Alla 31ª edizione il Merano Wine Festival inizia a scaldare i motori
THE WINEHUNTER GUIDE 2022 & MERANO WINEFESTIVAL
Entrare a far parte della famiglia del Merano Wine Festival significa superare un’accurata selezione svolta da 12 commissioni d’assaggio.
Queste commissioni, formate e gestite da Helmuth Koecher, The WineHunter e patron di uno degli eventi più riconosciuti per il settore enogastornomico, lavorano durante tutto l’anno per selezionare quei prodotti che per caratteristiche teniche, emozionalità e particolarità rappresentano l’eccellenza del settore enogastronomico nazionale e internazionale.
Un lavoro che non permette solo la partecipazione agli eventi firmati The WineHunter, in particolare il Merano WineFestival, ma una guida a quei prodotti che al meglio esprimono una filosofia: “Excellence is an attitude!”
Questo è lo spirito con cui vengono individuate le aziende che avranno poi l’accesso, secondo deteminati criteri, alla kermesse meranese.
Un’occasione di incontro unica ed emozionante, dove non è solo la degustazione dei prodotti il focus, ma anche l’approfondimento delle tematiche più discusse e importanti per il settore vitivinicolo e gastronomico.
Siamo lieti di annunciare che le selezioni di quest’anno porteranno alla stampa della “THE WINEHUNTER GUIDE 2022”, una guida dedicata a tutte le aziende che hanno ricevuto un riconoscimento The WineHunter Award!
Un viaggio, il viaggio di Helmuth Koecher e delle commissioni d’assaggio attraverso i sapori e gli aromi della nostra Italia, con qualche tocco di particolarità internazionale!
Il 14 e 15 maggio, a Roma, L’agenzia Riserva Grande , in collaborazione con Andrea Petrini, blogger di Percorsi di Vino, e con il giornalista Luciano Pignataro, promuovono la quarta edizione dell’evento dedicato ai grandi vini del Sud Italia.
Una manifestazione volta a promuovere esclusivamente aziende rappresentative delle varie aree vitivinicole del nostro affascinante Sud che, al contempo, vuole mantenere uno standard qualitativo di alto livello.
Un’occasione unica, per appassionati wine lovers ed operatori del settore, di poter degustare tutte le eccellenze vinicole di un territorio culla, da tempi immemori, di grandi vini dalla inconfondibile personalità, intrisi di storia, cultura e territorialità unica al mondo.
Il Sud Italia è un’area ricchissima di vitigni nativi, terroir diversi, climi e tradizioni vinicole ben distinte, che vanta una predilezione naturale per la coltivazione di vitigni autoctoni da sempre, come Nero d’Avola, Gaglioppo, Maglioppo, Cesanese, Greco Bianco, Primitivo, Aglianico, Nerello Mascalese, Cannonau, Malvasia Puntinata, Susumaniello, Bombino, Carricante, il Fiano, la Falanghina, solo per citarne alcuni.
Territori da considerarsi per la viticoltura a pieno titolo “felix”, pur con le dovute differenze, sin dall’antichità più remota, grazie all’estrema vocazione di suoli, pedoclima e posizione geografica. Quando parliamo di vini di queste terre parliamo anche di nettari derivanti da suoli vulcanici, ricchi di fosforo, magnesio e potassio, da cui derivano prodotti minerali, dotati di freschezza, complessità e sapidità uniche.
Aree geografiche sulle cui coste approdarono Fenici e Greci a partire da XII sec. a.C., portando con sé i vitigni più pregiati, oggi gran parte del patrimonio ampelografico del Sud. Luoghi che, in seguito, prima gli Etruschi e poi i Romani resero celebri perché associati ai grandi vini del tempo, presenti su tutte le tavole della nobiltà che contava e resi degli status symbol ante litteram: si pensi ai vini Falernum, Caecubum, Taburnum, solo per citarne alcuni, osannati e raccontati anche da Plinio il Vecchio e da Virgilio. Da sempre, inoltre, terra di conquista, in seguito tale patrimonio si è arricchito dei vitigni introdotti grazie alle successive dominazioni subite nel corso dei secoli: si pensi ai vitigni giunti da Francia e Spagna, assieme ad Angioini, Aragonesi, Borbone.
Come se non bastasse, l’importanza anche storica dei vini del nostro Sud si è ulteriormente arricchita grazie ad una scoperta risalente a meno di due anni fa che, in parte, riscrive la storia della viticultura dell’intero Mediterraneo occidentale, attuata ad opera dei ricercatori dell’Università di Cagliari. Nel sito nuragico di Sa Osa (OR) sono stati ritrovati semi di vitis vinifera (riconducibili alle famiglie di Vernacce e Malvasie), risalenti a circa 3000 anni fa, a dimostrazione che in Sardegna la viticoltura sia stata un fenomeno autoctono, e non importato da Fenici e Greci.
Beviamoci Sud si propone di diffondere ed evidenziare l’eccezionale valore enoico, storico e culturale di questi territori.
A tal fine, quest’anno la grande novità è stata anche la partecipazione straordinaria di Gabriele Gorelli, Master of Wine e Daniele Cernilli, che hanno collaborato con noi nella veste di Direttore Tecnico andando a curare parte dei seminari della manifestazione.
SEMINARI E LABORATORI
SEMINARIO
Seminario ASSOVINI SICILIA “Sfumature di rosso nella Sicilia orientale” a cura di Daniele Cernilli “Doctor Wine” e del Master of Wine Gabriele Gorelli.
Esperienza unica quella vissuta al seminario con la degustazione narrata da due protagonisti di eccezione del mondo del vino. Il grande maestro conosciuto come doctor wine, che oltre ad essere uno dei maggiori esperti di vino al mondo, edita insieme al suo staff, le famose guide di cui ogni tanto vi racconto. E poi il numero uno a livello mondiale, il Master of Wine Gabriele Gorelli. La degustazione accompagnata da loro è stata unica e piacevole ed ha fatto apprezzare ancor più i grandi vini proposti.
CERASUOLO DI VITTORIA CLASSICO AMARANTO 2018 – TENUTA SANTO SPIRITO
DOPPIOZETA ZISOLA 2017 – NOTO ROSSO DOC MAZZEI VITICOLTORI I S
SAIA 2019 NERO D’AVOLA – FEUDO MACCARI
Vini in degustazione
Andrea Petrini
Masterclass ASSOVINI SICILIA
BANCHI DI ASSAGGIO,
Attraverso banchi di assaggio e seminari sono state valutate le diverse declinazioni territoriali del nostro Sud. Grande importanza è stata data proprio ai seminari (nostro punto di forza), che hanno avuto l’obiettivo di approfondire, tramite degustazioni orizzontali o verticali, le caratteristiche principali dei vari terroir e dei loro vitigni di elezione.
Nelle immagini alcuni dei produttori presenti all’evento che ho incontrato
Fabrizio Santarelli Castel De Paolis
Vignaioli in Grottaferrata
Giovanni Aiello Enologo
Sara Costantini Villa Simone
Emanuele Ranchella Vignaioli in Grottaferrata
Andrea Lenci (primo piano) e Michela Donati HORETICA
Giovanni Aiello e Saula Giusto
Alcuni scatti dei banchi d’assaggio
I banchi d’assaggio sono sempre una gradita occasione per incontrare i produttori, che sempre più spesso diventano anche persone con cui condividiamo un sano rispetto reciproco.
Sala
Marilina Nappi Claudia Massa
Giusy Ferraina Sanvitis
Sanvitis
Martina Baratta Francesca Piromalli Masseria Jorche – Versamiancora
Raffaele Troisi Vadiaperti
Merumalia
Merumalia
L’Avventura
Maria Laura Cappellini Cifero
Cantina Cifero
Eredi dei Papi
GLI ORGANIZZATORI:
Riserva Grande
Da oltre dieci anni RISERVA GRANDE ACADEMY promuove la cultura del vino attraverso corsi amatoriali e professionali frequentati, negli anni, da oltre 8000. Riserva Grande Academy è la delegazione romana della Scuola Europea Per Sommelier, ramificata nelle principali città europee e in altri stati. La promozione della cultura del vino costituisce da sempre la mission di Riserva Grande, attraverso Corsi Amatoriali e Professionali, Master di approfondimento e Wine Tours. Grandi eventi vengono realizzati nel corso dell’anno, come Nebbiolo Nel Cuore e Beviamoci Sud.
Andrea Petrini
Classe ’74, romano Doc, nel 2008 si è diplomato sommelier AIS e nello stesso anno ha aperto uno dei primi wine blog in Italia: Percorsi di Vino. Un anno dopo nasce Enoclub Roma, per valorizzare il vino del Lazio. La passione aumenta sempre più così come la voglia di comunicare in generale tutta l’enogastronomia italiana. Diventa responsabile eventi Slow Food Roma, degustatore e relatore AIS e da anni collabora con molti siti e riviste di settore come il Gambero Rosso online, Vinix Digest e Garantito IGP. Organizza wine tasting in tutta Italia e grandi eventi con Riserva Grande.
Luciano Pignataro
Laureato in filosofia e giornalista de Il Mattino, per il quale cura dal 1995 una rubrica
settimanale sul vino. Dal 1998 al 2017 collabora con la guida I Ristoranti d’Italia de L’Espresso e dal 2018 per il supplemento food con il Gazzettino di Venezia. Nel 2008 ha vinto il premio Luigi Veronelli come miglior giornalista enogastronomico emergente dell’anno. Sul proprio sito cura un blog dedicato all’enogastronomia.
Coordinatore per Slow Wine di Basilicata, Calabria e Campania, è stato tra i collaboratori della guida edita da Slow Food Editore sino alla edizione 2019. Professore a contratto presso il Dipartimento di Agraria della Federico II.
MEDIA PARTNER:
Anche per questa edizione il Media Partner dell’evento sarà Vino.tv di Chiara Giannotti, una grande esperta e comunicatrice enogastronomica, che ha creato ormai più di sette anni fa il noto blog Vino.tv. Chiara è già pronta ai blocchi di partenza con in suo microfono e dispositivi video per intervistare i produttori presenti alla manifestazione nel suo stile competente, ma anche fresco e spontaneo, capace di arrivare efficacemente sia ad un pubblico di esperti che di semplici appassionati.
LA LOCATION: Per questa nuova edizione abbiamo scelto l’Hotel Villa Pamphili quale location più adeguata. La struttura, infatti, è uno storico indirizzo della Capitale che proprio pochi mesi fa ha riaperto dopo un restyling firmato da Dexter Moren Associates che ha trasformato l’hotel, sito nella Valle dei Casali, cuore verde della città, in un lussuoso urban resort dotato di tutti i servizi e le sale necessarie per gli amanti del vino.
Racconto di un viaggio di fine estate, un periodo molto bello della mia vita. La magia dell’avventura unita alla magia dei luoghi ha contribuito a rendere questo viaggio unico e indimenticabile.
Primo insediamento della Magna Grecia, Ischia è sempre stata avvolta da un’aurea di mistero. Sin dall’antichità storia e leggenda si sono intrecciate a tal punto da non riuscire spesso a districare l’una dall’altra. All’ora come ora…
Dominata dal gigante buono dell’Epomeo, dove si dice si trovi uno dei punti di accesso al mondo sotterraneo, l’isola è ricca di straordinarie bellezze naturali. Storie di mare, tanto tanto mare, ma anche storie di terra.
Girando l’isola tanti sono gli appezzamenti, i terrazzamentidi vite che si inerpicano tra le colline, fin su le pendici del Monte Epomeo; il terreno vulcanico, così ricco di sostanze nutritive, fa di Ischia una delle aree vinicole più importanti della Regione Campania. Furono i Greci a portare qui le prime viti e a dare loro il nome che è stato tramandato fino ai giorni nostri.
In pieno periodo di vendemmia non è facile poter visitare cantine. Qui ce ne sono non molte ma di pregio. Una di queste e’ la Cantina Cenatiempo che oltre ad essere di elevato spessore, è stata di un’ospitalità sorprendente.
Bellissime le vigne di Biancolella, Piedirosso (Per’e Palummo) e Forastera che degradano verso il mare … il dio Bacco che si protende fino a toccare il potente dio Nettuno….
La Cantina
Il Biancolella
Federica Predoni
Ischia
L’azienda Cenatiempo affonda le sue origini nel lontano 1945, quando. Francesco Cenatiempo, un giovane ischitano, con coraggio avvia una piccola cantina sul porto. Inizialmente le uve erano acquistate dai conferitori per produrre solo vino sfuso. Grazie all’aumento progressivo del turismo sull’isola, nasce l’esigenza di produrre e imbottigliare un vino ischitano. E’ il 2007 quando il figlio Pasquale prende in affitto circa 6,5 ettari di terreno vitati, tra i quali quelli che si trovano alle pendici del Monte Epomeo, a un’altitudine di circa 600 metri, suddivisi ora in ben 17 appezzamenti.
Federica Predoni, moglie di Pasquale Cenatiempo, ci ha mostrato i vigneti, la cantina e fatto degustare i loro vini; l’abbiamo intervistata e ripresa nel video che segue
I vini ischitani sono vini di grande espressione grazie al territorio e al terreno. Infatti il fattore ambientale è così importante perchè trattandosi di un’isola è costantemente battuta dalla brezza marina che favorisce la ventilazione delle viti e apporta salinità ai terreni. I terreni sono vulcanici quindi molto ricchi di sostanze nutritive e minerali, grazie ai quali i vini, coltivati con basse rese, si esprimono con grande intensità all’olfatto e al palato e con grande eleganza.
Il mio primo sagrantino, lo ricordo benissimo, fu proprio un Antonelli.
La Antonelli San Marco è una delle più antiche aziende vinicole di Montefalco, la sua fondazione, da parte di Francesco Antonelli, risale al lontano 1881. Proprietà della Curia Arcivescovile di Spoleto nonché residenza estiva dell’Arcivescovo della città, pochi erano gli ettari destinati alla produzione del vino, la maggior parte del terreno era volta alla produzione di olio e granaglie.
L’arco da cui si accede alla tenuta Antonelli, divenuto simbolo della Cantina.
Quando Francesco Antonelli acquista i terreni inizia a piantare viti di varietà locali: il Trebbiano Spoletino, Sangiovese e altre varietà attualmente scomparse. Anche il Sagrantino era già presente ma in quantità molto limitata. Francesco stravolse tutto. Fece costruire un edificio centrale dove le uve venivano conferite nella parte più alta e, una volta pigiate, per caduta il mosto passava ai piani inferiori dove un tempo si trovavano le vasche di cemento e botti di quercia per l’affinamento e dove oggi si trovano i locali dedicati all’ospitalità. In controtendenza rispetto ad altre zone dell’Umbria dove il vino veniva già imbottigliato dagli anni sessanta, qui è solo a partire dagli anni settanta che si abbandona la vendita del vino sfuso quando si iniziò a capire il vero valore del Sagrantino e a comprendere che era un vino con un grande potenziale e non semplicemente un vino di pronta beva.
Il proprietario attuale è Filippo Antonelli. Filippo,pur mantenendo le tradizioni di famiglia, ha introdotto molte innovazioni nell’ azienda,. Uno dei cambiamenti importanti è avvenuto negli anni novanta quando venne costruita la attuale cantina di dimensioni maggiori della precedente ma con lo stesso metodo di lavorazione, per caduta dal piano superiore. Il mosto, scendendo verso i piani inferiori, finisce in vasche in acciaio per la fermentazione a temperatura controllata. Le vasche in cemento a forma di tulipano conferiscono poi una giusta micro-ossigenazione che permette di smussare il tannino, tipico ed evidente nel Sagrantino, rendendolo più morbido ed elegante e di conseguenza più piacevole.
Filippo Antonelli
Altri recipienti presenti sono le tre tipologie di anfore in terracotta e in ceramica di Albissola destinate all’affinamento di una vigna di Trebbiano Spoletino di poco più di due ettari disposta a cerchio. Infatti essa, come la bottiglia, è chiamata “Tenuta Tonda” che attualmente è il bianco di punta della Antonelli San Marco. La prima bottiglia uscì nel 2013 e ogni anno da allora è stata una ricerca continua per capire la combianzione ottimale di anfora e di macerazione a cui sottoporre questo vino che rimane per ben sei mesi a contatto con le bucce.
Passando nella bottaia troviamo recipienti di varie dimensioni, rigorosamente di quercia bianca austriaca Stockinger. La scelta non è stata casuale. Grazie a ricerche approfondite è stata trovata una grande somiglianza con la quercia umbra, di cui ormai si trovano pochi esemplari, che ha la caratteristica di cedere poche sostanze al vino, che invece si eleva grazie alla preziosa micro ossigenazione. La permanenza in legno dura dai 12 mesi del Montefalco Rosso ai 40 mesi del cru Chiusa di Pannone Montefalco Sagrantino DOCG e Molino dell’Attone Montefalco Sagrantino DOCG.
Il periodo della vendemmia inizia a settembre e si protrae per tutto ottobre ed è possibile assistere a tutte le fasi della lavorazione dell’uva. Dalla vendemmia del 2009 è iniziato il processo di conversione in agricoltura biologica, che come noto dura tre anni, quindi dalla vendemmia 2012 tutte le bottiglie sono certificate biologiche come avviene anche per gli altri prodotti dell’azienda come olio e leguminose.
Attualmente la proprietà si estende su 200 ettari di cui 60 sono gli ettari vitati. I vitigni piantati sono: il Trebbiano Spoletino, il Grechetto, il Sangiovese, il Montepulciano (che concorre per la produzione del Montefalco Rosso) e infine il vitigno più importante, il Sagrantino.
È in fase di realizzazione un nuovo edificio che ospiterà un locale destinato all’appassimento e una bottaia più grande di quella esistente per consentire di arrivare a una produzione di 400.000 bottiglie l’anno. Sarà per me un onore e un privilegio partecipare all’evento di inaugurazione.
La degustazione
Sono stato accolto da Luca Rosati che mi ha mostrato l’azienda e parlato della storia della cantina. Dopo aver fatto un giro in cui mi sono reso conto dell’attenzione posta in ogni fase della produzione, mi ha accompagnato alla sala riservata alle degustazioni facendomi provare gran parte della linea di vini.
I vini in degustazione in occasione della visita sono stati:
Roberto Angelini della Enoteca Properzi a Spello (PG).
Spello, piccolo e bellissimo borgo medievale, nasconde nel suo centro storico uno scrigno prezioso, l’enoteca Properzi. Nonostante sia molto nota, per me è stata veramente una grande sorpresa. Non è una enoteca qualsiasi ma è un posto dove una volta entrati non si vorrebbe uscire più, è la Mecca degli appassionati di vino. Infatti, a mio avviso, è una delle più affascinanti enoteche d’Italia, conosciuta anche a livello mondiale grazie ai numerosi eventi organizzati soprattutto in America e in Asia. Un posto suggestivo inserito in un edificio medievale con soffitti a volta, che si dipana in varie stanze su più livelli dove troviamo solo vini di grande pregio e si rimane a bocca aperta vedendo i più Grandi Baroli, i grandi “Super Tuscan”, vecchie annate e vari formati che fanno venire i brividi solo ad immaginare il costo.
Scendendo qualche scalino si arriva in una piccola sala circondata dai vini, arredata in legno antico con qualche tavolo dove è possibile mangiare piatti tipici umbri e e abbinarli a una buona bottiglia. Io ho potuto mangiare, oltre a vari assaggi di prelibatezze varie, delle tagliatelle con il tartufo grattato al momento, piatto semplice ma incredibilmente buono, abbinato a un ottimo Sagrantino Rosso della Cantina Scacciadiavoli.
Accanto all’enoteca, una sala dedicata alle degustazioni.
Il Sig. Roberto Angelini, la cui famiglia gestisce l’enoteca da 6 generazioni, è il grande Maestro, amico dei più grandi produttori di vino italiani e francesi, è artefice del successo della sua enoteca dove si possono trovare etichette introvabili.
Parlare con lui è un piacere tanto che il tempo trascorso è sempre poco perché ha così tante cose da raccontare su vini e personaggi, che starei giorni ad ascoltarlo. All’inizio un po’ schivo ma poi si è aperto con una grande simpatia mostrandomi con orgoglio centinaia di bottiglie rare , anche uniche. Mentre mi parla intravedo nei suoi occhi tutta la sua passione e dedizione per il suo lavoro.
Io l’ho trovato una persona adorabile e lo ringrazio per la gentilezza e la cortesia che mi ha rivolto invitandomi a vedere questo posto unico nel suo genere.
Se sei un appassionato o appassionata di vino, non puoi non visitare L’enoteca Properzio.
Castiglione in Teverina (VT) 26 settembre 2021 – a cura della rivista Il Sommelier Magazine e F.I.S.A.R.
Vi siete mai chiesti cosa accade ai nostri sensi quando ci approcciamo a un bicchiere di vino? Le nostre percezioni e i comportamenti visti dal punto di vista delle neuro scienze.
Il 26 settembre si è tenuto a Castiglione in Teverina la presentazione del nuovo eBook a cura della rivista “Ilsommelier Magazine”, dal titolo IL CERVELLO DI BACCO in cui vengono esposti gli studi svolti da una squadra di esperti sulla relazione tra neuro scienze e degustazione. Uno studio molto interessante per interpretare i comportamenti della nostra mente quando ci approcciamo al vino. La presentazione è avvenuta nella sala convegni del MUVIS, Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari alla presenza di molti ospiti Sommelier e esperti di vino e della comunicazione del vino.
Bella la cornice del famoso Museo del Vino e del paese che ci ha ospitato con gli onori di casa fatti proprio dal Sindaco, Leonardo Zannini. Un grazie particolare alla Delegazione FISAR Viterbo, che ha organizzato l’evento curando ogni dettaglio accogliendo gli ospiti con calore.
Il progetto è stato reso possibile grazie al lavoro di squadra di 21 autori che sono Consiglieri, Relatori, Docenti e Delegati delle varie Delegazioni FISAR.
Tra i relatori presenti che hanno illustrato i punti salienti di questo eBook, cito: La Dott.ssa Alice Lupi Direttrice della rivista Il Sommelier Magazine che ha condotto l’evento , il Dott. Luigi Terzago Presidente Nazionale FISAR che ha aperto il convegno, Prof. Antonio Mazzitelli che ha illustrato lo scopo dell’eBook e gli studi diagnostici condotti, Lorenzo Boscherini ci ha parlato della linguistica e della sua importanza, Mariella Dubbini ci ha parlato delle emozioni che si possono trasmettere in un approccio edonistico in luogo di un approccio tecnico. Orietta Bigiarini ha illustrato invece il gusto, Enrico Zamboni gli errori e delle scelte, Cristina Baglioni (Delegata FISAR Viterbo) che è intervenuta parlando di relazione tra neuro scienze e marketing.
Lavoro di squadra che ha reso possibile la realizzazione di questo eBook, che non vedo l’ora di acquistare, a decorrere dal prossimo 24 ottobre sul sito della rivista IL SOMMELIER MAGAZINE.
Grazie a una intuizione di Tiziana Torelli e Saula Giusto, il Consorzio dei Vignaioli di Grottaferrata, hanno organizzato una l’incontro nell’incontro, e Albertowinelover è stato gentilmente invitato insieme ad autorevoli esponenti della comunicazione del vino.
Roma Conegliano
Competizione che ha unito lo sport del Volley femminile alla enogastronomia. Bellissima iniziativa che ha visto il confronto sportivo tra le Wolves Roma Volley Club femminile @acquaesaponeofficial contro le Pantere della Prosecco DOC Imocovolley Conegliano per il campionato di Serie A1. In occasione del match che si è concluso 3-0 per la squadra ospite, si è tenuta una degustazione di vini nell’area Ospitality del Palazzetto dello Sport di Roma Palalottomatica, con assaggi dei vini dei @vignaioliingrottaferrata organizzata dalla Responsabile Media e Comunicazione Saula Giusto – Roma Wine Experience. Aziende protagoniste Villa Cavalletti che oltre a presentare i suoi vini e prodotti locali, è anche la sede dove si allenano le atlete della Volley Roma. Inoltre in degustazione i grandi bianchi di Cantina Emanuele Ranchella per non parlare dei vini di La Torretta.bio , Agricoltura Capodarco e ovviamente ospite d’onore, lebollicine più famose d’Italia, il Prosecco rappresentato da Prosecco DOC Conegliano.
Nei miei girovagare per le cantine del Lazio, ho sempre più la conferma che il livello qualitativo dei vini è in netta crescita. Continua è la ricerca da parte dei vignaioli laziali, di produrre un buon vino nel pieno rispetto della natura e della sostenibilità. Le visite in cantina sono un’esperienza unica e forte è la percezione dell’impegno che quotidianamente viene profuso per trasformare il lavoro della vigna nel vino che troviamo nel bicchiere.
Nonostante la consapevolezza della crescita del target qualitativo però, mai mi sarei aspettato di trovare tanta ricerca del dettaglio nei minimi particolari come durante la visita ad Ômina Romana.
Ci troviamo vicino a Velletri in provincia di Roma. Qui la famiglia italo-tedesca Börner, acquistò nel 2007 i terreni dove oggi sorge l’azienda prodruttrice di vini di così grande pregio e qualità.
Tutto ha inizio da quando il Dott. Anton F. Börner, grande esperto mondiale di vini pregiati, ha il sogno di produrre lui stesso vini importanti. Börner si mette così alla ricerca di un territorio vocato, all’altezza delle sue aspettative. La ricerca lo porta in Italia e in particolare nella zona dei colli laziali dove da più di 600.000 anni sorge l’antico complesso vulcanico dei Colli Albani, una delle più importanti e floride aree vulcaniche dell’Italia centrale. Le colate laviche hanno sedimentato strati di magma formando nel tempo terreni pozzolanici ricchi di argilla e sabbia in quantità che variano a seconda della posizione e dalla distanza dall’antico cratere che, con le sue eruzioni ha lasciato in eredità a questo territorio dei terreni ricchi e fertili.
L’interesse di Börner per questa zona fu immediato. Subito si informò per capire se vi fossero i presupposti fondamentali per fare questo investimento. Indispensabile era conoscere le caratteristiche pedo-climatiche, quello che i francesi chiamano “terroir”. Inizia così un grande lavoro di ricerca e di zonazione delle caratteristiche pedologiche del terreno che portò a quello che vediamo oggi, un’azienda che si estende per una superficie di circa 87 ettari di cui 60 vitati.
Il sogno del Sig. Börner si tramuta in un progetto, in una sfida: produrre grandi vini in un territorio che per anni non ha goduto di grande fama ma, grazie a un meticoloso lavoro e una squadra degna di nota potrà puntare in alto. Non a caso il logo dell’Azienda è rappresentato dalla Fenice, proprio a sottolineare la rinascita di un territorio, l’auspicio che esso possa tornare alla gloria di un tempo.
Paola Pacheco
Simone Sarnà
Simone Sarnà
La squadra vincente è così composta: l’agronoma Paola Pacheco, l’enologo Simone Sarnà e il consulente Claudio Gori. Tutti a capo di un team qualificato dove prevale la componente femminile.
L’Azienda sorge su un territorio collinare che, dolcemente degrada in direzione del mare Tirreno da dove spirano costantemente brezze marine. Alle spalle i Monti Lepini rappresentano una barriera naturale ai venti potenzialmente dannosi dai quali scende aria fresca che garantisce uno sbalzo termico ideale per conferire freschezza alle uve, donando struttura, corpo e longevità.
Inizialmente, fino al 2011, sono stati fatti i sondaggi del terreno grazie ai quali si è scoperto che è composto in parte da una tessitura prevalentemente argillosa adatto alla coltivazione di vitigni a bacca rossa e in parte da una tessitura prevalentemente sabbiosa, adatto alla coltivazione di vitigni a bacca bianca. Effettuati gli studi sul terreno, la fase successiva è stata la piantumazione delle barbatelle che è avvenuta a mano, attraverso un lavoro meticoloso in cui sono stati segnati a terra i tracciati dei filari, in modo che fossero orientati verso il mare, così che la brezza mantenga costantemente asciutti i grappoli, per evitare ristagni di umidità, preservandoli dalle malattie funginee. Ogni filare è stato identificato con un cartellino e quindi ogni varietà ha la giusta posizione che viene catalogata con un lavoro di estrema precisione.
Tra un filare e l’altro si utilizza il sistema dell’inerbimento. Lavorando a filari alterni poi si preserva l’ossigenazione del terreno evitando il compattamento dello stesso. La tecnologia, utilizzata in modo del tutto sostenibile, viene in aiuto all’uomo grazie all’utilizzo di una stazione metereologica alimentata con un pannello fotovoltaico, quindi autosufficiente dal punto di vista energetico, che analizza i dati relativi a vento, temperatura, umidità, percentuale di pioggia e irraggiamento solare. Un particolare sensore misura l’umidità residua sulla superfice fogliare i cui giusti valori sono fondamentali per la lotta fito-sanitaria delle piante.
Stazione Meteo
Passando alla cantina, l’enologo Simone Sarnà ci spiega che la raccolta dell’uva avviene principalmente per omogeneità di maturazione ottenuta grazie a un’attenta analisi chimica in cui sono analizzati i valori di acidità, zuccheri ecc., e a una analisi sensoriale dei chicchi dei vari cloni effettuata appunto dall’agronoma e dall’enologo. Altro criterio seguito è per omogeneità di appezzamento. Una volta in cantina l’uva, viene sottoposta alla macerazione prefermentativa a freddo. Sia quella bianca che quella rossa, è messa a contatto con il ghiaccio secco che permette una rapida estrazione delle sostanze che altrimenti si otterrebbero con la macerazione alcolica, senza esaltare il tannino e conferendo già inizialmente un colore intenso (per i rossi). La macerazione prefermentativa a freddo può essere utilizzata soltanto su uve che hanno raggiunto il giusto punto di maturazione e questo si ottiene grazie all’esame sensoriale, come ho detto sopra, e dura circa 12 ore per i bianchi e circa 48 ore (o anche più) per i rossi.
Per alcune varietà di uva, in particolare per quelle a bacca rossa, la vinificazione viene svolta, in parte in vasche d’acciaio da 25 e 50 Hl, e in parte in barriques, per poi essere successivamente ri-assemblate e travasate nel legno alla fine della fermentazione alcolica. Ed è proprio nella barrique la fermentazione malolattica che risalta ulteriormente il bouquet aromatico.
Nella bottaia con Katharina Börner
Per i vini bianchi della linea Ars Magna invece, la fermentazione e l’affinamento avviene in barriques mettendo in botte direttamente il mosto-vino a temperatura bassa di fermentazione. In questo modo, mettendo il mosto prima che abbia inizio la fermentazione, gli esteri non sono stati ancora prodotti quindi non vengono ceduti al legno che invece assorbe acqua, concentrando di più la massa.
Una chicca dell’Azienda è un particolare tino di acciaio che è stato brevettato da proprio Ômina Romana nel 2013, che consente di produrre una quantità di vino pari a poco più del 10% del totale delle masse in affinamento, contenente un’alta concentrazione di aromi eche poi verrà utilizato come aggiunta, quasi come una pozione magica, al resto del vino. L’attenzione alla qualità passa anche per la pulizia e l’igiene della cantina e qui non manca certamente. Per entrare in cantina ho dovuto indossare anche i copri scarpe proprio per ridurre al minimo qualsiasi forma di inquinamento dell’ambiente.
Oggi l’Azienda Ômina Romana, dove Ômen dal latino significa “buon presagio”, è gestita con grande competenza e a tempo pieno dalla figlia Katharina che segue ogni momento e fase della produzione stando ben attenta alla qualità che non deve scendere mai a compromessi con le leggi di mercato. Ogni vino verrà messo in bottiglia SOLO se ha i requisiti di eccellenza che l’azienda si è prefissata fin dall’inizio, altrimenti non verrà messo in vendita. Un’attenzione costante, che come detto, inizia dalla vigna fino alla cantina e dove innovazione e tecnologia non sostituiscono la tradizione ma la supportano in modo efficace per far sì che il prodotto finale sia assolutamente eccellente.
Alla fine della visita ho avuto l’opportunità di degustare,
i vini bianchi: CHARDONNAY 2019, HERMES DIACTOROS II 2019, VIOGNIER ARS MAGNA 2017.
I vini rossi: CESANESE 2016, MERLOT linea ARS MAGNA 2016 e CABERNET FRANC linea ARS MAGNA 2015.
Solo per la degustazione bisognerebbe scrivere un articolo a parte proprio per descrivere le caratteristiche di ciascun vino. Infatti, concludendo, ho avuto modo di apprezzare al bicchiere l’enorme lavoro che viene svolto in ogni fase, trovando effettivamente la qualità che solo i grandi vini da invecchiamento possono dare.
Ringrazio Katharina per avermi invitato e per avermi dato l’opportunità di conoscere la realtà di Ômina Romana, sono onorato e lieto di poterla condividere con i miei follower attraverso questo articolo.
A seguito il comunicato stampa rilasciato da UGIVI
COMUNICATO STAMPA
“ASPETTI GIUS-ECONOMICI DELL’EXPORT DI VINO ITALIANO”
AL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR CONVEGNO UGIVI
Domenica 4 luglio 2021
UGIVI, ovvero l’Unione Giuristi della Vite e del Vino (UGIVI, www.ugivi.org) è un’associazione indipendente e senza fine di lucro, costituita a Milano nel 1997 e con sede a Verona, la cui Delegazione per il Piemonte e la Valle d’Aosta è ospitata presso il Castello di Grinzane Cavour, sito Unesco e sede della prestigiosa Enoteca Regionale Piemontese Cavour.
I componenti di UGIVI sono avvocati, magistrati, docenti universitari, personalità ed esperti che hanno acquisito particolari conoscenze nelle materie giuridiche vitivinicole.
Scopo dell’Associazione è approfondire gli studi in materia di diritto vitivinicolo nel campo delle discipline comunitaria, nazionale e internazionale.
Come già avvenuto in precedenti occasioni, UGIVI svolgerà un importante convegno in tema giuridico-vinicolo: l’appuntamento è per domenica 4 luglio 2021 a partire dalle ore 9.00 nelle sale del Castello appartenuto allo statista piemontese.
Oggetto dell’incontro, una disamina approfondita delle problematiche coinvolgenti le imprese vinicole che esportano i propri prodotti nei paesi extracomunitari, operanti nel contesto di accordi internazionali spesso di difficile attuazione in quanto condizionati dalle leggi dei singoli stati.
Ma si parlerà anche di ciò che concretamente il nostro Paese ed i nostri produttori ed esportatori possono fare se guidati da una conoscenza approfondita dei mercati esteri e della loro legislazione.
Un convegno di prestigio, dunque, al quale l’Enoteca dà il benvenuto augurando che i lavori rappresentino un proficuo ed utile apporto di conoscenza per la fondamentale comunità produttiva vinicola del nostro territorio.
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