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Merano Wine Festival 2022

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Alla 31ª edizione il Merano Wine Festival inizia a scaldare i motori

THE WINEHUNTER GUIDE 2022 & MERANO WINEFESTIVAL

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Entrare a far parte della famiglia del Merano Wine Festival significa superare un’accurata selezione svolta da 12 commissioni d’assaggio.

Queste commissioni, formate e gestite da Helmuth Koecher, The WineHunter e patron di uno degli eventi più riconosciuti per il settore enogastornomico, lavorano durante tutto l’anno per selezionare quei prodotti che per caratteristiche teniche, emozionalità e particolarità rappresentano l’eccellenza del settore enogastronomico nazionale e internazionale.

Un lavoro che non permette solo la partecipazione agli eventi firmati The WineHunter, in particolare il Merano WineFestival, ma una guida a quei prodotti che al meglio esprimono una filosofia: “Excellence is an attitude!”

Questo è lo spirito con cui vengono individuate le aziende che avranno poi l’accesso, secondo deteminati criteri, alla kermesse meranese.

Un’occasione di incontro unica ed emozionante, dove non è solo la degustazione dei prodotti il focus, ma anche l’approfondimento delle tematiche più discusse e importanti per il settore vitivinicolo e gastronomico.

Siamo lieti di annunciare che le selezioni di quest’anno porteranno alla stampa della “THE WINEHUNTER GUIDE 2022”, una guida dedicata a tutte le aziende che hanno ricevuto un riconoscimento The WineHunter Award!

Un viaggio, il viaggio di Helmuth Koecher e delle commissioni d’assaggio attraverso i sapori e gli aromi della nostra Italia, con qualche tocco di particolarità internazionale!

Vi aspettiamo dal 4 all’8 Novembre a Merano!

Ticket online
www.meranowinefestival.com

Enoteca Properzio a Spello

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a cura di Alberto Chiarenza

Roberto Angelini della Enoteca Properzi a Spello (PG).

Spello, piccolo e bellissimo borgo medievale, nasconde nel suo centro storico uno scrigno prezioso, l’enoteca Properzi. Nonostante sia molto nota, per me è stata veramente una grande sorpresa. Non è una enoteca qualsiasi ma è un posto dove una volta entrati non si vorrebbe uscire più, è la Mecca degli appassionati di vino. Infatti, a mio avviso, è una delle più affascinanti enoteche d’Italia, conosciuta anche a livello mondiale grazie ai numerosi eventi organizzati soprattutto in America e in Asia. Un posto suggestivo inserito in un edificio medievale con soffitti a volta, che si dipana in varie stanze su più livelli dove troviamo solo vini di grande pregio e si rimane a bocca aperta vedendo i più Grandi Baroli, i grandi “Super Tuscan”, vecchie annate e vari formati che fanno venire i brividi solo ad immaginare il costo.

Scendendo qualche scalino si arriva in una piccola sala circondata dai vini, arredata in legno antico con qualche tavolo dove è possibile mangiare piatti tipici umbri e e abbinarli a una buona bottiglia. Io ho potuto mangiare, oltre a vari assaggi di prelibatezze varie, delle tagliatelle con il tartufo grattato al momento, piatto semplice ma incredibilmente buono, abbinato a un ottimo Sagrantino Rosso della Cantina Scacciadiavoli. 

Accanto all’enoteca, una sala dedicata alle degustazioni.

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Il Sig. Roberto Angelini, la cui famiglia gestisce l’enoteca da 6 generazioni, è il grande Maestro, amico dei più grandi produttori di vino italiani e francesi, è artefice del successo della sua enoteca dove si possono trovare etichette introvabili.

Parlare con lui è un piacere tanto che il tempo trascorso è sempre poco perché ha così tante cose da raccontare su vini e personaggi, che starei giorni ad ascoltarlo. All’inizio un po’ schivo ma poi si è aperto con una grande simpatia mostrandomi con orgoglio centinaia di bottiglie rare , anche uniche. Mentre mi parla intravedo nei suoi occhi tutta la sua passione e dedizione per il suo lavoro.

Io l’ho trovato una persona adorabile e lo ringrazio per la gentilezza e la cortesia che mi ha rivolto invitandomi a vedere questo posto unico nel suo genere.

Se sei un appassionato o appassionata di vino, non puoi non visitare L’enoteca Properzio. 

https://www.enotecaproperzio.it/

CONVEGNO UGIVI

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Logo UGIVI

A seguito il comunicato stampa rilasciato da UGIVI

COMUNICATO STAMPA

“ASPETTI GIUS-ECONOMICI DELL’EXPORT DI VINO ITALIANO”

AL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR CONVEGNO UGIVI

Domenica 4 luglio 2021

UGIVI, ovvero l’Unione Giuristi della Vite e del Vino (UGIVI, www.ugivi.org) è un’associazione indipendente e senza fine di lucro, costituita a Milano nel 1997 e con sede a Verona, la cui Delegazione per il Piemonte e la Valle d’Aosta è ospitata presso il Castello di Grinzane Cavour, sito Unesco e sede della prestigiosa Enoteca Regionale Piemontese Cavour.

I componenti di UGIVI sono avvocati, magistrati, docenti universitari, personalità ed esperti che hanno acquisito particolari conoscenze nelle materie giuridiche vitivinicole.

Scopo dell’Associazione è approfondire gli studi in materia di diritto vitivinicolo nel campo delle discipline comunitaria, nazionale e internazionale.

Come già avvenuto in precedenti occasioni, UGIVI svolgerà un importante convegno in tema giuridico-vinicolo: l’appuntamento è per domenica 4 luglio 2021 a partire dalle ore 9.00 nelle sale del Castello appartenuto allo statista piemontese.

Oggetto dell’incontro, una disamina approfondita delle problematiche coinvolgenti le imprese vinicole che esportano i propri prodotti nei paesi extracomunitari, operanti nel contesto di accordi internazionali spesso di difficile attuazione in quanto condizionati dalle leggi dei singoli stati.

Ma si parlerà anche di ciò che concretamente il nostro Paese ed i nostri produttori ed esportatori possono fare se guidati da una conoscenza approfondita dei mercati esteri e della loro legislazione.

Un convegno di prestigio, dunque, al quale l’Enoteca dà il benvenuto augurando che i lavori rappresentino un proficuo ed utile apporto di conoscenza per la fondamentale comunità produttiva vinicola del nostro territorio.

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Aceto Balsamico di Modena

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di Alberto Chiarenza

Castelvetro di Modena (MO)
La Vecchia Dispensa (CASTELVETRO DI MODENA)

Siamo alle porte dell’autunno e in uno dei miei viaggi di lavoro decido di fermarmi qualche giorno a Modena. Una città nota per i prodotti di eccellenza come il Parmigiano Reggiano, il Lambrusco, i tortellini e…il famoso Aceto Balsamico di Modena.

Per un amante del buon vino come me, non è stato possibile non fare una sosta e degustare una delle essenze derivate dal frutto di bacco. A Castelvetro di Modena, uno dei borghi medievali più belli dell’Emilia Romagna, entro nella acetaia La vecchia Dispensa, dove una ragazza molto gentile mi accoglie e mi guida alla degustazione di tutti i tipi di aceto balsamico, dal più giovane IGP al più invecchiato Tradizionale. Un crescendo di profumi che si fanno via via più rotondi e profumati, dove la consistenza, passando da fluida a sempre più densa, mostra tutta la maturità e l’evoluzione che i vari passaggi nei legni gli hanno conferito.

Kit degustazione

Solitamente siamo abituati a passare tra gli scaffali del supermercato e vedere, non curanti, le numerose bottigliette di aceto balsamico. I più scrupolosi potrebbero chiedersi se si tratta di vero aceto balsamico.

A tal riguardo bisogna fare un pò di chiarezza. Balsamico può significare tutto e niente. Prima di tutto l’aggettivo balsamico indica che l’invecchiamento in legno, che come indicato in seguito, in base al disciplinare può durare anche molti anni, ha conferito all’aceto quegli aromi che lo arricchiscono in gusto e in olfatto tanto da farlo diventare un elisir. Dai tempi in cui Modena era un ducato Estense, i primi produttori lo utilizzavano come digestivo e non come condimento.

Negli anni, le tecniche si sono affinate e sono state disciplinate da Consorzi che ne garantiscono la qualità e tutelano gli acquirenti.

Laceto Balsamico può essere IGP e TRADIZIONALE.

L’Aceto Balsamico di Modena è ottenuto da mosti d’uva parzialmente fermentati e/o cotti e/o concentrati.
L’uva proviene esclusivamente dai vitigni di Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni.
Al mosto vengono aggiunti aceto di vino
, nella misura minima del 10%, e una aliquota di aceto vecchio di almeno 10 anni.

ACETO BALSAMICO IGP

E’ quello più comunemente utilizzato sulle nostre tavole grazie a un disciplinare meno restrittivo, i prezzi sono più contenuti e quindisi tratta di un prodotto di più largo consumo. Questo tipo di aceto deve essere composto per il 20% da mosto d’uva cotto e concentrato, per almeno il 10% di aceto di vino, una percentuale a scelta del produttore di aceto invecchiato di almeno 10 anni e da una aggiunta di caramello per non oltre il 2% della composizione totale.

Tengo a sottolineare che, vista la varietà di prodotti presenti sul mercato, è ovvio che il prezzo fa la differenza. Possiamo trovare il prodotto commerciale a pochi euro e il prodotto artigianale che può superare i 30euro.

ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE

E’ realizzato con “solo” mosto di uve tipiche modenesi, per lo più Trebbianoe Lambruschi, Spergola e Berzemino, senza addizione di altre sostanze.
La lavorazione è fatta con la cottura a fuoco diretto in caldaie a cielo aperto, naturale fermentazione e acetificazione del mosto cotto, travasi successivi tra le botticelle, lento invecchiamento sotto l’occhio vigile del produttore. Uso: prodotto di grande versatilità. Preferibilmente usato a crudo, si esprime al meglio insieme al Parmigiano Reggiano e alle fragole. Delizioso con Olio Extravergine nell’insalata. Si sposa meravigliosamente con arrosti e bolliti. Esalta profumi e sapori di ogni piatto. Ottimo se assunto come digestivo.
l’Ente di Certificazione e la Commissione di Assaggiatori esperti certificano i due livelli qualitativi disponibili:

  • Affinato, di invecchiamento minimo di 12 anni*
  • Extravecchio, invecchiamento minimo di 25 anni* (capsula oro)
Le tipologie dei legni utilizzate per l’affinamento

Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena

Il Consorzio Tutela ha sede presso la Camera di Commercio CCIAA di Modena, Via Ganaceto 134, e la sede operativa in Via Canaletto 80, 41100 Modena.

Ottobre 2020 Albertowinelover

Vinòforum 2020

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https://www.lospaziodelgusto.it

DATE

11 – 20 settembre 2020

Si è tenuto presso il Parco di Tor di Quinto a Roma, la ormai famosa manifestazione eno-gastronomica Vinòforum.

Ho chiesto di essere accreditato come blogger e subito la redazione mi ha risposto positivamente. La sera sono arrivato all’ingresso e sono stato accolto da Amanda, una ragazza molto attiva e simpatica. Mi ha accompagnato all’interno e offerto un prosecco di benvenuto e poi mi ha fatto vedere tutti gli stand dandomi la libertà di girare e filmare in modo che ho potuto fare delle storie da postare sui vari social. L’edizione è stata ridimensionata a causa delle norma anti Covid e durante tutto l’evento, il rispetto delle norme è stato sempre applicato vigilando sul distanziamento e sull’igiene.

Gli espositori presenti mi sono piaciuti molto e ho avuto modo di degustare vini e specialità gastronomiche varie come la Pasta Molisana, Il Ristorante Eggs, che cucina quasi ogni tipo di uovo e che era presente con la partnership di Calvisius Caviar. Molto interessante la Business Lounge, dove ho potuto degustare i vini del Friuli DOC. Poi eccezionale lo stand di Famiglia Cotarella, della Tenuta Freddano, di Etilika, Consorzio Tutela Prosecco DOC, Ferrarelle, Oleoteca ecc.

Al centro dell’area espositiva c’erano dei food corner dove mangiare piatti preparati da chef di vari ristoranti rinomati di Roma.

LOCATION

Parco Tor di Quinto – Via Fornaci di Tor di Quinto, 10 (Zona Ponte Milvio) –  ROMA

Insomma per concludere posso dire che Vinòforum ogni anno è una conferma ed è una bella occasione per gli appassionati di eno-gastronomia e altrettanto lo è per le aziende che vogliono farsi conoscere.

Grazie a Vinòforum di avermi ospitato e soprattutto grazie ad Amanda per essere stata così accogliente e disponibile con me.

Alberto wine lover

Cortona celebra il Syrah: un viaggio tra eccellenza e territorio

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Sarà Syrah – Anteprima Cortona Syrah e Selezioni Syrah d’Italia e del mondo

Nel cuore della Val di Chiana, terra nota per l’allevamento della pregiata razza Chianina, sorge una perla medievale ed etrusca: Cortona. Questo incantevole borgo toscano, oltre a custodire un patrimonio storico straordinario, è diventato negli anni un punto di riferimento per uno dei vitigni più affascinanti del panorama enologico internazionale: il Syrah.

Questo vino rosso, noto per la sua struttura possente e il carattere speziato, ha trovato in Cortona DOC il suo habitat ideale, esprimendosi con una profondità e un’eleganza che lo distinguono dalle altre interpretazioni mondiali.

L’8 marzo, la città ha ospitato un evento straordinario: “Chianina e Syrah”, giunto alla sua ottava edizione, organizzato dal Consorzio Cortona Vini in collaborazione con Terre Etrusche Events. Nella suggestiva Sala Medicea del Museo MAEC, giornalisti ed esperti del settore hanno potuto degustare ben 103 vini, provenienti da diverse aree vinicole del mondo: Italia, Albania, Australia, Bulgaria, Francia e Sudafrica. È vero che lo scopo dell’evento è quello di promuovere la Chianina e il Syrah, ma a questo punto ci si chiede perché anche questa Denominazione non possa essere annoverata tra le altre Anteprime di Toscana? La stampa, sia Nazionale che estera sarebbe sicuramente più numerosa e presente, sempre che gli organizzatori siano in grado di creare le condizioni di ospitalità.

Syrah e Chianina: l’abbinamento perfetto

L’evento non è solo un tributo al Syrah, ma anche un’ode alla Chianina, la vera regina della Val di Chiana. Anche se a dire il vero la Chianina è una razza che viene allevata maggiormente tra Toscana e Umbria ma più specifica è la zona del Mugello. Questo connubio tra un grande vino e una carne di eccezionale qualità è diventato il simbolo della gastronomia locale, capace di conquistare palati di appassionati ed esperti.

La Chianina, con la sua carne tenera e saporita, trova nel Syrah un compagno ideale: le note speziate del vino si sposano perfettamente con la succulenza della carne, creando un’armonia di sapori che esalta entrambi gli elementi. Il protagonista e fondatore dell’evento è Vittorio Camorri, uno degli ideatori della manifestazione nonché CEO di Terretrusche.

Syrah a Cortona: una crescita qualitativa evidente

Nel panorama della degustazione, non tutti i vini hanno raggiunto ottimi livelli qualitativi, ma una cosa è certa: gli Syrah italiani stanno facendo passi da gigante, soprattutto la Denominazione Cortona che sembra fare la differenza. L’evento ha evidenziato una crescita significativa, con etichette che hanno saputo distinguersi per complessità aromatica, eleganza e capacità di rappresentare il territorio.Interessante che gli organizzatori non abbiano voluto concentrare l’attenzione sui produttori locali ma tutti i produttori di Syrah valorizzando così non solo il territorio, ma anche le peculiarità del vitigno stesso. Un evento che funziona perché valorizza totalmente l’enogastronomia mettendo insieme i piatti della cucina cortonese e toscana con i vini. Infatti le sessioni di degustazione vini sono state chiamate “Sorsi”, mentre gli assaggi di cibo “Morsi”. Altro protagonista che si è speso in questa manifestazione è lo Chef Emiliano Rossi del Ristorante Osteria del Teatro, che ha organizzato i menù per grandi e piccini facendo anche dei mini corsi di cucina per i bimbi che hanno imparato a fare biscotti mentre i genitori visitavano in tutta serenità la manifestazione. Un approccio vincente che fidelizza un numero di appassionati sempre maggiore.

Cibi della tradizione ma non solo

Il Syrah di Cortona DOC, in particolare, ha dimostrato di poter competere con le versioni più blasonate del mondo. Le caratteristiche distintive di questo vino, coltivato nei terreni argillosi e di galestro, ricchi di minerali della zona, emergono con grande finezza nel calice: note di frutti neri, pepe nero, spezie dolci e un’elegante freschezza che lo rendono unico.

Syrah nel mondo: confronto tra terroir

L’evento ha offerto un’occasione unica per confrontare le diverse espressioni del Syrah su scala internazionale.

• Francia – Culla storica del Syrah, con la Valle del Rodano che offre interpretazioni eleganti e complesse, caratterizzate da note di pepe nero, viola e una spiccata mineralità.

• Australia – Qui il Shiraz, come viene chiamato, è più potente e fruttato, con sentori di mora, cioccolato e spezie dolci.

• Sudafrica – Produzioni intense, con tannini decisi e una speziatura marcata.

• Albania e Bulgaria – Realtà emergenti che stanno sorprendendo per qualità e personalità.

Questo confronto ha permesso di evidenziare il carattere distintivo di ogni territorio e ha confermato come Cortona sia ormai un punto di riferimento imprescindibile per il Syrah in Italia.

Un evento che celebra la cultura del vino

“Sarà Syrah” non è stato solo un momento di degustazione, ma un vero e proprio viaggio nella cultura del vino. L’entusiasmo e la passione dei produttori hanno reso evidente il grande lavoro svolto per valorizzare questo vitigno, portando Cortona al centro della scena enologica internazionale.

Con il Syrah di Cortona DOC sempre più protagonista e una qualità in continua crescita, questa anteprima ha confermato che la Toscana non è solo terra di Sangiovese, ma anche un’eccellenza per uno dei vitigni più affascinanti e versatili al mondo.

L’appuntamento è dunque al prossimo anno, per scoprire nuove evoluzioni e confermare che Cortona è, senza dubbio, la capitale italiana del Syrah.

VINÒFORUM 2025: PIAZZA DI SIENA DIVENTA IL PALCOSCENICO DELLA VENTIDUESIMA EDIZIONE

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Grande attesa per Vinòforum 2025, che si prepara a vivere un’edizione straordinaria in una delle location più iconiche di Roma: Piazza di Siena, nel cuore di Villa Borghese. Dal 8 al 14 settembre, la manifestazione enogastronomica di riferimento per il settore si trasformerà in una Premium Edition, consolidando il proprio ruolo di evento strategico per il mondo del vino e del cibo.

L’annuncio è arrivato nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la Protomoteca dei Musei Capitolini in Campidoglio, durante la quale è stato presentato anche il programma biennale 2025/2026. Un calendario di eventi che si snoderà tra i luoghi più prestigiosi della Capitale, rafforzando Roma come Capitale del Vino e del Cibo.

UN FORMAT CHE EVOLVE, SENZA CAMBIARE ESSENZA

“Novità che accrescono la forma, senza cambiare l’essenza.” Così Emiliano De Venuti, CEO di Vinòforum, ha sintetizzato la scelta di puntare su settembre per l’evento clou della manifestazione. “Abbiamo scelto questa nuova collocazione temporale per dare un valore aggiunto alle strategie di ampliamento commerciale delle aziende partecipanti. Settembre, il mese della vendemmia, rappresenta il momento in cui il vino esprime al massimo la propria identità. Un periodo perfetto per proporre un evento unico nella meravigliosa cornice di Piazza di Siena.”

Ma le novità non si fermano qui. Il programma 2025/2026 consentirà di rafforzare le sinergie già esistenti tra istituzioni, enti e player del settore, sostenendo le aziende vitivinicole e gastronomiche italiane. Oltre all’aspetto business, Vinòforum ribadisce anche il proprio impegno nella promozione di un consumo responsabile del vino, tematica di grande attualità alla luce delle nuove normative europee per la riduzione del consumo dannoso di alcol.

IL LAZIO PROTAGONISTA: UNA REGIONE CHE CRESCE

Tra i protagonisti dell’evento in Campidoglio, Massimiliano Raffa, Commissario Straordinario di Arsial – Agenzia Regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio, ha sottolineato il ruolo strategico del vino per la regione: “Il Lazio, con il suo patrimonio enologico di altissimo valore, si sta affermando sempre più su mercati competitivi. Eventi come Vinòforum sono un’opportunità straordinaria per promuovere l’identità produttiva regionale e valorizzare le eccellenze locali. Roma, con la sua risonanza internazionale, rappresenta il palcoscenico ideale per far conoscere i nostri vini a buyer, operatori e pubblico qualificato.”

L’importanza della manifestazione come vetrina per le regioni a vocazione vitivinicola è stata ribadita anche da Michelangelo Bruno Bossio, Responsabile Attività di Valorizzazione Agricola ed Agroalimentare ARSAC – Regione Calabria, e da Francesco Guercilena, Presidente AIS Lazio, partner di Vinòforum e promotore dei contenuti formativi dell’evento. Accanto a loro, Elia Del Pizzo, Responsabile Progetti UNAPROL, Consorzio Olivicolo Italiano, e Alessandro Scorsone, tra i più importanti sommelier italiani e storico amico della manifestazione.

A concludere la conferenza, Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo Rifiuti di Roma Capitale, che ha evidenziato il ruolo della città nella promozione delle politiche del vino e dell’agroalimentare: “Roma sta per essere nominata Città del Formaggio 2025, e stiamo portando avanti il progetto sui vigneti urbani, riconnettendo la città alla sua tradizione vitivinicola. A maggio inaugureremo il primo vigneto nel Parco di San Sisto, e Vinòforum sarà il momento ideale per ampliare la promozione di queste iniziative.”

UN CALENDARIO RICCO DI APPUNTAMENTI PER IL BIENNIO 2025/2026

Il nuovo ciclo di eventi firmato Vinòforum partirà il 9 giugno 2025 con Vinòforum Class, un appuntamento esclusivamente dedicato al trade che si terrà nella spettacolare Terrazza Caffarelli, con la partecipazione di 300 buyer selezionati tra i più importanti della regione.

Terrazza Caffarelli

Dopo la pausa estiva, dal 8 al 14 settembre 2025, la ventiduesima edizione di Vinòforum porterà il meglio del mondo enogastronomico a Piazza di Siena, con un format ancora più esclusivo.

Nel febbraio 2026, una nuova edizione di Vinòforum Class precederà l’appuntamento settembrino con Vinòforum 2026, che si svolgerà al Circo Massimo, una location che nel 2024 ha visto numeri straordinari: 80.000 visitatori, 19.650 operatori del settore, 800 aziende partecipanti e 75 chef e maestri pizzaioli.

Questa nuova progettualità conferma il ruolo di Vinòforum come evento cardine per la valorizzazione delle eccellenze italiane e per la promozione dell’offerta turistica della Capitale.

ROMA, CAPITALE DEL VINO E DEL CIBO

La scelta di Piazza di Siena come sede della Premium Edition 2025 rappresenta un’evoluzione naturale di un evento che ha saputo crescere, innovarsi e consolidarsi nel panorama internazionale. La sua collocazione all’interno di Villa Borghese, polmone verde della città, aggiunge un ulteriore elemento di fascino e prestigio alla manifestazione.

Vinòforum non è solo una vetrina per i migliori vini e prodotti gastronomici, ma un crocevia di cultura, business e formazione, un luogo di incontro tra produttori, esperti, operatori e appassionati. Con il programma biennale 2025/2026, la manifestazione si proietta nel futuro con una visione ancora più ambiziosa, ponendo Roma al centro del panorama enogastronomico internazionale.

L’appuntamento è quindi fissato: dal 8 al 14 settembre 2025, Vinòforum vi aspetta a Piazza di Siena per un’esperienza unica, tra eccellenze enogastronomiche, cultura e innovazione.

Chianti Classico Collection 2025: Alla Leopolda torna il Gallo Nero

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Sostenibilità, grandi vini e un doppio anniversario: tutto pronto per la trentaduesima edizione

Firenze, 17-18 febbraio 2025 – Con grande emozione da parte mia che attendo questo momento, finalmente torna uno degli eventi più attesi dell’anno per gli amanti del vino: la Chianti Classico Collection, giunta alla sua trentaduesima edizione, apre le porte della storica Stazione Leopolda di Firenze per due giornate di degustazioni, incontri e celebrazioni. Quest’anno l’evento si distingue per un nuovo record di espositori e per un messaggio chiaro e potente: la sostenibilità come valore chiave per il futuro del Chianti Classico.

Con 218 produttori presenti e ben 790 etichette in degustazione, l’evento non è solo una vetrina per l’ultima annata del Chianti Classico, della Riserva e della Gran Selezione, ma anche un’occasione per ribadire l’impegno del territorio verso un’agricoltura sempre più responsabile e rispettosa della biodiversità.

Un’esperienza immersiva tra storia e innovazione

Al centro della hall della Leopolda, una spettacolare installazione vegetale accoglierà i visitatori: un tributo alla biodiversità delle colline del Gallo Nero, con piante spontanee e mellifere, fondamentali per il ciclo vitale delle api. Ma l’attenzione all’ambiente non si ferma alla scenografia: gli allestimenti sono stati realizzati con materiali di recupero, le sedute in cartone pressato e le shopper in cotone organico. Anche la ristorazione sarà all’insegna del no spreco, con gli alimenti avanzati destinati al progetto solidale di Villa Lorenzi.

Un’annata da record: i numeri della Collection

Gli appassionati e gli addetti ai lavori avranno l’opportunità di degustare alcune delle migliori espressioni del Chianti Classico, con una selezione che comprende:

✅ 790 etichette in degustazione

✅ 218 aziende del Gallo Nero

✅ 194 Chianti Classico Riserva

✅ 185 Chianti Classico Gran Selezione

✅ 40 campioni in anteprima della vendemmia 2024

Un’occasione imperdibile per scoprire le caratteristiche della nuova annata e confrontarsi direttamente con i produttori, i veri custodi della tradizione vinicola del Chianti Classico.

I 50 anni del Consorzio Olio DOP Chianti Classico

Non solo vino: il 2025 segna un traguardo storico anche per un altro grande protagonista del territorio, l’Olio DOP Chianti Classico, che celebra 50 anni del suo Consorzio e 25 anni dalla denominazione. Per l’occasione, sarà allestito un banco di assaggio con 35 oli DOP, mentre 7 aziende produttrici saranno presenti per raccontare il loro lavoro e offrire degustazioni guidate. Un seminario dedicato completerà il tributo a questo straordinario prodotto.

Tra cultura e passione: il Premio Giulio Gambelli

All’interno della manifestazione, l’Associazione Stampa Enogastroalimentare Toscana (ASET) organizza un convegno speciale in occasione dei 100 anni dalla nascita di Giulio Gambelli, il leggendario maestro assaggiatore. L’evento, in programma per martedì 18 febbraio alle ore 11, culminerà con la consegna del Premio Giulio Gambelli, assegnato al giovane enologo che più si è distinto per un approccio in linea con la filosofia del grande maestro.

Una giornata aperta agli appassionati

Martedì 18 febbraio, dalle 10 alle 19, il pubblico avrà l’opportunità di immergersi completamente nel mondo del Chianti Classico. Gli esperti Fabio Ceccarelli, Riccardo Margheri, Leonardo Romanelli e Valentino Tesi guideranno speciali wine tour, offrendo ai partecipanti un viaggio sensoriale tra le migliori etichette.

Grande novità di questa edizione: per la prima volta, i visitatori potranno acquistare una selezione dei vini degustati, portando a casa un pezzo di questa esperienza unica, oltre al classico merchandising del Gallo Nero.

I sapori dell’Italia alla Leopolda

L’evento ospiterà anche eccellenze gastronomiche italiane, con prodotti DOP e IGP che accompagneranno le degustazioni di vino e olio. Tra questi:

• Parmigiano Reggiano DOP

• Pomodoro di Pachino IGP

• Aceto Balsamico di Modena IGP e DOP

• Oliva La Bella della Daunia DOP

• Burrata di Andria IGP

• Arancia Rossa di Sicilia IGP

Appassionati, sommelier e curiosi: il viaggio nel mondo del Chianti Classico sta per iniziare!

PRIMANTEPRIMA: IL FUTURO DEL VINO TOSCANO TRA IDENTITÀ, MERCATI E SOSTENIBILITÀ

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Firenze, 14 febbraio – L’elegante cornice di Palazzo Medici Riccardi ha ospitato oggi PrimAnteprima, l’evento che segna l’inizio delle Anteprime di Toscana, il prestigioso appuntamento dedicato al mondo del vino toscano. Organizzata da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, della Camera di Commercio di Firenze e della Provincia di Firenze, la manifestazione si conferma un punto di riferimento per produttori, buyer, istituzioni e appassionati del settore.

L’evento si è aperto nella maestosa Sala Luca Giordano, con un workshop intitolato “Il vino toscano di fronte alle sfide globali: identità, mercati e sostenibilità”. Il dibattito ha messo in luce la crescente importanza di una viticoltura sostenibile, in grado di coniugare tradizione e innovazione per rispondere alle sfide dei mercati internazionali.

Toscana, terra di eccellenza vitivinicola

Da secoli la Toscana è sinonimo di qualità ed eccellenza nel mondo del vino. Un patrimonio fatto di tradizione, ma anche di capacità di innovare e adattarsi ai cambiamenti globali. Il concetto di identità è fondamentale: il vino toscano non è solo un prodotto, ma un’espressione culturale, un simbolo di una terra e della sua storia. Allo stesso tempo, la sostenibilità gioca un ruolo chiave per garantire il futuro della viticoltura, puntando su pratiche biologiche e su un’accoglienza turistica sempre più attenta alla valorizzazione del territorio.

Non a caso, la regione sta investendo sempre più risorse per migliorare l’offerta e l’accoglienza, con l’obiettivo di attrarre non solo appassionati di vino, ma anche buyer internazionali, fondamentali per l’espansione dei mercati. I consorzi vitivinicoli, in questo scenario, rivestono un ruolo strategico nello sviluppo e nel controllo della qualità del settore.

Dopo i saluti istituzionali di Carlo Boni per la Città Metropolitana di Firenze, è stato il giornalista Rai Marcello Masi ad aprire la giornata con un intervento sulle radici profonde della viticoltura toscana e sulle sfide future. A seguire, un panel di alto livello ha visto la partecipazione di figure di spicco, tra cui il presidente della Regione Eugenio Giani, la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi e il presidente di AVITO (Associazione Vini Toscani DOCG), Francesco Mazzei. Importanti anche i contributi del presidente della Camera di Commercio di Firenze, Massimo Manetti, e del direttore di Fondazione Sistema Toscana, Francesco Palumbo.

Uno degli interventi più attesi è stato quello di Fabio Del Bravo, dirigente di ISMEA, che ha presentato il report realizzato appositamente per PrimAnteprima, illustrando numeri, trend e scenari per il vino toscano nel mercato globale.

Numeri e tendenze: la ripresa del settore vitivinicolo

Il 2023 è stato un anno di sfide per il settore vitivinicolo, ma i dati presentati da ISMEA confermano una decisa ripresa. La Toscana si distingue ancora una volta come la terra del biologico, con 23.534 ettari coltivati a bio, pari al 38% della superficie vitata regionale e al 17% di quella nazionale. Un dato che conferma il forte impegno della regione verso la sostenibilità, superando ampiamente l’obiettivo del 25% di superficie bio fissato dal New Green Deal dell’Unione Europea e dall’Agenda ONU 2030.

A dimostrazione del sostegno concreto al settore, la Regione Toscana ha recentemente stanziato 11 milioni di euro di risorse comunitarie per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, con l’obiettivo di rendere i produttori più competitivi sui mercati internazionali. La Toscana, inoltre, si distingue per la giovane età dei suoi vigneti, con il 55% delle vigne che ha meno di vent’anni, un dato superiore alla media nazionale.

Altro elemento chiave è la forte presenza di vini a denominazione d’origine, con quasi il 95% della produzione destinata a DOC e DOCG, a fronte di una media nazionale del 65%. Questo dato riflette l’attenzione del territorio alla qualità e alla valorizzazione delle proprie eccellenze.

Innovazione e certificazioni: le chiavi del successo

L’innovazione è un fattore determinante per il futuro della viticoltura toscana. Durante l’evento, è stato presentato un video con le testimonianze di Coldiretti, CIA e Confagricoltura Toscana, che hanno affrontato temi cruciali come i cambiamenti climatici, l’export e le nuove tecnologie applicate al settore vitivinicolo.

Un focus particolare è stato dedicato ai controlli e alle certificazioni di qualità, con l’intervento di ICQRF (Ispettorato Controllo Qualità e Repressione Frodi) e Valoritalia, realtà che garantiscono la trasparenza e la sicurezza nel mercato del vino. Un altro primato toscano è stato evidenziato dalla testimonianza di ARTEA, prima agenzia regionale in Italia ad adottare un schedario viticolo basato su immagini aeree e grafiche, uno strumento innovativo per monitorare e certificare i vigneti con precisione.

Sul fronte della sostenibilità, la Toscana conferma la sua leadership anche nella produzione di vini biologici, un settore in forte crescita che continua a registrare una domanda stabile sui mercati internazionali. Come sottolineato dalla presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini, la regione è un punto di riferimento per l’intero comparto biologico.

Infine, l’intervento di Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, ha ribadito l’importanza della qualità come elemento distintivo dell’identità toscana.

Conclusioni

PrimAnteprima ha confermato ancora una volta il ruolo centrale della Toscana nel panorama vitivinicolo mondiale. Con una produzione in crescita – 2,6 milioni di ettolitri nel 2024, che la collocano al settimo posto a livello nazionale – e una forte vocazione all’export, il vino toscano guarda al futuro con ambizione.

Identità, sostenibilità e innovazione sono le tre parole chiave su cui si baserà la crescita del settore nei prossimi anni. La sfida è quella di continuare a coniugare la tradizione con le nuove tendenze di mercato, valorizzando il territorio e garantendo ai consumatori un prodotto d’eccellenza.

Il viaggio nelle Anteprime di Toscana è appena iniziato, e con esso la promessa di un futuro all’insegna della qualità e dell’innovazione per il vino toscano.

ANTEPRIMA NOBILE 2025: IL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

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Fortezza Medicea
Fortezza Medicea

Un’eccellenza toscana dal cuore antico

Il Vino Nobile di Montepulciano è una delle grandi eccellenze della viticoltura italiana. Considerato tra i più antichi vini d’Italia, viene citato già nel Dei vini d’Italia di Francesco Redi nel XVII secolo come “Re di tutti i vini”. La sua storia è legata indissolubilmente al territorio della Valdichiana senese, dove il Prugnolo Gentile – biotipo locale del Sangiovese – trova la sua massima espressione.

Il Vino Nobile è stato il primo in Italia a ottenere la DOCG nel 1980, confermando il suo ruolo di precursore nella valorizzazione della qualità e dell’identità territoriale. Oggi, più che mai, il settore è in evoluzione: tra sostenibilità, nuove tecnologie e strategie di mercato, i produttori si trovano a dover affrontare sfide sempre più complesse.

E proprio di tutto questo si è parlato oggi alla Fortezza Medicea di Montepulciano, location iconica che ogni anno ospita l’Anteprima Nobile, evento organizzato dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano nell’ambito delle Anteprime di Toscana.

La nuova annata e le riserve: qualità in crescita

Dopo la presentazione ufficiale delle Anteprime di Toscana a Firenze, il focus si è spostato su Montepulciano per la degustazione delle nuove annate. Protagonisti dell’evento, il Vino Nobile di Montepulciano 2022 e le Riserve 2021, accompagnati da alcune etichette di annate precedenti che hanno confermato la capacità di questo vino di evolversi nel tempo con eleganza e complessità.

Gli assaggi di oggi 15 febbraio, hanno mostrato un incremento generale della qualità, con vini caratterizzati da grande equilibrio, struttura e una spiccata espressione territoriale. Se il 2022 si distingue per freschezza e bevibilità, la 2021 appare un’annata più classica, con vini destinati a un lungo invecchiamento.

La giornata di domani potrebbe finalmente portare chiarezza sulle Pievi, che potrebbero rappresentare il livello qualitativo che ci si aspetta da un Nobile di Montepulciano che purtroppo ancora è visto come un fratello minore rispetto ai più famosi Sangiovese toscani.

I migliori assaggi dell’Anteprima Nobile 2025 con la media dei voti espressi dal panel composto dal Direttore di Vinodabere Maurizio Valeriani, il Direttore di 20italie Luca Matarazzo, il critico enogastronomico Adriano Guerri e il critico enogastronomico Alberto Chiarenza.

Panel
Panel

Vino Nobile di Montepulciano 2022 (Annata e Selezione)

   •           Vigna d’Alfiero 2022 – Tenuta Valdipiatta

   •          Alboreto 2022 – Talosa

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2022 – Tenuta Valdipiatta

   •           Arya 2022 – Manvi

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2022 – Poggio alla Sala

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2022 – Poliziano

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2022 – Guidotti

   •           La Spinosa 2022 – Il Molinaccio

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2022 – La Ciarliana

Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2021

   •           Quercione 2021 – Lunadoro

   •           Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2021 – Tenuta di Gracciano della Seta

   •           Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2021 – Boscarelli

Vino Nobile di Montepulciano (Annate Precedenti)

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2021 – Il Macchione

•             Selezione Mulinvecchio 2020 – Contucci

   •           Selezione Vigna Scianello 2020 – La Ciarliana

   •           Vino Nobile di Montepulciano 2021 – De’ Ricci

   •           Selezione Antica Chiusina 2019 – Fattoria del Cerro

Sostenibilità e mercati: il futuro del Vino Nobile

Oltre alla qualità crescente, un altro tema centrale dell’Anteprima Nobile è stata la sostenibilità. Il Vino Nobile di Montepulciano è stato tra i primi in Italia a ottenere la certificazione di sostenibilità ambientale, economica e sociale, un percorso che molte aziende stanno seguendo con investimenti su energie rinnovabili, riduzione dell’uso di fitofarmaci e pratiche agronomiche a basso impatto.

Sul fronte dei mercati, il 2024 ha segnato una ripresa dopo un 2023 incerto. L’export rappresenta oltre il 75% delle vendite del Vino Nobile, con mercati chiave negli Stati Uniti, Germania e Canada. Tuttavia, cresce anche la domanda interna, grazie a una rinnovata attenzione per le eccellenze locali da parte dei consumatori italiani.

Conclusioni: tra tradizione e nuove sfide

L’Anteprima Nobile 2025 conferma la solidità e l’evoluzione del Vino Nobile di Montepulciano. Se da un lato la qualità media è in crescita, dall’altro restano aperte alcune questioni, come il futuro delle Pievi e il posizionamento del vino nei mercati internazionali.

Ciò che è certo è che Montepulciano continua a essere un punto di riferimento per l’enologia italiana, un luogo dove storia, innovazione e passione si intrecciano per dare vita a vini di straordinaria personalità. L’attesa ora è per la giornata di domani, che potrebbe svelare importanti novità sul futuro di questa denominazione iconica.

Merano WineFestival 2024: l’eccellenza premia sette stelle del settore dell’enogastronomia

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Merano (BZ), 22 ottobre 2024 – Il Merano WineFestival, l’evento più glamour del panorama enogastronomico italiano, si prepara a celebrare la sua 33^ edizione dall’8 al 12 novembre 2024, introducendo una novità destinata a lasciare il segno: i prestigiosi riconoscimenti WineHunter Stars. In un momento storico di profonda trasformazione per il settore vitivinicolo, la manifestazione si propone come catalizzatore di innovazione e riflessione, ponendo l’accento sul futuro della viticoltura con il tema “Quo Vadis?”.

Le Sette Stelle che Illuminano il Mondo del Vino

La serata inaugurale dell’8 novembre vedrà il Kurhaus di Merano trasformarsi in un palcoscenico d’eccezione per la premiazione delle WineHunter Stars. Il patron Helmuth Köcher consegnerà i riconoscimenti a sette personalità che hanno saputo distinguersi per talento, visione e dedizione. La rockstar Gianna Nannini, già nota per la sua passione vinicola, riceverà il premio come Wine Producer per il suo impegno nella Certosa di Belriguardo, dove ha saputo fondere arte musicale e viticoltura. Oscar Farinetti, mente visionaria dietro numerosi successi imprenditoriali, sarà celebrato come Communication Star per la sua capacità di innovare la narrativa del mondo enogastronomico.

Foto dela scorsa edizione

La chef Viviana Varese, simbolo di determinazione e creatività in cucina, si aggiudicherà la Food Star, mentre l’enologo Riccardo Cotarella, figura di riferimento internazionale, riceverà il riconoscimento come miglior Winemaker. Anna Scafuri, volto noto del Tg1 Economia, sarà premiata come Wine & Food Journalist per la sua capacità di raccontare le eccellenze italiane. A completare il settetto, Stefano Vitale, premiato come Wine Artist per le sue rivoluzionarie etichette Donnafugata, e Valentina Bertini di Langosteria, riconosciuta come miglior Wine Manager.

Un Festival che Guarda al Futuro

Il tema “Quo Vadis?” non è solo un interrogativo, ma una vera e propria chiamata all’azione per l’intero settore vitivinicolo. Il summit “Respiro e Grido della Terra”, articolato in sei incontri tra l’8 e il 9 novembre, affronterà le sfide cruciali del comparto: dalla crisi climatica alla sostenibilità ambientale, dal calo dei consumi all’apertura verso nuovi mercati internazionali. Un panel di esperti internazionali si confronterà su strategie di adattamento climatico, innovazioni in viticoltura sostenibile e sviluppo di varietà resistenti, culminando nella redazione di un Manifesto programmatico per il futuro del settore.

“Intrecci di Vite”: Dialoghi al Castello

L’edizione 2024 si arricchisce con “Intrecci di Vite”, quattro appuntamenti esclusivi ospitati nella cornice storica del Castello Principesco di Merano. In collaborazione con Liber Experience e con il supporto di Banca per il Trentino Alto-Adige, questi incontri vedranno protagonisti i più influenti interpreti del vino italiano. Particolarmente atteso il confronto tra Maurizio Zanella di Ca’ del Bosco e Vittorio Moretti di Bellavista, moderato da Oscar Farinetti, che metterà a confronto due visioni della Franciacorta. Non meno significativo l’incontro dedicato al Sangiovese, con Donatella Cinelli Colombini e il Barone Francesco Ricasoli a rappresentare due interpretazioni d’eccellenza del vitigno toscano.

Un Programma Ricco di Eventi

Il Festival si sviluppa attraverso cinque giorni intensi, aprendo l’8 novembre con bio&dynamica, dedicata a 160 produttori di vini biologici e biodinamici. Le giornate centrali vedranno la partecipazione di 330 cantine italiane e 110 internazionali, mentre il gran finale del 12 novembre sarà dedicato alle bollicine con Catwalk Champagne&More, showcasing 120 eccellenze delle bollicine internazionali.

La GourmetArena ospiterà una serie di showcooking con chef stellati, mentre il Mercato della Terra Slow Food animerà Piazza della Rena. Particolare attenzione è stata dedicata alle masterclass, con 39 appuntamenti che spaziano dai vini underwater alle eccellenze internazionali, dai Supertuscan alle bollicine di alta gamma.

Numeri da Record

L’edizione 2024 si preannuncia da record: oltre 1000 espositori, più di 3000 vini in degustazione, 250 etichette nella WineHunter Area, oltre 5400 WineHunter Awards, 32 showcooking e 6 talk tematici. I biglietti sono già disponibili su meranowinefestival.vivaticket.it, con opzioni per singole giornate o abbonamenti multipli, mentre gli operatori del settore e la stampa possono procedere con gli accrediti online.

Il Merano WineFestival 2024 si conferma così non solo come vetrina dell’eccellenza enogastronomica italiana e internazionale, ma anche come momento di riflessione e confronto sul futuro di un settore in continua evoluzione.


Ruffino e Jackie Ó: una serata tra storia e tradizione enologica

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Una serata speciale, immersa nell’eleganza e nella storia, ha preso vita nel cuore di Roma grazie all’incontro tra due icone: il celebre vino Ruffino e lo storico locale Jackie Ó. Madrina dell’evento è stata la straordinaria Chiara Giannotti, che per una notte ha guidato gli ospiti in un viaggio alla scoperta di un patrimonio enologico che affonda le radici nel 1877.

La serata si è aperta con l’affascinante racconto di Ruffino, nato dall’intuizione imprenditoriale di due cugini toscani che portarono il loro vino oltre i confini nazionali, rendendolo famoso in tutto il mondo. Tra le storie narrate, spicca quella del Duca D’Aosta, che agli inizi del ‘900 si innamorò del Chianti Classico al punto da volerlo riservare solo per sé. Così, nel 1927, nasce la leggendaria Riserva Ducale, seguita 20 anni dopo dalla pregiata Riserva Ducale Oro. Una tradizione che continua ancora oggi, con Ruffino che rappresenta uno dei simboli dell’eccellenza vinicola italiana.

In un’atmosfera conviviale e sofisticata, gli ospiti hanno potuto degustare alcune delle etichette più prestigiose della casa, grazie agli abbinamenti curati con maestria dal sommelier Manuel. Il menù ha preso il via con un antipasto accompagnato dall’elegante Acqua di Venus, un Vermentino toscano di straordinaria freschezza, capace di esaltare ogni sapore. A seguire, sono stati presentati i grandi protagonisti della serata: il Ruffino Riserva Ducale Chianti Classico DOCG Riserva 2021, il sontuoso Ruffino Riserva Ducale Oro Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2020, e il ricco Brunello di Montalcino DOCG Groppone Mazzi 2019.

La storia di Ruffino, oggi parte del gruppo americano Constellation Brands, si intreccia con quella del Jackie Ó, in un matrimonio di gusto e stile. Le sue sette cantine in Toscana e due in Veneto continuano a produrre vini di altissima qualità, che raccontano la tradizione e il savoir-faire italiani.

Una serata che ha saputo celebrare non solo l’arte del vino, ma anche la cultura che lo circonda, in uno dei luoghi più iconici della capitale. Un brindisi a Ruffino, simbolo di eccellenza senza tempo, che continua a viaggiare nel mondo, conquistando generazione dopo generazione con la sua storia e il suo inconfondibile sapore.


Roma celebra l’eccellenza del vino italiano con la Guida Tre Bicchieri 2025

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Roma, 13 ottobre 2024 – Il Teatro Brancaccio ha ospitato uno degli eventi più attesi dell’anno per gli appassionati del vino: la presentazione della Guida Tre Bicchieri 2025. A 38 anni dal debutto della celebre Guida Vini d’Italia firmata da Gambero Rosso, l’edizione 2025 si conferma come uno strumento imprescindibile per vignaioli, enologi, imprenditori del vino e appassionati, consolidando il suo ruolo di riferimento nel panorama enologico italiano e internazionale.

Lanciata nel 1986, la Guida Vini d’Italia ha accompagnato l’evoluzione dell’industria del vino, contribuendo a informare, educare e far crescere un mercato sempre più consapevole. La sua longevità e la sua capacità di innovarsi anno dopo anno sono la dimostrazione di un impegno costante per celebrare e promuovere l’eccellenza enologica italiana. L’edizione 2025, tradotta in inglese, tedesco, cinese e giapponese, continua questa tradizione, facendo da ambasciatrice del vino italiano nel mondo.

Un Mondo in Continua Evoluzione

La nuova edizione della guida offre una panoramica impressionante dell’universo enologico italiano. Con oltre 24.772 referenze selezionate su circa 40.000 vini degustati, la guida rappresenta una fotografia dettagliata e ad alta risoluzione del meglio che il vino italiano ha da offrire. Tra le etichette premiate spiccano 498 Tre Bicchieri, il massimo riconoscimento assegnato ai migliori vini. Di questi, ben 52 sono al debutto al vertice, segno di un settore in fermento e in costante rinnovamento.

Una delle principali novità di questa edizione è l’introduzione della sezione dedicata ai Vini Rari, creata per dare spazio alle piccole realtà vitivinicole che producono vini a tiratura limitata. Questa nuova carta dei vini comprende 50 etichette capaci di affascinare i collezionisti e gli appassionati, raccontando la storia di tesori enologici spesso nascosti, ma di grandissimo valore. Dalle prestigiose cuvée affinate per 40 anni sui lieviti, ai vini da singole parcelle, fino ai vini da meditazione, la sezione Vini Rari offre un’esperienza enologica unica e irripetibile.

Il Dietro le Quinte della Guida

Dietro ogni edizione della Guida Tre Bicchieri c’è un lavoro immenso, come sottolineato da Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile del Gambero Rosso. Coordinato dai curatori Giuseppe Carrus, Gianni Fabrizio e Marco Sabellico, un team di quasi 70 esperti ha lavorato duramente per assaggiare e valutare migliaia di vini provenienti da tutta Italia. “Mai come in questo momento è urgente raccontare la bellezza condensata in un buon bicchiere di vino”, ha affermato Ruggeri. “Non parliamo solo di territorio, paesaggio e valore umano, ma di un vero e proprio stile di vita: uno sguardo curioso sul mondo”.

La guida offre uno spaccato del mondo del vino italiano in continua evoluzione, affrontando le sfide del mercato globale con uno sguardo attento alla qualità, alla sostenibilità e all’innovazione. È proprio questa capacità di evolversi e adattarsi alle nuove tendenze che ha permesso alla Guida Vini d’Italia di mantenere il suo ruolo di leadership per quasi quattro decenni.

Il Vino del Futuro: Un Progetto Didattico Innovativo

L’edizione 2025 non si limita a celebrare l’eccellenza del passato e del presente, ma guarda anche al futuro. Insieme alla guida, Gambero Rosso ha lanciato un nuovo e ambizioso progetto formativo intitolato Vino del Futuro, coordinato dal Professore Attilio Scienza. Questo programma didattico, strutturato in quattro moduli a distanza per un totale di 150 ore di lezioni on demand, offre una panoramica completa della filiera vitivinicola, dalle novità in vigna ai modelli di business emergenti, passando per nuovi linguaggi di comunicazione e storytelling.

L’obiettivo del programma è fornire agli operatori del settore le competenze necessarie per affrontare un momento di grandi trasformazioni, valorizzando al massimo l’Italia vitivinicola. Il progetto è un segnale chiaro della volontà di Gambero Rosso di non limitarsi alla celebrazione dei successi presenti, ma di investire nel futuro del settore, aiutando le nuove generazioni di enologi e produttori a crescere e innovare.

I Premi Speciali di Vini d’Italia 2025

Ogni anno, la Guida Tre Bicchieri assegna una serie di premi speciali che riconoscono le eccellenze assolute del panorama enologico italiano. Tra i premi più attesi dell’edizione 2025 troviamo:

   •       Bollicina dell’Anno: OP Pinot Nero M. Cl. Pas Dosé Poggio dei Duca ’19 di Calatroni, un Metodo Classico di straordinaria finezza e complessità.

   •       Bianco dell’Anno: Alto Adige Sauvignon Gran Lafóa Ris. ’21 di Colterenzio, un vino poderoso e intensissimo.

   •       Rosato dell’Anno: RGC Valtènesi Chiaretto Antitesi ’23 di Avanzi, un esempio della nuova enologia italiana che ha rivoluzionato lo stile del rosato.

   •       Rosso dell’Anno: Chianti Colli Fiorentini Molino degli Innocenti Ris. ’19 di Torre a Cona, un rosso di grande profondità ed eleganza.

   •       Vino da Meditazione dell’Anno: Moscato Passito al Governo di Saracena ’15 di Feudo dei Sanseverino, un capolavoro calabrese di spettacolare complessità.

   •       Progetto Solidale: Lis Neris, per il loro impegno attraverso la Fondazione Francesca Pecorari ONLUS in progetti di assistenza per i bambini di Myanmar, India e Uganda.

   •       Cantina Emergente: Maugeri, una nuova azienda dell’Etna che si è rapidamente imposta come una delle realtà più significative della denominazione.

   •       Miglior Rapporto Qualità-Prezzo: Lambrusco di Grasparossa di Castelvetro 7Bio di Settecani, un vino che racconta perfettamente il territorio e viene proposto a un prezzo accessibile.

   •       Premio per la Vitivinicoltura Sostenibile: Resistenti Nicola Biasi, per l’innovazione nell’introduzione delle varietà “resistenti” in viticoltura.

   •       Cooperativa dell’Anno: Belisario, una realtà storica e virtuosa che ha raccontato il territorio di Matelica con vini indimenticabili.

   •       Viticoltore dell’Anno: Mario Fontana, custode delle vigne di famiglia a Castiglione Falletto, esempio di dedizione e passione per la viticoltura.

   •       Cantina dell’Anno: San Leonardo, una tenuta storica che da oltre 300 anni produce vini di qualità eccezionale, rappresentando un punto di riferimento per l’enologia italiana.

Il Successo della Degustazione Finale

Dopo la cerimonia di premiazione, l’attenzione si è spostata sui banchi di assaggio allestiti nel maestoso Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale. Qui, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di degustare tutti i 24962 vini presenti nella guida, inclusi i pregiati Vini Rari. La sala dedicata a questa nuova sezione è stata particolarmente affollata, con lunghe file di appassionati desiderosi di assaporare le poche bottiglie disponibili, che venivano aperte a orari prestabiliti.

Con 2605 cantine selezionate, la Guida Tre Bicchieri 2025 si conferma una celebrazione dell’eccellenza enologica italiana, rappresentando con orgoglio e soddisfazione il meglio del vino italiano.

Gambero Rosso: Una Piattaforma Leader

Gambero Rosso non è solo sinonimo di guida enologica, ma è una piattaforma leader nei contenuti, formazione, promozione e consulenza per il settore Wine Travel Food. Con un’offerta multimediale e multicanale, Gambero Rosso raggiunge professionisti e appassionati in tutto il mondo, contribuendo a promuovere l’agroalimentare, la ristorazione e l’ospitalità italiana.

Per leggere tutti i Tre Bicchieri, suddivisi per Regione: 

https://www.gamberorosso.it/tag/liste-tre-bicchieri-2025

San Felice: Quando la Tradizione Toscana Incontra l’Eccellenza Gastronomica Romana

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San Felice 1
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Una giornata che ha celebrato l’incontro tra due eccellenze italiane, San Felice ha presentato la sua rinnovata collezione di vini presso il rinomato ristorante stellato Pipero di Roma. L’evento, organizzato da Antonella Imborgia Direttore Marketing e Axelle Brown Videau Responsabile Comunicazione, ha segnato un momento significativo nella storia dell’azienda toscana, che ha scelto uno dei templi della gastronomia capitolina per svelare al pubblico la nuova veste grafica delle sue prestigiose etichette.

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La collaborazione con la celebre “Winedesigner” Federica Cecchi ha dato vita a un progetto artistico che va ben oltre la semplice estetica: ogni etichetta è stata concepita come un racconto visivo che narra l’impegno di San Felice verso la biodiversità e il suo profondo legame con il territorio toscano. Un dialogo silenzioso ma eloquente tra il vino e il consumatore, che trasforma ogni bottiglia in un capitolo di una storia millenaria.

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Il ristorante Pipero, sotto la guida del carismatico Alessandro Pipero e dello chef Ciro Scamardella, ha offerto la cornice perfetta per questo evento. Il locale, insignito della stella Michelin, rappresenta infatti quella stessa fusione tra tradizione e innovazione che caratterizza la filosofia di San Felice. La celebre carbonara di Pipero, reinterpretata in chiave contemporanea, ha dimostrato come l’eredità culinaria italiana possa evolversi senza perdere la sua autenticità, proprio come i vini di San Felice.

L’ecosistema San Felice si presenta come un mosaico di eccellenze che si completano a vicenda. Il Borgo San Felice, premiato con una stella rossa e una stella verde Michelin, non è solo un Luxury Resort, ma un vero e proprio santuario del lifestyle toscano. Le tenute, strategicamente posizionate nelle tre denominazioni più prestigiose della regione – Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri – formano un trittico di territori che rappresentano il meglio della tradizione vitivinicola toscana. Carlo De Biasi, Direttore di San Felice, ha sottolineato la filosofia di San Felice, una realtà che racconta il territorio toscano attraverso i suoi vini che sono la vera essenza dei luoghi da cui provengono.

Il fiore all’occhiello della presentazione è stata la linea Vitiarium, frutto di oltre vent’anni di ricerca e sperimentazione nel campo dei vitigni autoctoni, grazie alla sapiente esperienza dell’enologo Leonardo Bellaccini. Quattro vini che raccontano altrettante sfaccettature dell’anima di San Felice: Il Borgo Chianti Classico DOCG, che porta in etichetta una mappa storica del borgo vista dall’alto, La Pieve Chianti Classico DOCG Gran Selezione, impreziosito dal decoro dell’antica Pieve del 714, il Pugnitello Toscana IGT, emblema dell’innovazione e della ricerca, e l’In Avane Chardonnay Toscana IGT, unico bianco della collezione, il cui nome richiama le antiche origini etrusche del territorio.

La scelta di presentare queste nuove etichette da Pipero non è stata casuale. L’approccio di Alessandro Pipero alla ristorazione, noto per la sua capacità di combinare professionalità e convivialità, rispecchia perfettamente la filosofia di San Felice: eccellenza senza ostentazione, tradizione che sa rinnovarsi, attenzione maniacale ai dettagli che non dimentica mai il piacere dell’ospitalità.

Il pranzo ha rappresentato anche un’occasione per ribadire l’impegno di San Felice nella tutela della biodiversità. L’azienda non si limita infatti alla produzione vinicola, ma gestisce un vero e proprio ecosistema dove convivono uliveti, orti, colture e foreste. Un approccio olistico che trova la sua massima espressione nel progetto Vitiarium, vero e proprio laboratorio a cielo aperto per la conservazione e lo studio dei vitigni autoctoni toscani.

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(da sinistra) Antonella Imborgia, Lorenzo Bellaccini, Federica Cecchi, Carlo De Biasi

UGIVI (Unione Giuristi della Vite e del Vino), rinnovato il Consiglio Direttivo 2023-2026.

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a cura di Alberto Chiarenza

L’Avv. Diego Saluzzo del foro di Torino è il nuovo Presidente

L’UGIVI (Unione Giuristi della Vite e del Vino) ha rinnovato il suo Consiglio Direttivo per il triennio 2023-2026. La decisione è stata presa durante l’Assemblea dei soci, tenutasi a Marsala il 6 maggio 2023, che ha visto anche l’esame di alcune proposte di modifica dello statuto dell’associazione.

L’Avv. Diego Saluzzo, del foro di Torino, è stato proclamato Presidente all’unanimità durante il Consiglio Direttivo. I Vice-Presidenti saranno l’Avv. Floriana Risuglia (foro di Roma) e l’Avv. Filippo Moreschi (foro di Mantova), mentre l’Avv. Angela Quatela (foro di Bari) ricoprirà il ruolo di Segretario e l’Avv. Marco Didier (foro di Asti) sarà il Tesoriere dell’UGIVI.

Al centro il neo eletto Presidente del UGIVI Avv. Diego Saluzzo, a sinistra il Vice Presidente Avv. Filippo Moreschi e a destra la Vice Presidente Avv. Floriana Risuglia

Il Convegno si è svolto all’interno delle celebrazioni di John Woodhouse e del Marsala.

L’Avv. Stefano Dindo, co-fondatore dell’associazione e Presidente uscente, ha sottolineato la crescita dell’UGIVI negli ultimi anni e i numerosi incontri e occasioni di confronto organizzati dall’associazione sulle tematiche inerenti al diritto vitivinicolo, negli ultimi anni in continuo mutamento.

Il neo-Presidente Avv. Diego Saluzzo ha confermato l’impegno e la volontà di proseguire nell’opera di costante crescita che ha caratterizzato il percorso dell’UGIVI in 25 anni di attività. Il nuovo Consiglio Direttivo, nel rispetto della parità di genere è composto da 7 donne e 7 uomini e lavorerà per rafforzare il ruolo dell’associazione come riferimento, servizio e collaborazione con gli enti che già la contraddistinguono, e per andare avanti sul fronte dell’internazionalizzazione. L’approccio multidisciplinare dell’UGIVI sarà fondamentale per offrire un ampio confronto e una positiva contaminazione tra competenze ed esperienze differenti.

Il Consiglio Direttivo 2023-2026 dell’UGIVI sarà composto dall’Avv. Ermenegildo Mario Appiano (Torino), Avv. Francesca Besana (Verona), Avv. Maria Filomena Buccolieri (Bari), Avv. Genny Teresa Carretta (Roma), Avv. Andrea Ferrari (Asti), Avv. Marco Giuri (Firenze), Avv. Alberto Iadanza (Verona), Avv. Mariangela Marrangoni, (Siena), Avv. Chiara Menchini (Verona) e dal Dr. Stefano Sequino (Roma).

L’UGIVI, fondata nel 1997, è una delle principali associazioni italiane del settore vitivinicolo e rappresenta un punto di riferimento per gli operatori del diritto che si occupano di produzione, commercializzazione e distribuzione del vino. Grazie alla sua attività di studio e ricerca, l’associazione fornisce agli operatori del settore una conoscenza approfondita delle normative e delle leggi relative alla produzione di vino.

Inoltre, l’associazione UGIVI ha istituito dei nuovi gruppi di studio e lavoro, al fine di concentrarsi su specifiche tematiche relative al diritto vitivinicolo. Questo nuovo approccio multidisciplinare è stato sottolineato dal neo-presidente Saluzzo durante il suo intervento, evidenziando l’importanza di una positiva contaminazione tra competenze ed esperienze differenti, al fine di offrire un reciproco e ampio confronto.

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