a trovarla in momenti più tranquilli per scrivere ancora sulla storica Enoteca Trimani e sul Winebar: posto ideale dove incontrarsi e abbinare ottimi cibi ricercati a vini proposti sulla carta dei vini, allo stesso prezzo dell’enoteca. Un’idea incredibile e vincente. Non resta che andarli a trovare…A proposito, una notizia importante…nel 2021 ricorreranno due eventi molto significativi: i 30 anni del Wine Bar e poi…… un altro evento ancora più importante, e io sarò lì per documentarlo.
Eredi dei Papi 2…il ritorno
Dopo aver fatto visita alla Cantina Eredi dei Papi, sono rimasto colpito dai loro vini e in particolare da Albagìa. Alla prima occasione utile mi incontro con Floriana Risuglia, che oltre ad essere la Vice Delegata della Associazione Nazionale delle Donne del Vino – Delegazione Lazio, è anche un importante Avvocato in campo enologico, oltre ad avere importanti incarichi nello stesso settore.
Le spiego della mia visita e della opportunità che Chiara Iacoponi potrebbe diventare una Donna del Vino e le chiedo di fare una visita insieme alla Cantina. Lei accetta e insieme a lei viene un suo carissimo amico che è anche una persona molto importante e influente nel mondo del vino, il Conte Gelasio Gaetani Lovatelli D’Aragona. Quando ho saputo che sarebbe venuto ho provato una profonda emozione e anche timore per cosa avrebbe potuto pensare del mio suggerimento.
Floriana è una donna solare, dinamica e molto determinata, per l’occasione mi ha presentato il Conte Gelasio che ho trovato una persona magnificamente affabile e soprattutto un vero galantuomo.
Spero di meritare la fiducia di persone così belle! ❤️
Detto ciò ci ritroviamo al Casale della Famiglia Iacoponi e Lorenzo e Chiara ci mostrano tutta la cantina. A iniziare dalle vigne, alla cantina vera e propria per poi andare nella sala dove sono esposti i vini che ci hanno fatto degustare. Dal Fuori Onda, un metodo classico rosato, ai bianchi e poi i rossi. Abbiamo ascoltato Lorenzo e siamo rimasti impressionati di quanto impegno sta mettendo nel fare i suoi vini e il rapporto che c’è tra la sua giovane età e la qualità dei vini che stavamo assaggiando.
Non facevamo altro che sorseggiare e scambiarci sguardi di stupore e anche di sorpresa. Il Conte Gelasio è rimasto molto ben impressionato, spendendo parole lusinghiere sui due fratelli e queste belle parole, pronunciate da lui che è un mostro sacro del mondo del vino, danno sicuramente un grande valore e una benedizione sull’operato di Chiara e Lorenzo.
Il nostro pensiero è andato ovviamente ai loro genitori che hanno il grande merito di aver educato così bene i loro figli e che hanno profuso tante energie per fare in modo che il loro sogno di diventare produttori di vino si avveri.
Con una grande soddisfazione e con un sentimento di gratitudine, siamo andati via consapevoli che Eredi dei Papi entrerà nel firmamento dei grandi vini del Lazio e perchè no, d’Italia.




SIGNORVINO
Amici di albertowinelover, per la rubbrica “enoteche” eccomi a visitare il nuovo prestigioso punto vendita a Roma.
Direttamente in cantina, in enoteca o al supermercato, diversi sono i modi per procurarsi delle buone bottiglie di vino.
Nell’era Covid sempre più numerosi sono poi i siti e-commerce dove è possibile acquistare vino facilmente e rapidamente.
Acquistare direttamente dal produttore o in una bella enoteca però non ha prezzo; il rapporto umano che si crea tra venditore e cliente difficilmente è riproducibile in altre circostanze.

Questo almeno è quello che pensavo prima di entrare in un punto vendita di SIGNORVINO, un’ esperienza unica!
SIGNORVINO ha la capacità di riassumere i migliori aspetti da ogni forma di vendita.. Qui si ha la libertà di guardare i vini esposti su eleganti scaffali, di essere accolti con molta cortesia da ragazzi formati e conoscitori del vino e in

grado di dare suggerimenti. Da SIGNORVINO possiamo trovare dalla bottiglia con un ottimo rapporto qualità-prezzo fino alla bottiglia più esclusiva; si può degustare un calice di vino abbinandolo a piatti veloci ma sfiziosi, il tutto accompagnato da un sottofondo musicale appena percettibile ma suggestivo.
Inoltre si ha la possibilità di acquistare direttamente da casa.
Sono stato invitato in occasione dell’ inaugurazione del nuovo punto vendita a Roma, nel Centro
Commerciale Maximo su via Laurentina, il prestigioso marchio del Gruppo Calzedonia, SIGNORVINO.


Quello che mi ha colpito di più è stata la comunicazione. La professionalità di una azienda seria si vede anche (ed è un aspetto importante), da come si rapporta con i vari stakeholders. Signorvino è presente su tutti i social: TV, youtube, Facebook, Instagram…. Il Social Team,appena ho scritto che avevo intenzione di fare un articolo sulla loro società, si è mostrato subito interessato. Ci sono state enoteche poco conosciute che quando ho proposto di fare un servizio su di loro non mi hanno considerato o mi hanno detto che non avevano tempo. SIGNORVINO invece mi ha scritto: “Ciao Alberto, avremmo il piacere se ti fermassi a pranzo. Sarai nostro ospite!” E poi…”Sarai assistito nella scelta del vino da un nostro winespecialist! Riceverai al termine del pranzo anche un cadeau reperibile sul nostro e-shop da gustare a casa…”.
“Saremmo davvero felici se potessi condividere anche con i tuoi followers il piacere di un calice di vino”.
Mi sono detto che se a livello di comunicazione sono così avanti, come saranno di persona? Andiamo al negozio!
Il nuovo centro commerciale ha aperto i battenti da pochi giorni e come accade in queste occasioni, la curiosità spinge molte persone a visitarlo. Mi trovo a entrare in mezzo a una grande quantità di persone, mi dirigo subito alla ricerca del famoso negozio di vini italiani. Eccolo, lo trovo. Preparo il mio gimbal, l’oggetto con cui faccio i miei servizi e mi accingo a entrare. “Buongiorno, sono Albertowinelover” Alessia, la Responsabile del Negozio e Giuseppe, venuto apposta da Firenze per assisterla durante l’apertura, mi accolgono con grande cortesia, mi fanno sentire subito a mio agio. Sottolineo

che stiamo parlando dei primi giorni di apertura in cui c’è un sacco di gente che entra in continuazione e chiede informazione sui vini o semplicemente per mangiare qualcosa durante lo shopping. Giuseppe non si scompone minimamente, si vede che ormai ha una certa esperienza con i clienti. Mi spiega con calma e con professionalità i vari settori del negozio. Io faccio molte domande, lui mi risponde sempre con grande gentilezza e mi fa sentire un ospite di eccezione. Mi mostra le varie etichette, quasi 1500. Molti sono vini di aziende note e molti altri sono vini di aziende meno note ma comunque selezionate e in grado di offrire prodotti con un ottimo rapporto qualità prezzo. La vetrina con i vini di pregio e di alta gamma per le occasioni particolari è un vero piacere per gli occhi. Qui spicca un bel Masseto del 2000 della Tenuta dell’Ornellaia…scusate se è poco!

L’arredamento del negozio è ben studiato. Strutture in metallo e legno che danno una sensazione di calore e di accoglienza ma anche di ordine e precisione; ogni Regione ha il suo scaffale, ogni bottiglia il suo posto. Al termine del giro del negozio Giuseppe mi fa accomodare a un tavolo in posizione riservata rispetto agli altri e mi offre un grande tagliere pieno di ogni prelibatezza di grande qualità e accuratamente selezionata.

Per iniziare, apre una bottiglia di Franciacorta Satèn 2014 di Castello Bonomi e lo versa nel calice. Dopo averlo assaggiato e soprattutto gradito, passo al tagliere e rimango estasiato dalla bontà dei prodotti (qui sotto alcune immagini).

Poco dopo Giuseppe torna per aprire prima una bottiglia di Barolo Monvigliero della Azienda Bel Colle e poi un Amarone della Valpolicella Classico 2015 Santa Sofia.

Ho proseguito sorseggiando e degustando, fino a quasi compromettere la mia sobrietà. Ma a parte gli scherzi, la cosa che mi ha stupito è stata che mi sono sentito come se fossi andato a trovare dei cari amici e fossi rimasto a pranzo da loro. Ma non finisce qui… prima di andare via ho avuto il cadeau che mi era stato promesso, consegnato sempre dal caro Giuseppe. Una bottiglia di vino ROMA CAPOCCIA ROSSO di Tenimenti Leone – Roma DOC.

Prima di congedarci mi consegnano la Signorvino Card che offre la possibilità di usufruire di numerosi vantaggi.
E’ l’ora di salutarci purtroppo…le sensazioni che ho provato da Signorvino sono state di grande accoglienza e ospitalità, tanto che mi verrebbe di abbracciare Giuseppe e Alessia. A causa del Covid non si può, mi devo limitare ad un abbraccio virtuale con la promessa di tornarli presto a trovare.

Natale con le Donne del Vino – Hotel Hassler Roma 5 dicembre 2020
In occasione dell’evento “Natale con le Donne del Vino“ svoltosi nella splendida cornice dell’Hotel Hassler di Roma, il Conte Gelasio Gaetani Lovatelli D’Aragona, padrino dell’evento, ha offerto un interessantissimo spunto di riflessione sul panorama enologico nazionale, in particolare quello laziale. Nel Lazio sono presenti molte Cantine e Aziende, sia storiche che recenti, che offrono una produzione di vini di grande qualità e spessore.
Di ottima qualità e di elevato spessore sono i vini prodotti dalle aziende laziali la cui gestione e conduzione è affidata alle donne. Ed è proprio grazie a loro che ha preso il via l’Associazione Nazionale delle Donne del Vino – Delegazione Lazio, una Associazione che in poco tempo ha fatto passi da gigante. Il merito? Ovviamente di queste donne straordinarie come la Delegata, Dott.ssa Manuela Zennaro, la vice Delegata Avv. Floriana Risuglia, e la compatta squadra di donne fantastiche : Serena Scarpel, Titti Giovannoni, Carla Trimani, Giovanna Trisorio, Pina Terenzi, Marina Perinelli, Alessia Consoli, Cristina Piergiovanni, Rossella Macchia, solo per citarne alcune.
Il loro lavoro, incessante e di grande rilievo, ha lo scopo di valorizzare la grande qualità dei vini e del territorio laziale in Italia e nel mondo a dimostrazione del fatto che anzichè semplicemente stare a guardare il trascorrere degli eventi, possiamo e dobbiamo essere noi stessi, amanti del buon vino, partecipi nel profondere quante più energie possibili nel promuovere i vini del Lazio.
Questo è uno degli obiettivi che mi sono prefissato come blogger influencer del vino di grande qualità e, non per una questione di senso di appartenenza ad una regione, ma perchè credo profondamente nelle potenzialità delle aziende del nostro territorio e intendo valorizzarle.
Voglio dare risalto al fatto che il gentil sesso, riesce ad unire le energie di più donne e mettere l’esperienza di ognuna, a fattor comune in modo da convogliare tutte le energie verso uno scopo…vincere insieme! E questo non significa che non ci possono essere delle invidie o gelosie, significa che sono consapevoli di avere una forza unica. Sono fantastiche!
Albertowinelover
TITTI GIOVANNONI – CAPIZZUCCHI WINERIES ALBERTOWINELOVER PER
ASSOCIAZIONE DONNE DEL VINOALESSIA CONSOLI – VINICOLA CONSOLI AZIENDA L’AVVENTURA CARLA TRIMANI
ENOTECA TRIMANI – TRIMANI WINE BAR
VINI COLACICCHIMARINA PERINELLI – CASALE DELLA IORIA DELEGATA – MANUELA ZENNARO
GIOVANNA TRISORIO – VINI CINCINNATOPINA TERENZI – SOC. AGRICOLA GIOVANNI TERENZI CONTE GELASIO GAETANI
VICE DELEGATA – FLORIANA RISUGLIAIL LOGO DELLA ASSOCIAZIONE NAZIONALE CHIARA GIANNOTTI – Vino.TV
Albertowinelover SERENA SCARPEL E FLORIANA RISUGLIA LISTA DEI VINI FEDERICA CECCHI WINE DESIGNER
CARLA TRIMANI

Cantina Eredi dei Papi
Chiara e Lorenzo Iacoponi sono due ragazzi giovani ma hanno già ben chiaro cosa fare. Lorenzo, neo enologo ha impostato la rotta della nave e Chiara, sua sorella, è molto brava ad amministrarla.

Arrivato a Monte Compatri, non sfugge il cancello con le due insegne dell’azienda. Percorro il viale in salita che curva leggermente verso destra e arrivo di fronte a un bel casale. Mi accoglie Chiara con grande ospitalità e mi conduce nella parte posteriore del casale dove c’è la zona di lavorazione del vino. Dei tini in acciaio e vicino delle barriques in rovere, Chiara ne apre una e spilla un pò di vino e lo mette in un calice per farmelo provare. E’ uno Shyrah del 2019, il NERALBO che è stato vendemmiato con una resa molto bassa, esattamente circa 30 quintali per ettaro, un vero elisir. Essendo ancora molto giovane il tannino è decisamente vivace ed è per questo che farà un pò di affinamento in legno ma non troppo per non stravolgerne la complessità e i sentori tipici del vitigno.
Poi abbiamo visto il nuovo prodotto, Lorenzo lo chiama esperimento, di Eredi dei Papi cioè il metodo classico fatto con uve di Montepulciano vinificato in bianco. Il risultato è uno spumante color rosato tendente al rame. Di questo ne vorrei parlare in modo più approfondito dopo che lo avrò provato.

A seguire abbiamo fatto un giro in vigna dove ho potuto ammirare l’allevamento a gouiot della Malvasia puntata del Lazio, oltre al Grechetto, il Syrah e infine il Montepulciano, che sono allevati sempre con uve selezionate e con rese molto basse a beneficio della qualità del prodotto finale.
Infatti l’obbiettivo che si sono prefissati Lorenzo e Chiara è quello di produrre vino di grande qualità, valorizzare il territorio e farsi conoscere nello scenario enologico nazionale e internazionale.
Mentre il sole al tramonto tingeva ancor più di rosso il fogliame della vite, che si accinge a cadere dalle piante, siamo andati a vedere gli altri vini nella sala dove sono esposti. Le bottiglie risaltano per le etichette che personalmente, ho trovato bellissime! Hanno dei disegni geometrici impreziositi da un effetto metal a rilievo che al tatto risulta molto gradevole.
I vini sono, partendo dai bianchi:
- ALBAGIA, DOC ROMA MALVASIA PUNTINTA è prodotto con uve selezionate di Malvasia Puntinata in purezza.E’ un vino aromatico, complesso e persistente, caratterizzato da grande eleganza e senza mai essere eccessivo. Un vino prezioso per accompagnare un pasto importante. Io lo trovo superlativo.
- SCHIETTO, IGT LAZIO GRECHETTO 100% Grechetto del Lazio, mineralità, pungenza, sapidità. Inaspettata è invece l’aromaticità e la morbidezza, non comuni in questa varietà ma caratteristiche particolari dello specifico clone di Grechetto di Eredi dei Papi.
- CAPARBIO, IGT LAZIO BIANCO è un blend 50% Malvasia Puntinata e 50% Grechetto rinforza le peculiarità dei due uvaggi che lo compongono offrendo un’insolita esperienza di degustazione. Mineralità e pungenza, aromaticità e persistenza si alternano in un gioco di ossidazione di Caparbio nel calice.
Per i rossi:
- COMPOSTO, IGT LAZIO ROSSO Blend di uve selezionate di Syrah, Cabernet Franc e Merlot, Composto è un vino rosso dall’anima speziata estremamente attuale ed equilibrato in quelle che sono le sue caratteristiche sensoriali. Un anno di affinamento in acciaio ed un breve passaggio di due mesi in legno hanno reso Composto un vino rosso che, con la dovuta educazione, vi… scomporrà!
- NERALBO, SYRAH affinamento in botti di rovere di secondo e terzo passaggio. Edizione limitata, poco più di 480 bottiglie. Lo sapete che significa? Ne sono rimaste poche e chi le avrà tra qualche anno, avrà un tesoro!
Bollicine:
- FUORIONDA, METODO CLASSICO ROSE’ vinificato, come sopra descritto, con la vinificazione in bianco di uve di MONTEPULCIANO.
Aver visitato questa piccola azienda mi ha lasciato delle sensazioni molto positive, che mi fanno pensare che ci sono giovani ragazzi in gamba che continuano il lavoro delle vecchie generazioni con grande passione.
Ringrazio Chiara e Lorenzo Iacoponi

Aceto Balsamico di Modena
di Alberto Chiarenza


Siamo alle porte dell’autunno e in uno dei miei viaggi di lavoro decido di fermarmi qualche giorno a Modena. Una città nota per i prodotti di eccellenza come il Parmigiano Reggiano, il Lambrusco, i tortellini e…il famoso Aceto Balsamico di Modena.
Per un amante del buon vino come me, non è stato possibile non fare una sosta e degustare una delle essenze derivate dal frutto di bacco. A Castelvetro di Modena, uno dei borghi medievali più belli dell’Emilia Romagna, entro nella acetaia La vecchia Dispensa, dove una ragazza molto gentile mi accoglie e mi guida alla degustazione di tutti i tipi di aceto balsamico, dal più giovane IGP al più invecchiato Tradizionale. Un crescendo di profumi che si fanno via via più rotondi e profumati, dove la consistenza, passando da fluida a sempre più densa, mostra tutta la maturità e l’evoluzione che i vari passaggi nei legni gli hanno conferito.

Solitamente siamo abituati a passare tra gli scaffali del supermercato e vedere, non curanti, le numerose bottigliette di aceto balsamico. I più scrupolosi potrebbero chiedersi se si tratta di vero aceto balsamico.
A tal riguardo bisogna fare un pò di chiarezza. Balsamico può significare tutto e niente. Prima di tutto l’aggettivo balsamico indica che l’invecchiamento in legno, che come indicato in seguito, in base al disciplinare può durare anche molti anni, ha conferito all’aceto quegli aromi che lo arricchiscono in gusto e in olfatto tanto da farlo diventare un elisir. Dai tempi in cui Modena era un ducato Estense, i primi produttori lo utilizzavano come digestivo e non come condimento.
Negli anni, le tecniche si sono affinate e sono state disciplinate da Consorzi che ne garantiscono la qualità e tutelano gli acquirenti.
L‘aceto Balsamico può essere IGP e TRADIZIONALE.
L’Aceto Balsamico di Modena è ottenuto da mosti d’uva parzialmente fermentati e/o cotti e/o concentrati.
L’uva proviene esclusivamente dai vitigni di Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni.
Al mosto vengono aggiunti aceto di vino, nella misura minima del 10%, e una aliquota di aceto vecchio di almeno 10 anni.
ACETO BALSAMICO IGP

E’ quello più comunemente utilizzato sulle nostre tavole grazie a un disciplinare meno restrittivo, i prezzi sono più contenuti e quindisi tratta di un prodotto di più largo consumo. Questo tipo di aceto deve essere composto per il 20% da mosto d’uva cotto e concentrato, per almeno il 10% di aceto di vino, una percentuale a scelta del produttore di aceto invecchiato di almeno 10 anni e da una aggiunta di caramello per non oltre il 2% della composizione totale.
Tengo a sottolineare che, vista la varietà di prodotti presenti sul mercato, è ovvio che il prezzo fa la differenza. Possiamo trovare il prodotto commerciale a pochi euro e il prodotto artigianale che può superare i 30euro.
ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE

E’ realizzato con “solo” mosto di uve tipiche modenesi, per lo più Trebbianoe Lambruschi, Spergola e Berzemino, senza addizione di altre sostanze.
La lavorazione è fatta con la cottura a fuoco diretto in caldaie a cielo aperto, naturale fermentazione e acetificazione del mosto cotto, travasi successivi tra le botticelle, lento invecchiamento sotto l’occhio vigile del produttore. Uso: prodotto di grande versatilità. Preferibilmente usato a crudo, si esprime al meglio insieme al Parmigiano Reggiano e alle fragole. Delizioso con Olio Extravergine nell’insalata. Si sposa meravigliosamente con arrosti e bolliti. Esalta profumi e sapori di ogni piatto. Ottimo se assunto come digestivo.
l’Ente di Certificazione e la Commissione di Assaggiatori esperti certificano i due livelli qualitativi disponibili:
- Affinato, di invecchiamento minimo di 12 anni*
- Extravecchio, invecchiamento minimo di 25 anni* (capsula oro)


Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
Il Consorzio Tutela ha sede presso la Camera di Commercio CCIAA di Modena, Via Ganaceto 134, e la sede operativa in Via Canaletto 80, 41100 Modena.

Ottobre 2020 Albertowinelover