Alla 31ª edizione il Merano Wine Festival inizia a scaldare i motori
THE WINEHUNTER GUIDE 2022 & MERANO WINEFESTIVAL
Entrare a far parte della famiglia del Merano Wine Festival significa superare un’accurata selezione svolta da 12 commissioni d’assaggio.
Queste commissioni, formate e gestite da Helmuth Koecher, The WineHunter e patron di uno degli eventi più riconosciuti per il settore enogastornomico, lavorano durante tutto l’anno per selezionare quei prodotti che per caratteristiche teniche, emozionalità e particolarità rappresentano l’eccellenza del settore enogastronomico nazionale e internazionale.
Un lavoro che non permette solo la partecipazione agli eventi firmati The WineHunter, in particolare il Merano WineFestival, ma una guida a quei prodotti che al meglio esprimono una filosofia: “Excellence is an attitude!”
Questo è lo spirito con cui vengono individuate le aziende che avranno poi l’accesso, secondo deteminati criteri, alla kermesse meranese.
Un’occasione di incontro unica ed emozionante, dove non è solo la degustazione dei prodotti il focus, ma anche l’approfondimento delle tematiche più discusse e importanti per il settore vitivinicolo e gastronomico.
Siamo lieti di annunciare che le selezioni di quest’anno porteranno alla stampa della “THE WINEHUNTER GUIDE 2022”, una guida dedicata a tutte le aziende che hanno ricevuto un riconoscimento The WineHunter Award!
Un viaggio, il viaggio di Helmuth Koecher e delle commissioni d’assaggio attraverso i sapori e gli aromi della nostra Italia, con qualche tocco di particolarità internazionale!
Roberto Angelini della Enoteca Properzi a Spello (PG).
Spello, piccolo e bellissimo borgo medievale, nasconde nel suo centro storico uno scrigno prezioso, l’enoteca Properzi. Nonostante sia molto nota, per me è stata veramente una grande sorpresa. Non è una enoteca qualsiasi ma è un posto dove una volta entrati non si vorrebbe uscire più, è la Mecca degli appassionati di vino. Infatti, a mio avviso, è una delle più affascinanti enoteche d’Italia, conosciuta anche a livello mondiale grazie ai numerosi eventi organizzati soprattutto in America e in Asia. Un posto suggestivo inserito in un edificio medievale con soffitti a volta, che si dipana in varie stanze su più livelli dove troviamo solo vini di grande pregio e si rimane a bocca aperta vedendo i più Grandi Baroli, i grandi “Super Tuscan”, vecchie annate e vari formati che fanno venire i brividi solo ad immaginare il costo.
Scendendo qualche scalino si arriva in una piccola sala circondata dai vini, arredata in legno antico con qualche tavolo dove è possibile mangiare piatti tipici umbri e e abbinarli a una buona bottiglia. Io ho potuto mangiare, oltre a vari assaggi di prelibatezze varie, delle tagliatelle con il tartufo grattato al momento, piatto semplice ma incredibilmente buono, abbinato a un ottimo Sagrantino Rosso della Cantina Scacciadiavoli.
Accanto all’enoteca, una sala dedicata alle degustazioni.
Il Sig. Roberto Angelini, la cui famiglia gestisce l’enoteca da 6 generazioni, è il grande Maestro, amico dei più grandi produttori di vino italiani e francesi, è artefice del successo della sua enoteca dove si possono trovare etichette introvabili.
Parlare con lui è un piacere tanto che il tempo trascorso è sempre poco perché ha così tante cose da raccontare su vini e personaggi, che starei giorni ad ascoltarlo. All’inizio un po’ schivo ma poi si è aperto con una grande simpatia mostrandomi con orgoglio centinaia di bottiglie rare , anche uniche. Mentre mi parla intravedo nei suoi occhi tutta la sua passione e dedizione per il suo lavoro.
Io l’ho trovato una persona adorabile e lo ringrazio per la gentilezza e la cortesia che mi ha rivolto invitandomi a vedere questo posto unico nel suo genere.
Se sei un appassionato o appassionata di vino, non puoi non visitare L’enoteca Properzio.
A seguito il comunicato stampa rilasciato da UGIVI
COMUNICATO STAMPA
“ASPETTI GIUS-ECONOMICI DELL’EXPORT DI VINO ITALIANO”
AL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR CONVEGNO UGIVI
Domenica 4 luglio 2021
UGIVI, ovvero l’Unione Giuristi della Vite e del Vino (UGIVI, www.ugivi.org) è un’associazione indipendente e senza fine di lucro, costituita a Milano nel 1997 e con sede a Verona, la cui Delegazione per il Piemonte e la Valle d’Aosta è ospitata presso il Castello di Grinzane Cavour, sito Unesco e sede della prestigiosa Enoteca Regionale Piemontese Cavour.
I componenti di UGIVI sono avvocati, magistrati, docenti universitari, personalità ed esperti che hanno acquisito particolari conoscenze nelle materie giuridiche vitivinicole.
Scopo dell’Associazione è approfondire gli studi in materia di diritto vitivinicolo nel campo delle discipline comunitaria, nazionale e internazionale.
Come già avvenuto in precedenti occasioni, UGIVI svolgerà un importante convegno in tema giuridico-vinicolo: l’appuntamento è per domenica 4 luglio 2021 a partire dalle ore 9.00 nelle sale del Castello appartenuto allo statista piemontese.
Oggetto dell’incontro, una disamina approfondita delle problematiche coinvolgenti le imprese vinicole che esportano i propri prodotti nei paesi extracomunitari, operanti nel contesto di accordi internazionali spesso di difficile attuazione in quanto condizionati dalle leggi dei singoli stati.
Ma si parlerà anche di ciò che concretamente il nostro Paese ed i nostri produttori ed esportatori possono fare se guidati da una conoscenza approfondita dei mercati esteri e della loro legislazione.
Un convegno di prestigio, dunque, al quale l’Enoteca dà il benvenuto augurando che i lavori rappresentino un proficuo ed utile apporto di conoscenza per la fondamentale comunità produttiva vinicola del nostro territorio.
Siamo alle porte dell’autunno e in uno dei miei viaggi di lavoro decido di fermarmi qualche giorno a Modena. Una città nota per i prodotti di eccellenza come il Parmigiano Reggiano, il Lambrusco, i tortellini e…il famoso Aceto Balsamico di Modena.
Per un amante del buon vino come me, non è stato possibile non fare una sosta e degustare una delle essenze derivate dal frutto di bacco. A Castelvetro di Modena, uno dei borghi medievali più belli dell’Emilia Romagna, entro nella acetaia La vecchia Dispensa, dove una ragazza molto gentile mi accoglie e mi guida alla degustazione di tutti i tipi di aceto balsamico, dal più giovane IGP al più invecchiato Tradizionale. Un crescendo di profumi che si fanno via via più rotondi e profumati, dove la consistenza, passando da fluida a sempre più densa, mostra tutta la maturità e l’evoluzione che i vari passaggi nei legni gli hanno conferito.
Kit degustazione
Solitamente siamo abituati a passare tra gli scaffali del supermercato e vedere, non curanti, le numerose bottigliette di aceto balsamico. I più scrupolosi potrebbero chiedersi se si tratta di vero aceto balsamico.
A tal riguardo bisogna fare un pò di chiarezza. Balsamico può significare tutto e niente. Prima di tutto l’aggettivo balsamico indica che l’invecchiamento in legno, che come indicato in seguito, in base al disciplinare può durare anche molti anni, ha conferito all’aceto quegli aromi che lo arricchiscono in gusto e in olfatto tanto da farlo diventare un elisir. Dai tempi in cui Modena era un ducato Estense, i primi produttori lo utilizzavano come digestivo e non come condimento.
Negli anni, le tecniche si sono affinate e sono state disciplinate da Consorzi che ne garantiscono la qualità e tutelano gli acquirenti.
L‘aceto Balsamico può essere IGP e TRADIZIONALE.
L’Aceto Balsamico di Modena è ottenuto da mosti d’uva parzialmente fermentati e/o cotti e/o concentrati. L’uva proviene esclusivamente dai vitigni di Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni. Al mosto vengono aggiunti aceto di vino, nella misura minima del 10%, e una aliquota di aceto vecchio di almeno 10 anni.
ACETO BALSAMICOIGP
E’ quello più comunemente utilizzato sulle nostre tavole grazie a un disciplinare meno restrittivo, i prezzi sono più contenuti e quindisi tratta di un prodotto di più largo consumo. Questo tipo di aceto deve essere composto per il 20% da mosto d’uva cotto e concentrato, per almeno il 10% di aceto di vino, una percentuale a scelta del produttore di aceto invecchiato di almeno 10 anni e da una aggiunta di caramello per non oltre il 2% della composizione totale.
Tengo a sottolineare che, vista la varietà di prodotti presenti sul mercato, è ovvio che il prezzo fa la differenza. Possiamo trovare il prodotto commerciale a pochi euro e il prodotto artigianale che può superare i 30euro.
ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE
E’ realizzato con “solo” mosto di uve tipiche modenesi, per lo più Trebbianoe Lambruschi, Spergola e Berzemino, senza addizione di altre sostanze. La lavorazione è fatta con la cottura a fuoco diretto in caldaie a cielo aperto, naturale fermentazione e acetificazione del mosto cotto, travasi successivi tra le botticelle, lento invecchiamento sotto l’occhio vigile del produttore. Uso: prodotto di grande versatilità. Preferibilmente usato a crudo, si esprime al meglio insieme al Parmigiano Reggiano e alle fragole. Delizioso con Olio Extravergine nell’insalata. Si sposa meravigliosamente con arrosti e bolliti. Esalta profumi e sapori di ogni piatto. Ottimo se assunto come digestivo. l’Ente di Certificazione e la Commissione di Assaggiatori esperti certificano i due livelli qualitativi disponibili:
Affinato, di invecchiamento minimo di 12 anni*
Extravecchio, invecchiamento minimo di 25 anni* (capsula oro)
Le tipologie dei legni utilizzate per l’affinamento
Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena
Il Consorzio Tutela ha sede presso la Camera di Commercio CCIAA di Modena, Via Ganaceto 134, e la sede operativa in Via Canaletto 80, 41100 Modena.
Si è tenuto presso il Parco di Tor di Quinto a Roma, la ormai famosa manifestazione eno-gastronomica Vinòforum.
Ho chiesto di essere accreditato come blogger e subito la redazione mi ha risposto positivamente. La sera sono arrivato all’ingresso e sono stato accolto da Amanda, una ragazza molto attiva e simpatica. Mi ha accompagnato all’interno e offerto un prosecco di benvenuto e poi mi ha fatto vedere tutti gli stand dandomi la libertà di girare e filmare in modo che ho potuto fare delle storie da postare sui vari social. L’edizione è stata ridimensionata a causa delle norma anti Covid e durante tutto l’evento, il rispetto delle norme è stato sempre applicato vigilando sul distanziamento e sull’igiene.
Gli espositori presenti mi sono piaciuti molto e ho avuto modo di degustare vini e specialità gastronomiche varie come la Pasta Molisana, Il Ristorante Eggs, che cucina quasi ogni tipo di uovo e che era presente con la partnership di Calvisius Caviar. Molto interessante la Business Lounge, dove ho potuto degustare i vini del Friuli DOC. Poi eccezionale lo stand di Famiglia Cotarella, della Tenuta Freddano, di Etilika, Consorzio Tutela Prosecco DOC, Ferrarelle, Oleoteca ecc.
Al centro dell’area espositiva c’erano dei food corner dove mangiare piatti preparati da chef di vari ristoranti rinomati di Roma.
FAMIGLIA COTARELLA
LOCATION
Parco Tor di Quinto – Via Fornaci di Tor di Quinto, 10 (Zona Ponte Milvio) – ROMA
LA MOLISANA
TENUTA FREDDANO
RISTORANTE EGGS TESTACCIO
LA BUSINESS LOUNGE
I VINI DEL FRIULI DOC
L’AREA ESPOSITIVA
Insomma per concludere posso dire che Vinòforum ogni anno è una conferma ed è una bella occasione per gli appassionati di eno-gastronomia e altrettanto lo è per le aziende che vogliono farsi conoscere.
Grazie a Vinòforum di avermi ospitato e soprattutto grazie ad Amanda per essere stata così accogliente e disponibile con me.
Merano (BZ), 22 ottobre 2024 – Il Merano WineFestival, l’evento più glamour del panorama enogastronomico italiano, si prepara a celebrare la sua 33^ edizione dall’8 al 12 novembre 2024, introducendo una novità destinata a lasciare il segno: i prestigiosi riconoscimenti WineHunterStars. In un momento storico di profonda trasformazione per il settore vitivinicolo, la manifestazione si propone come catalizzatore di innovazione e riflessione, ponendo l’accento sul futuro della viticoltura con il tema “Quo Vadis?”.
Le Sette Stelle che Illuminano il Mondo del Vino
La serata inaugurale dell’8 novembre vedrà il Kurhaus di Merano trasformarsi in un palcoscenico d’eccezione per la premiazione delle WineHunter Stars. Il patron Helmuth Köcher consegnerà i riconoscimenti a sette personalità che hanno saputo distinguersi per talento, visione e dedizione. La rockstar Gianna Nannini, già nota per la sua passione vinicola, riceverà il premio come Wine Producer per il suo impegno nella Certosa di Belriguardo, dove ha saputo fondere arte musicale e viticoltura. Oscar Farinetti, mente visionaria dietro numerosi successi imprenditoriali, sarà celebrato come Communication Star per la sua capacità di innovare la narrativa del mondo enogastronomico.
Foto dela scorsa edizione
La chef Viviana Varese, simbolo di determinazione e creatività in cucina, si aggiudicherà la Food Star, mentre l’enologo Riccardo Cotarella, figura di riferimento internazionale, riceverà il riconoscimento come miglior Winemaker. Anna Scafuri, volto noto del Tg1 Economia, sarà premiata come Wine & Food Journalist per la sua capacità di raccontare le eccellenze italiane. A completare il settetto, Stefano Vitale, premiato come Wine Artist per le sue rivoluzionarie etichette Donnafugata, e Valentina Bertini di Langosteria, riconosciuta come miglior Wine Manager.
Un Festival che Guarda al Futuro
Il tema “Quo Vadis?” non è solo un interrogativo, ma una vera e propria chiamata all’azione per l’intero settore vitivinicolo. Il summit “Respiro e Grido della Terra”, articolato in sei incontri tra l’8 e il 9 novembre, affronterà le sfide cruciali del comparto: dalla crisi climatica alla sostenibilità ambientale, dal calo dei consumi all’apertura verso nuovi mercati internazionali. Un panel di esperti internazionali si confronterà su strategie di adattamento climatico, innovazioni in viticoltura sostenibile e sviluppo di varietà resistenti, culminando nella redazione di un Manifesto programmatico per il futuro del settore.
“Intrecci di Vite”: Dialoghi al Castello
L’edizione 2024 si arricchisce con “Intrecci di Vite”, quattro appuntamenti esclusivi ospitati nella cornice storica del Castello Principesco di Merano. In collaborazione con Liber Experience e con il supporto di Banca per il Trentino Alto-Adige, questi incontri vedranno protagonisti i più influenti interpreti del vino italiano. Particolarmente atteso il confronto tra Maurizio Zanella di Ca’ del Bosco e Vittorio Moretti di Bellavista, moderato da Oscar Farinetti, che metterà a confronto due visioni della Franciacorta. Non meno significativo l’incontro dedicato al Sangiovese, con Donatella Cinelli Colombini e il Barone Francesco Ricasoli a rappresentare due interpretazioni d’eccellenza del vitigno toscano.
Un Programma Ricco di Eventi
Il Festival si sviluppa attraverso cinque giorni intensi, aprendo l’8 novembre con bio&dynamica, dedicata a 160 produttori di vini biologici e biodinamici. Le giornate centrali vedranno la partecipazione di 330 cantine italiane e 110 internazionali, mentre il gran finale del 12 novembre sarà dedicato alle bollicine con Catwalk Champagne&More, showcasing 120 eccellenze delle bollicine internazionali.
La GourmetArena ospiterà una serie di showcooking con chef stellati, mentre il Mercato della Terra Slow Food animerà Piazza della Rena. Particolare attenzione è stata dedicata alle masterclass, con 39 appuntamenti che spaziano dai vini underwater alle eccellenze internazionali, dai Supertuscan alle bollicine di alta gamma.
Numeri da Record
L’edizione 2024 si preannuncia da record: oltre 1000 espositori, più di 3000 vini in degustazione, 250 etichette nella WineHunter Area, oltre 5400 WineHunter Awards, 32 showcooking e 6 talk tematici. I biglietti sono già disponibili su meranowinefestival.vivaticket.it, con opzioni per singole giornate o abbonamenti multipli, mentre gli operatori del settore e la stampa possono procedere con gli accrediti online.
Il Merano WineFestival 2024 si conferma così non solo come vetrina dell’eccellenza enogastronomica italiana e internazionale, ma anche come momento di riflessione e confronto sul futuro di un settore in continua evoluzione.
Una serata speciale, immersa nell’eleganza e nella storia, ha preso vita nel cuore di Roma grazie all’incontro tra due icone: il celebre vino Ruffino e lo storico locale Jackie Ó. Madrina dell’evento è stata la straordinaria Chiara Giannotti, che per una notte ha guidato gli ospiti in un viaggio alla scoperta di un patrimonio enologico che affonda le radici nel 1877.
La serata si è aperta con l’affascinante racconto di Ruffino, nato dall’intuizione imprenditoriale di due cugini toscani che portarono il loro vino oltre i confini nazionali, rendendolo famoso in tutto il mondo. Tra le storie narrate, spicca quella del Duca D’Aosta, che agli inizi del ‘900 si innamorò del Chianti Classico al punto da volerlo riservare solo per sé. Così, nel 1927, nasce la leggendaria Riserva Ducale, seguita 20 anni dopo dalla pregiata Riserva Ducale Oro. Una tradizione che continua ancora oggi, con Ruffino che rappresenta uno dei simboli dell’eccellenza vinicola italiana.
In un’atmosfera conviviale e sofisticata, gli ospiti hanno potuto degustare alcune delle etichette più prestigiose della casa, grazie agli abbinamenti curati con maestria dal sommelier Manuel. Il menù ha preso il via con un antipasto accompagnato dall’elegante Acqua di Venus, un Vermentino toscano di straordinaria freschezza, capace di esaltare ogni sapore. A seguire, sono stati presentati i grandi protagonisti della serata: il Ruffino Riserva Ducale Chianti Classico DOCG Riserva 2021, il sontuoso Ruffino Riserva Ducale Oro Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2020, e il ricco Brunello di Montalcino DOCG Groppone Mazzi 2019.
Riserva DucaleRiserva Ducale OROGreppone Mazzi
La storia di Ruffino, oggi parte del gruppo americano Constellation Brands, si intreccia con quella del Jackie Ó, in un matrimonio di gusto e stile. Le sue sette cantine in Toscana e due in Veneto continuano a produrre vini di altissima qualità, che raccontano la tradizione e il savoir-faire italiani.
Una serata che ha saputo celebrare non solo l’arte del vino, ma anche la cultura che lo circonda, in uno dei luoghi più iconici della capitale. Un brindisi a Ruffino, simbolo di eccellenza senza tempo, che continua a viaggiare nel mondo, conquistando generazione dopo generazione con la sua storia e il suo inconfondibile sapore.
Roma, 13 ottobre 2024 – Il Teatro Brancaccio ha ospitato uno degli eventi più attesi dell’anno per gli appassionati del vino: la presentazione della Guida Tre Bicchieri 2025. A 38 anni dal debutto della celebre Guida Vini d’Italia firmata da Gambero Rosso, l’edizione 2025 si conferma come uno strumento imprescindibile per vignaioli, enologi, imprenditori del vino e appassionati, consolidando il suo ruolo di riferimento nel panorama enologico italiano e internazionale.
Lanciata nel 1986, la Guida Vini d’Italia ha accompagnato l’evoluzione dell’industria del vino, contribuendo a informare, educare e far crescere un mercato sempre più consapevole. La sua longevità e la sua capacità di innovarsi anno dopo anno sono la dimostrazione di un impegno costante per celebrare e promuovere l’eccellenza enologica italiana. L’edizione 2025, tradotta in inglese, tedesco, cinese e giapponese, continua questa tradizione, facendo da ambasciatrice del vino italiano nel mondo.
Un Mondo in Continua Evoluzione
La nuova edizione della guida offre una panoramica impressionante dell’universo enologico italiano. Con oltre 24.772 referenze selezionate su circa 40.000 vini degustati, la guida rappresenta una fotografia dettagliata e ad alta risoluzione del meglio che il vino italiano ha da offrire. Tra le etichette premiate spiccano 498 Tre Bicchieri, il massimo riconoscimento assegnato ai migliori vini. Di questi, ben 52 sono al debutto al vertice, segno di un settore in fermento e in costante rinnovamento.
Una delle principali novità di questa edizione è l’introduzione della sezione dedicata ai Vini Rari, creata per dare spazio alle piccole realtà vitivinicole che producono vini a tiratura limitata. Questa nuova carta dei vini comprende 50 etichette capaci di affascinare i collezionisti e gli appassionati, raccontando la storia di tesori enologici spesso nascosti, ma di grandissimo valore. Dalle prestigiose cuvée affinate per 40 anni sui lieviti, ai vini da singole parcelle, fino ai vini da meditazione, la sezione Vini Rari offre un’esperienza enologica unica e irripetibile.
Il Dietro le Quinte della Guida
Dietro ogni edizione della Guida Tre Bicchieri c’è un lavoro immenso, come sottolineato da Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile del Gambero Rosso. Coordinato dai curatori Giuseppe Carrus, Gianni Fabrizio e Marco Sabellico, un team di quasi 70 esperti ha lavorato duramente per assaggiare e valutare migliaia di vini provenienti da tutta Italia. “Mai come in questo momento è urgente raccontare la bellezza condensata in un buon bicchiere di vino”, ha affermato Ruggeri. “Non parliamo solo di territorio, paesaggio e valore umano, ma di un vero e proprio stile di vita: uno sguardo curioso sul mondo”.
La guida offre uno spaccato del mondo del vino italiano in continua evoluzione, affrontando le sfide del mercato globale con uno sguardo attento alla qualità, alla sostenibilità e all’innovazione. È proprio questa capacità di evolversi e adattarsi alle nuove tendenze che ha permesso alla Guida Vini d’Italia di mantenere il suo ruolo di leadership per quasi quattro decenni.
Il Vino del Futuro: Un Progetto Didattico Innovativo
L’edizione 2025 non si limita a celebrare l’eccellenza del passato e del presente, ma guarda anche al futuro. Insieme alla guida, Gambero Rosso ha lanciato un nuovo e ambizioso progetto formativo intitolato Vino del Futuro, coordinato dal Professore Attilio Scienza. Questo programma didattico, strutturato in quattro moduli a distanza per un totale di 150 ore di lezioni on demand, offre una panoramica completa della filiera vitivinicola, dalle novità in vigna ai modelli di business emergenti, passando per nuovi linguaggi di comunicazione e storytelling.
L’obiettivo del programma è fornire agli operatori del settore le competenze necessarie per affrontare un momento di grandi trasformazioni, valorizzando al massimo l’Italia vitivinicola. Il progetto è un segnale chiaro della volontà di Gambero Rosso di non limitarsi alla celebrazione dei successi presenti, ma di investire nel futuro del settore, aiutando le nuove generazioni di enologi e produttori a crescere e innovare.
I Premi Speciali di Vini d’Italia 2025
Ogni anno, la Guida Tre Bicchieri assegna una serie di premi speciali che riconoscono le eccellenze assolute del panorama enologico italiano. Tra i premi più attesi dell’edizione 2025 troviamo:
• Bollicina dell’Anno: OP Pinot Nero M. Cl. Pas Dosé Poggio dei Duca ’19 di Calatroni, un Metodo Classico di straordinaria finezza e complessità.
• Bianco dell’Anno: Alto Adige Sauvignon Gran Lafóa Ris. ’21 di Colterenzio, un vino poderoso e intensissimo.
• Rosato dell’Anno: RGC Valtènesi Chiaretto Antitesi ’23 di Avanzi, un esempio della nuova enologia italiana che ha rivoluzionato lo stile del rosato.
• Rosso dell’Anno: Chianti Colli Fiorentini Molino degli Innocenti Ris. ’19 di Torre a Cona, un rosso di grande profondità ed eleganza.
• Vino da Meditazione dell’Anno: Moscato Passito al Governo di Saracena ’15 di Feudo dei Sanseverino, un capolavoro calabrese di spettacolare complessità.
• Progetto Solidale: Lis Neris, per il loro impegno attraverso la Fondazione Francesca Pecorari ONLUS in progetti di assistenza per i bambini di Myanmar, India e Uganda.
• Cantina Emergente: Maugeri, una nuova azienda dell’Etna che si è rapidamente imposta come una delle realtà più significative della denominazione.
• Miglior Rapporto Qualità-Prezzo: Lambrusco di Grasparossa di Castelvetro 7Bio di Settecani, un vino che racconta perfettamente il territorio e viene proposto a un prezzo accessibile.
• Premio per la Vitivinicoltura Sostenibile: Resistenti Nicola Biasi, per l’innovazione nell’introduzione delle varietà “resistenti” in viticoltura.
• Cooperativa dell’Anno: Belisario, una realtà storica e virtuosa che ha raccontato il territorio di Matelica con vini indimenticabili.
• Viticoltore dell’Anno: Mario Fontana, custode delle vigne di famiglia a Castiglione Falletto, esempio di dedizione e passione per la viticoltura.
• Cantina dell’Anno: San Leonardo, una tenuta storica che da oltre 300 anni produce vini di qualità eccezionale, rappresentando un punto di riferimento per l’enologia italiana.
Il Successo della Degustazione Finale
Dopo la cerimonia di premiazione, l’attenzione si è spostata sui banchi di assaggio allestiti nel maestoso Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale. Qui, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di degustare tutti i 24962 vini presenti nella guida, inclusi i pregiati Vini Rari. La sala dedicata a questa nuova sezione è stata particolarmente affollata, con lunghe file di appassionati desiderosi di assaporare le poche bottiglie disponibili, che venivano aperte a orari prestabiliti.
Con 2605 cantine selezionate, la Guida Tre Bicchieri 2025 si conferma una celebrazione dell’eccellenza enologica italiana, rappresentando con orgoglio e soddisfazione il meglio del vino italiano.
Gambero Rosso: Una Piattaforma Leader
Gambero Rosso non è solo sinonimo di guida enologica, ma è una piattaforma leader nei contenuti, formazione, promozione e consulenza per il settore Wine Travel Food. Con un’offerta multimediale e multicanale, Gambero Rosso raggiunge professionisti e appassionati in tutto il mondo, contribuendo a promuovere l’agroalimentare, la ristorazione e l’ospitalità italiana.
Per leggere tutti i Tre Bicchieri, suddivisi per Regione:
Una giornata che ha celebrato l’incontro tra due eccellenze italiane, San Felice ha presentato la sua rinnovata collezione di vini presso il rinomato ristorante stellato Pipero di Roma. L’evento, organizzato da Antonella Imborgia Direttore Marketing e Axelle Brown Videau Responsabile Comunicazione, ha segnato un momento significativo nella storia dell’azienda toscana, che ha scelto uno dei templi della gastronomia capitolina per svelare al pubblico la nuova veste grafica delle sue prestigiose etichette.
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La collaborazione con la celebre “Winedesigner” Federica Cecchi ha dato vita a un progetto artistico che va ben oltre la semplice estetica: ogni etichetta è stata concepita come un racconto visivo che narra l’impegno di San Felice verso la biodiversità e il suo profondo legame con il territorio toscano. Un dialogo silenzioso ma eloquente tra il vino e il consumatore, che trasforma ogni bottiglia in un capitolo di una storia millenaria.
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Il ristorante Pipero, sotto la guida del carismatico Alessandro Pipero e dello chef Ciro Scamardella, ha offerto la cornice perfetta per questo evento. Il locale, insignito della stella Michelin, rappresenta infatti quella stessa fusione tra tradizione e innovazione che caratterizza la filosofia di San Felice. La celebre carbonara di Pipero, reinterpretata in chiave contemporanea, ha dimostrato come l’eredità culinaria italiana possa evolversi senza perdere la sua autenticità, proprio come i vini di San Felice.
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L’ecosistema San Felice si presenta come un mosaico di eccellenze che si completano a vicenda. Il Borgo San Felice, premiato con una stella rossa e una stella verde Michelin, non è solo un Luxury Resort, ma un vero e proprio santuario del lifestyle toscano. Le tenute, strategicamente posizionate nelle tre denominazioni più prestigiose della regione – Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri – formano un trittico di territori che rappresentano il meglio della tradizione vitivinicola toscana. Carlo De Biasi, Direttore di San Felice, ha sottolineato la filosofia di San Felice, una realtà che racconta il territorio toscano attraverso i suoi vini che sono la vera essenza dei luoghi da cui provengono.
Il fiore all’occhiello della presentazione è stata la linea Vitiarium, frutto di oltre vent’anni di ricerca e sperimentazione nel campo dei vitigni autoctoni, grazie alla sapiente esperienza dell’enologo Leonardo Bellaccini. Quattro vini che raccontano altrettante sfaccettature dell’anima di San Felice: Il Borgo Chianti Classico DOCG, che porta in etichetta una mappa storica del borgo vista dall’alto, La Pieve Chianti Classico DOCG Gran Selezione, impreziosito dal decoro dell’antica Pieve del 714, il Pugnitello Toscana IGT, emblema dell’innovazione e della ricerca, e l’In Avane Chardonnay Toscana IGT, unico bianco della collezione, il cui nome richiama le antiche origini etrusche del territorio.
San Felice 1
La scelta di presentare queste nuove etichette da Pipero non è stata casuale. L’approccio di Alessandro Pipero alla ristorazione, noto per la sua capacità di combinare professionalità e convivialità, rispecchia perfettamente la filosofia di San Felice: eccellenza senza ostentazione, tradizione che sa rinnovarsi, attenzione maniacale ai dettagli che non dimentica mai il piacere dell’ospitalità.
Il pranzo ha rappresentato anche un’occasione per ribadire l’impegno di San Felice nella tutela della biodiversità. L’azienda non si limita infatti alla produzione vinicola, ma gestisce un vero e proprio ecosistema dove convivono uliveti, orti, colture e foreste. Un approccio olistico che trova la sua massima espressione nel progetto Vitiarium, vero e proprio laboratorio a cielo aperto per la conservazione e lo studio dei vitigni autoctoni toscani.
(da sinistra) Antonella Imborgia, Lorenzo Bellaccini, Federica Cecchi, Carlo De Biasi
L’Avv. Diego Saluzzo del foro di Torino è il nuovo Presidente
L’UGIVI (Unione Giuristi della Vite e del Vino) ha rinnovato il suo Consiglio Direttivo per il triennio 2023-2026. La decisione è stata presa durante l’Assemblea dei soci, tenutasi a Marsala il 6 maggio 2023, che ha visto anche l’esame di alcune proposte di modifica dello statuto dell’associazione.
L’Avv. Diego Saluzzo, del foro di Torino, è stato proclamato Presidente all’unanimità durante il Consiglio Direttivo. I Vice-Presidenti saranno l’Avv. Floriana Risuglia (foro di Roma) e l’Avv. Filippo Moreschi (foro di Mantova), mentre l’Avv. Angela Quatela (foro di Bari) ricoprirà il ruolo di Segretario e l’Avv. Marco Didier (foro di Asti) sarà il Tesoriere dell’UGIVI.
Al centro il neo eletto Presidente del UGIVI Avv. Diego Saluzzo, a sinistra il Vice Presidente Avv. Filippo Moreschi e a destra la Vice Presidente Avv. Floriana Risuglia
Il Convegno si è svolto all’interno delle celebrazioni di John Woodhouse e del Marsala.
L’Avv. Stefano Dindo, co-fondatore dell’associazione e Presidente uscente, ha sottolineato la crescita dell’UGIVI negli ultimi anni e i numerosi incontri e occasioni di confronto organizzati dall’associazione sulle tematiche inerenti al diritto vitivinicolo, negli ultimi anni in continuo mutamento.
Il neo-Presidente Avv. Diego Saluzzo ha confermato l’impegno e la volontà di proseguire nell’opera di costante crescita che ha caratterizzato il percorso dell’UGIVI in 25 anni di attività. Il nuovo Consiglio Direttivo, nel rispetto della parità di genere è composto da 7 donne e 7 uomini e lavorerà per rafforzare il ruolo dell’associazione come riferimento, servizio e collaborazione con gli enti che già la contraddistinguono, e per andare avanti sul fronte dell’internazionalizzazione. L’approccio multidisciplinare dell’UGIVI sarà fondamentale per offrire un ampio confronto e una positiva contaminazione tra competenze ed esperienze differenti.
Il Consiglio Direttivo 2023-2026 dell’UGIVI sarà composto dall’Avv. Ermenegildo Mario Appiano (Torino), Avv. Francesca Besana (Verona), Avv. Maria Filomena Buccolieri (Bari), Avv. Genny Teresa Carretta (Roma), Avv. Andrea Ferrari (Asti), Avv. Marco Giuri (Firenze), Avv. Alberto Iadanza (Verona), Avv. Mariangela Marrangoni, (Siena), Avv. Chiara Menchini (Verona) e dal Dr. Stefano Sequino (Roma).
L’UGIVI, fondata nel 1997, è una delle principali associazioni italiane del settore vitivinicolo e rappresenta un punto di riferimento per gli operatori del diritto che si occupano di produzione, commercializzazione e distribuzione del vino. Grazie alla sua attività di studio e ricerca, l’associazione fornisce agli operatori del settore una conoscenza approfondita delle normative e delle leggi relative alla produzione di vino.
Inoltre, l’associazione UGIVI ha istituito dei nuovi gruppi di studio e lavoro, al fine di concentrarsi su specifiche tematiche relative al diritto vitivinicolo. Questo nuovo approccio multidisciplinare è stato sottolineato dal neo-presidente Saluzzo durante il suo intervento, evidenziando l’importanza di una positiva contaminazione tra competenze ed esperienze differenti, al fine di offrire un reciproco e ampio confronto.
Quante emozioni concentrate in quattro giorni in cui Verona, città d’arte e cultura dal 2 al 5 aprile, ha ospitato il più grande evento del vino, Il Vinitaly 2023. Questa edizione, la 55ª, con la partecipazione di 93.000 espositori, tra cui 29.600 provenienti da 30 nazioni diverse. Un’occasione unica per gli appassionati del vino, ma anche per i produttori, i buyer e gli operatori del settore, per incontrarsi e confrontarsi sui nuovi trend e sulle sfide del mercato.
Il successo del Vinitaly 2023 è stato crescente e ha visto incontri importanti tra produttori e personaggi del mondo del vino, consolidando vecchi legami e creando nuove collaborazioni. Il quartiere fieristico di Verona si è trasformato in un’enorme enoteca, offrendo degustazioni, convegni e masterclass dove ho potuto incontrare, ascoltare e parlare con esperti del settore, come Gelasio Lovatelli d’Aragona, Federica Cecchi Winedesigner, Prof. Luigi Moio, Marco Simonit, Carola Agostini, Nello Gatti. Con grandi enologi come Barbara Tamburini, Maurilio Chioccia e Giuseppe Colopi.
Ma non solo: il Vinitaly 2023 ha dato anche l’opportunità di conoscere meglio il mercato internazionale, grazie alla presenza di operatori stranieri e di esperti del settore dell’export come Marco Facchini di China Link che ho potuto conoscere in una cena nella sontuosa Villa Mosconi Bertani, grazie a Alessia Lulli. Inoltre, è stata l’occasione per conoscere meglio le realtà vitivinicole di alcune regioni italiane, in particolare il Lazio, che sta facendo un lavoro encomiabile per proiettare l’enologia laziale ai massimi livelli qualitativi nazionali.
Tra i produttori incontrati durante il Vinitaly 2023 ci sono stati Giovanni Folonari e Andrea Contucci, rappresentanti di grandi e storiche cantine italiane, Enrico Pimazzoni di Sagrivit, un gruppo che racchiude tre grandi realtà vinicole, Rocca Bernarda, Villa Giustiniani e il Castello di Magione. Poi ho incontrato Alessia Lulli della Cantina Parvus Ager una nuova realtà vinicola sulla via Appia Antica e Francesca Pagnoncelli Falcieri, produttrice e Presidente del Consorzio Moscato di Scanso e organizzatrice dell’evento Wine in Venice. Ancora, Umberto Trombelli Delegato di AIS Latina, Tullio Galassini Presidente del Consorzio Roma DOC e Emanuele Ranchella della Associazione Vignaioli in Grottaferrata.
Inoltre molti produttori del Lazio che ho assaggiato e intervistato. Tra questi nel territorio del Cesanese, Pina Terenzi che oltre a essere la figlia di Giovanni Terenzi, l’uomo che ha creduto nel vitigno rosso ciociaro e ha permesso che oggi esso sia considerato uno dei rossi più importanti in Italia, dal 15 marzo scorso Pina è il nuovo Presidente del Consorzio del Cesanese del Piglio DOCG, un Consorzio che sta riscuotendo molti riconoscimenti. Rimanendo nel territorio del Cesanese, ho parlato con Marina Perinelli della storica Cantina Casale della Ioria e con Gabriella Grassi della Cantina L’Avventura. Una avventura che insieme al Marito Stefano Maturro ha portato alla creazione di vini di notevole qualità e potenziale.
Nel territorio dei Castelli Romani ho avuto il piacere di incontrare Chiara Iacoponi di Eredi dei Papi, Lorenzo Costantini di Villa Simone e la figlia Sara che ha intrapreso il percorso paterno, iniziando una produzione propria con la nuovissima realtà, Borgo del Cedro, poi Cristina Piergiovanni di Casale Vallechiesa, Francesco De Sanctis della Cantina De Sanctis,
Per la Provincia di Latina ho avuto il piacere di parlare Giovanna Trisorio della Cooperativa Cincinnato, una realtà di Cori con 110 associati, poi la Sig.ra Carmen della Cantina I Pampini, ho visitato lo stand della Cantina Villa Gianna
Il Vinitaly 2023 è stato anche un’opportunità per constatare e tastare il polso del livello qualitativo del panorama enologico italiano, attraverso convegni, incontri che hanno avuto la partecipazione delle più alte cariche istituzionali italiane. Un’occasione unica per scoprire i nuovi trend del settore e per conoscere meglio le tecniche di produzione e i segreti delle grandi cantine, ma sopratutto per parlare del futuro del mondo vitivinicolo italiano.
Tra i temi trattati durante il Vinitaly 2023, si è parlato anche dell’impatto del cambiamento climatico sulla produzione del vino e delle strategie adottate dai produttori per far fronte a questa sfida. In particolare, si è discusso della necessità di adottare pratiche sostenibili e di ridurre l’impatto ambientale della produzione vitivinicola.
Non sono mancate le novità tecnologiche, con la presentazione di soluzioni innovative per la gestione dei vigneti e la vinificazione, che permettono di ottenere vini sempre più di qualità, con un minore impatto ambientale e una maggiore efficienza produttiva.
Inoltre, il Vinitaly 2023 ha rappresentato un’importante occasione per promuovere l’enoturismo e le bellezze del territorio italiano, offrendo ai visitatori la possibilità di partecipare a degustazioni, visite guidate e incontri con i produttori, alla scoperta delle eccellenze vitivinicole del nostro paese e di questo, grande merito va riconosciuto a Excellence di Pietro Ciccotti che grazie alla sua professionalità e al suo staff ha organizzato nella area eventi del Padiglione Lazio, un’agenda fitta di incontri in collaborazione con la Regione Lazio, con ARSIAL e altri Enti, Associazioni e Consorzi Laziali.
In conclusione, il Vinitaly 2023 si è confermato come uno degli eventi più importanti del settore vinicolo a livello internazionale, offrendo ai partecipanti un’esperienza unica e completa, tra degustazioni, incontri, convegni e novità tecnologiche. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati del buon vino e per tutti coloro che desiderano scoprire le eccellenze enologiche del made in Italy.
Tanti i saluti, gli abbracci, gli assaggi e gli scambi di opinioni che hanno arricchito la mia esperienza al Vinitaly 2023.
La vita è fatta di incontri, alcuni casuali, altri voluti. E da una conoscenza casuale su Instagram, si è trasformata in un incontro fortemente voluto in cui ho conosciuto Barbara Tamburini, una delle enologhe italiane più apprezzate nel mondo del vino. Ma la sua storia non si ferma qui: Barbara è la quarta donna ad aver volato su un MB-339 PAN, il velivolo delle Frecce Tricolori.
Ma andiamo con ordine. La sua passione per il vino è iniziata all’Università di Pisa, dove ha sostenuto una tesi sperimentale che la porta a fare 4 vendemmie a partire dal 1996 per tre anni a Carmignano(PO), e il quarto anno a Suvereto (LI) a Gualdo del Re, Azienda in cui poi ha iniziato la sua attività professionale. L’idea di Barbara era quella di crescere professionalmente ed arrivare ad avere più aziende da seguire ma dare sempre il meglio ad ogni singola azienda e soltanto una esperienza allargata le ha permesso di avere un aggiornamento continuo e costante. Questa è stata la forza che l’ha portata a seguire altre realtà vitivinicole dapprima in Toscana, poi fuori dalla sua regione di appartenenza. Attualmente segue 15 aziende selezionate per qualità e serietà con le quali ha un bellissimo rapporto di collaborazione, di cui la maggior parte situate in Toscana, poi una piccola ma bellissima azienda in Liguria che si chiama Cà du Ferrà, L’Azienda Triacca in Valtellina e dulcis in fundo il Duca di Salaparuta in Sicilia che produce tra le sue icone, il Duca Enrico e La Bianca di Valguarnera e la Linea Suolo che è la linea immediatamente sotto le Icone ma sempre di altissimo profilo qualitativo, rappresentate da un Sauvignon Blanc e un Zibibbo. Ha debuttato al Vinitaly 2022 Etna DOC Lavico Bianco con uve Carricante e Lavico Rosso con uve Nerello Mascalese.
Queste solo alcune delle collaborazioni grazie alle quali Barbara ha conseguito tantissimi premi in Italia e all’estero guadagnandosi il titolo di Ambasciatrice del vino italiano nel mondo, è membro della Commissione di Appello di Roma, fa parte della Giuria del Concours Mondial de Bruxelles, è Giudice di 5Star Wines, oltre che Docente AIS e FISAR.
Ma nonostante tutti questi successi, la sua vera passione non si esaurisce nel mondo del vino. Infatti, il logo dell’Aeronautica Militare campeggia su ogni capo di abbigliamento da lei indossato. È stata la sua passione per l’aviazione e per le Frecce Tricolori a spingerla a volare su uno dei loro velivoli, diventando così la quarta donna donna ad averlo fatto.
Quando lo racconta ancora le brillano gli occhi. Grazie a uno dei suoi capolavori, i suoi vini vengono scelti per la cena di gala di un giuramento accademico della Marina Militare a Livorno, durante il quale, per dare la giusta cornice istituzionale all’evento, ci fù il passaggio delle Frecce Tricolori. In occasione di questa cena di gala, Barbara viene presentata al Comandante della Pattuglia Acrobatica a cui manifesta il desiderio di volare sull’aereo che porta il tricolore nel mondo. Con un sorriso sarcastico l’Ufficiale le dice che è praticamente impossibile. Forse l’Ufficiale non si rendeva ancora conto che di fronte a se aveva una delle donne più caparbie e piena di forza di volontà in assoluto. Lei prende quel sorriso come una sfida personale e decide di scrivere allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare inviando il suo curriculum con tutti i premi e riconoscimenti, ottenuti in Italia e all’estero chiedendo formalmente di poter volare sulle Frecce Tricolori. Il Capo di Stato Maggiore percepisce che la persona che scrive è una donna dalle qualità encomiabili e decide di affidare il caso a una apposita commissione che esamina i documenti prendendo in considerazione la richiesta. Lo Stato Maggiore contatta Barbara comunicandole che potrà volare soltanto in seguito alla idoneità fisica rilasciata dal Istituto Medico Legale dell’Aeronautica Militare. Il 29 ottobre 2004 Barbara, dopo un briefing con i piloti della Pattuglia Acrobatica, ha l’onore di volare con il Comandante sul velivolo PONY 1 per 50 minuti. Il suo sogno finalmente è stato realizzato.
dal sito barbaratamburini.it
Oggi Barbara è una delle enologhe più apprezzate d’Italia, con numerosi premi e riconoscimenti alle spalle. Ma la sua vera forza sta nella sua determinazione e nella sua voglia di imparare sempre di più. Ha studiato in diverse scuole enologiche, in Italia e all’estero, e ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi del vino, tra cui Vittorio Fiore, enologo di lunga esperienza e di fama internazionale, da lei considerato il suo Maestro.
Ma la cosa che colpisce di più di Barbara è la sua umanità. Ha sempre un sorriso per tutti, è disponibile e pronta a confrontarsi con chiunque con grande umiltà e rispetto per il prossimo. E questa è la sua vera ricchezza, quella che le permette di fare grandi vini e di essere amata da chiunque la incontri.
Barbara mi ha invitato a degustare i vini della Cantina Gualdo del Re, dove Barbara lavora come enologa.
Posso affermare che i campioni che ho provato che sono vini di una qualità eccellente, eleganti, caratterizzati da finezza, freschezza e mineralità. Ogni bottiglia racconta una storia, quella di una donna che ha saputo trasformare la sua passione in un lavoro di successo, valorizzando al tempo stesso d’entità parietale e territoriale, creando vini iconici e unici nel loro genere.
Guado del Re è un’interessante realtà toscana, che produce ottimi vini nella pregiata zona di Suvereto. La storia della cantina comincia negli anni ’70, quando Nico Rossi decide di iniziare a occuparsi del podere di famiglia. Nel corso degli anni ’80, escono sul mercato le prime bottiglie di Gualdo del Re. Il successo è immediato e sprona la cantina a continuare il suo percorso nel segno della ricerca dell’eccellenza fino ad arrivare agli anni 2000 in cui grazie a Barbara Tamburini raggiunge il vero successo. Il marchio Gualdo al Re comincia a essere sempre più appezzato dagli appassionati, e Nico lascia il lavoro in fabbrica per dedicare tutto il suo tempo alla vigna. Oggi la cantina produce circa 100.000 bottiglie l’anno e si è affermata tra le aziende leader del territorio. La tenuta ha un’estensione di 45 ettari, con vigneti situati in zona collinare, a un’altitudine di circa 100 metri sul livello del mare.
In un mondo in cui sembra che tutto sia fatto solo di apparenze, incontrare una persona come Barbara è una vera boccata d’aria fresca. Una donna autentica, che vive per la sua passione e per il suo lavoro, e che sa trasmettere la sua energia a chiunque la incontri. E io sono felice di averla conosciuta e di aver potuto scrivere di lei ai miei lettori.
Quali sono gli obiettivi futuri della produzione vitivinicola? Da una parte la tendenza a valorizzare la tradizione storico-culturale, dall’altra si registra un incremento di interesse da parte delle aziende a dotarsi di sistemi tecnologici volti a migliorare la produzione. Maggiore qualità in cambio di maggiori introiti, ma la domanda sorge spontanea, fino a che punto ci si deve spingere con l’utilizzo della tecnologia senza scadere nel prodotto standardizzato, e fino a che punto è necessario mantenere una produzione tradizionale? Come sempre la risposta è nella via di mezzo. Probabilmente valutare quali possono essere i potenziali campi di applicazione della IA per poi applicarli nel settore enologico.
Da anni lo studio di modelli matematici ha concentrato le ricerche sulla cosiddetta Intelligenza Artificiale (IA), studio che inizia a dare risultati interessanti che possono essere applicati in vari settori tra cui quello vitivinicolo. In che modo?
L’applicazione più evidente dell’IA nel mondo del vino è la raccolta e l’analisi dei dati. I produttori possono utilizzare sensori e dispositivi per raccogliere dati sulle condizioni ambientali, come la temperatura e l’umidità, ma anche sui dati di produzione come la fermentazione, il tempo di invecchiamento e così via. Questi dati possono poi essere analizzati utilizzando algoritmi di machine learning per identificare i fattori che influenzano la qualità del vino e migliorarne il processo produttivo. Inoltre, l’IA può essere utilizzata per sviluppare modelli di previsione sulla produzione di vino. Ad esempio, i produttori possono utilizzare l’analisi dei dati storici sulla produzione, le condizioni climatiche e le vendite per prevedere la domanda futura di un particolare vino e regolare la produzione di conseguenza. Ciò aiuta a prevenire la produzione di vini in eccesso che potrebbero non essere venduti e ridurre gli sprechi.
L’IA può anche essere utilizzata per migliorare il processo di selezione delle uve. L’utilizzo di algoritmi di machine “Learning” può aiutare a identificare le uve di alta qualità in base alle loro caratteristiche chimiche e fisiche, come la maturità, il contenuto di zucchero e l’acidità. Questo può ridurre il lavoro manuale e migliorare la precisione della selezione delle uve. Inoltre, l’IA può aiutare a identificare le preferenze dei consumatori e personalizzare l’offerta di vini. Ad esempio, i produttori possono utilizzare i dati delle recensioni online e dei sondaggi sui consumatori per identificare le tendenze del mercato e creare vini che soddisfino le esigenze dei consumatori. Ciò può portare a un maggiore coinvolgimento del consumatore e a un aumento delle vendite.
Oggi ci sono aziende operantI nel mercato dei prodotti e servizi enologici e dei processi di vinificazione. Sono in grado di fornire al cliente delle soluzioni innovative che rilevano i dati critici di produzione in tempo reale durante le varie fasi della vinificazione. Le informazioni ottenute vengono analizzate e interpretate attraverso algoritmi avanzati e tecnologie di Intelligenza Artificiale all’interno di un sistema informativo. Ciò consentirà ai produttori di vino di migliorare il processo decisionale, aumentando l’efficienza delle loro cantine. Infatti, grazie alle raffinate capacità di analisi e previsione, gli enologi potranno intervenire tempestivamente con azioni correttive in caso di parametri non ottimali.
Infatti, la tecnologia innovativa proposta consente ai produttori di vino di monitorare costantemente il processo di vinificazione ed eseguire analisi predittive della loro produzione, riducendo al minimo la necessità di campionamento e analisi del prodotto durante la lavorazione.
In sintesi, l’Intelligenza Artificiale può aiutare i produttori di vino a migliorare la qualità del loro prodotto, prevedere la domanda futura, personalizzare l’offerta di vini e migliorare l’esperienza dei consumatori. Ciò può portare a un aumento delle vendite e alla fidelizzazione dei clienti. Tuttavia, è importante ricordare che l’IA non può sostituire l’esperienza umana nella produzione e degustazione del vino, ma può solo supportare
Siamo alle ore otto del mattino, l’aria frizzante accarezza l’autostrada del Sole, il traffico scorre fluido. La meta? Montepulciano, il borgo toscano situato in provincia di Siena, celebre in tutto il mondo per il suo Vino Nobile.
Intraprendiamo un viaggio attraverso le splendide colline senesi, immersi in un paesaggio dalle linee morbide e colori tenui. Montepulciano ci accoglie con la sua antica porta in pietra, pronta ad aprirsi su viuzze ripide e tortuose piene di negozi, bar e botteghe.
La meta finale è la Piazza Grande, dove il tempo sembra essersi fermato al Rinascimento. Qui, nel cuore del centro storico, si ergono imponenti palazzi con le cantine famose di Montepulciano, pronte ad accogliere turisti e appassionati di vino e a mostrare i propri tesori fatti di antiche botti riposte nei sotterranei.
Siamo rapiti dalla bellezza dei luoghi, ma il tempo è tiranno e dobbiamo muoverci. La Fortezza Medicea ci attende per l’Anteprima Nobile, un evento imperdibile per gli amanti del buon vino.
L’Anteprima Nobile è un’occasione unica per degustare il nuovo annata del Vino Nobile di Montepulciano, uno dei vini più pregiati della regione. L’evento si svolge ogni anno nel mese di febbraio e rappresenta il momento clou per gli addetti ai lavori e per gli appassionati, che si danno appuntamento per assaporare il nettare dei vigneti di Montepulciano.
La Fortezza Medicea si trasforma così in un tempio del gusto, dove i produttori locali mostrano al pubblico le loro eccellenze. E’ possibile degustare i vini di Montepulciano abbinati ai prodotti tipici del territorio, in un’esperienza sensoriale senza pari.
L’Anteprima Nobile è un evento che richiama un pubblico internazionale e rappresenta una vetrina importante per la promozione del Vino Nobile e del territorio circostante. Un successo che va oltre le aspettative, visto che ogni anno aumentano i partecipanti e la fama del Vino Nobile di Montepulciano.
Il Vino Nobile di Montepulciano è un vino rosso secco, prodotto con uve Sangiovese (qui chiamato Prugnolo Gentile) in purezza, con l’aggiunta di altre varietà locali. Il risultato è un vino intenso e complesso, che richiede un periodo di affinamento di almeno tre anni prima di poter essere immesso sul mercato.
L’evento si è svolto dal 18 al 20 febbraio, nella splendida cornice della Fortezza Medicea di Montepulciano (SI),. Erano presenti ben45 produttori con banchi di degustazione disposti su due piani. Fattore comune dell’evento: l’ assoluta qualità e tanta attenzione alla agricoltura sostenibile. Presenti molti marchi storici ma anche giovani produttori pronti a testimoniare come l’innovazione vada sempre di pari passo con la tradizione.
Non sono mancate sorprese e novità di degustazione, ma soprattutto molte le conferme con i marchi più prestigiosi e famosi della cittadina toscana. Vini eleganti in cui le caratteristiche del Sangiovese complesso e fruttato, con sentori di frutti di bosco, ciliegia, prugna, spezie e talvolta anche note floreali, l’hanno fatta da padrone. Al gusto secco e un tannino mai invadente ma ben gestito, con una buona acidità. I vini a base di Sangiovese possono avere anche note di legno, cioccolato, tabacco e spezie, quindi aromi terziari che si trovano nei vini affinati in legno. Poi un saldo di uve rosse tra Cannaiolo, Colorino, o ancora vitigni internazionali come Merlot, Syrah, Cabernet Franc o Cabernet Sauvignon. Vitigni che influiscono marginalmente sull’apporto di colore, estratto e aromi.
Le cantine che ho visitato sono state:
Contucci
Un particolare ringraziamento a Andrea Contucci per la disponibilità e per la cortesia che mi ha riservato durante la visita a Montepulciano.
Rosso di Montepulciano DOC
Vino Nobile di Montepulciano DOCG (Annata e Riserva,Selezioni Pietra Rossa, Mulinvecchio e Palazzo Contucci
Cantina DEI
Rosso di Montepulciano DOC
Vino Nobile di Montepulciano DOCG (Annata, Madonna della Querce, Riserva Bossona)
Vin Santo di Montepulciano DOC
IGT TOSCANA (Rosso Sancta Catharina, Bianco Martina, Rosa).
Poliziano
Rosso di Montepulciano, Nobile di Montepulciano DOCG Annata, Nobile di Montepulciano DOCG ASINONE, Nobile di Montepulciano DOCG LE CAGGIOLE
Il Molinaccio di Montepulciano
Rosso di Montepulciano IL GOLO Nobile di Montepulciano DOCG LA SPINOSA
Nobile di Montepulciano DOCG Riserva LA POIANA
Nobile di Montepulciano DOCG Riserva LA DUEMILADICIASSETTE
LA BRACCESCA
Rosso di Montepulciano SABAZIO Nobile di Montepulciano DOCG TOSCANA
Nobile di Montepulciano DOCG Riserva VIGNETO SANTA PIA
Il Macchione
Rosso di Montepulciano DOC 2021
Vino Nobile di Montepulciano DOCG (Anteprima 2019, 2018 e 2017). Fermentazione in vasche di cemento poi affinamento per 30 mesi in legno.
Vino Nobile di Montepulciano DOCG Riserva “Vidure”2016.
GUIDOTTI
Rosso di Montepulciano DOC 2020
Vino Nobile di Montepulciano DOCG 2020 e 2019
Boscarelli
Rosso di Montepulciano DOC Prugnolo
Vino Nobile di Montepulciano DOCG (Annata, Riserva e Selezione Nocio dei Boscarelli)
Vin Santo (Occhio di Pernice) 50% Prugnolo Gentile e il restante 50% è suddiviso tra Trebbiano, Malvasia e Grechetto, che in questa zona viene chiamato “pulcinculo” per il puntino nero che è sull’acino. L’appassimento avviene in parte in pianta e in parte su graticci di bambù. Dopo la vinificazione affina per 8…sì esatto, otto anni in barrique di rovere. Dopo gli otto anni la massa viene divisa parte in acciaio e parte in cemento per farlo riposare e sedimentare per tre anni per poi essere imbottigliato. Fantastico!
Talosa
Rosso di Montepulciano D.O.C. Toscana, Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G. Toscana “Alboreto” Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G. Toscana Riserva, Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G. Toscana “Filai Lunghi” IGT Toscana Rosso “Pietrose” Chianti Colli Senesi D.O.C.G.. Vin Santo di Montepulciano D.O.C. Toscana, Vin Santo di Montepulciano D.O.C. Toscana “Vignolo” Grappa di Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G. Toscana
De Ricci
Rosso di Montepulciano D.O.C.
Vino Nobile di Montepulciano D.O.C.G.
Vino Nobile di Montepulciano “SorAldo” D.O.C.G.
La storia del vino Nobile di Montepulciano è molto antica, risale all’epoca etrusca; furono i Romani a portare la cultura del vino nella regione. Il vino Nobile di Montepulciano ha iniziato ad acquisire importanza nel Rinascimento, quando era considerato un vino di prestigio consumato dalle classi nobili. Nel 1549, infatti, il poeta e letterato Poliziano lo menziona in una sua opera, definendolo “vino nobile”.
Nel XIX secolo divenne sempre più apprezzato in tutta Europa e ricevette numerosi riconoscimenti internazionali per la sua qualità.
Nel 1966, il vino ottenne la denominazione DOC (Denominazione di Origine Controllata) e nel 1980 fu promosso a DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), il massimo riconoscimento della qualità del vino in Italia.
Negli ultimi decenni, grazie all’impegno di viticoltori e produttori, il vino Nobile di Montepulciano ha visto un rinnovato interesse da parte dei consumatori, diventando uno dei vini italiani più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.
Oggi, la produzione del vino Nobile di Montepulciano è controllata dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che tutela la denominazione e promuove la conoscenza del vino in tutto il mondo.
Anche il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha posto le basi per sottozone specifiche o UGA, ribattezzate “Pievi”, lungo i crinali delle quattro principali aree vocate a Nord, Sud, Est e Ovest. Veri e propri microclimi in cui ogni vignaiolo esprime la sua creatività e sapienza nel fare vini unici e non comparabili.
Montepulciano, dunque, è un luogo magico dove il Vino Nobile rappresenta il fiore all’occhiello di un territorio che offre un’infinità di esperienze. Oltre alla degustazione dei vini locali, è possibile visitarele numerose cantine e vigneti, partecipare a tour enogastronomici, scoprire la bellezza dei borghi circostanti e la ricchezza artistica della regione.
Montepulciano, infatti, è anche una città d’arte, con una lunga storia che risale al periodo etrusco e che ha lasciato tracce importanti nella città. Il centro storico è un tesoro di palazzi, chiese e musei che raccontano la storia della città e della sua gente.
Una bella esperienza degustativa insomma conclusa con una cena esclusiva insieme ai produttori dove, ovviamnete, non non è mancato l’abbinamento dei loro vini ai prodotti tipici locali tra cui gli apprezzatissimi i pici al ragù di cinghiale.
Vinitaly 2022: l’evento del vino italiano più atteso dell’anno
A cura di Alberto Chiarenza
Albertowinelover al Vinitaly 2022
Vinitalyè il più grande evento di vini italiani al mondo e ogni anno attira migliaia di appassionati, produttori e buyer da ogni dove. La fiera si è svolta quest’anno dal 10 al 13 aprile 2022 presso il quartiere fieristico di Verona e ha rappresentato un’occasione unica per scoprire e degustare i vini italiani più pregiati. Vinitaly ha offerto un’ampia gamma di opportunità per esplorare e conoscere il mondo del vino italiano. Oltre 4.000 espositori hanno presentato i loro vini di alta qualità e i visitatori hanno avuto la possibilità di partecipare a degustazioni guidate, incontri e masterclass con produttori e esperti del settore.
Finalmente Vinitaly e Vinitaly sia! Dal 10 al 13 aprile per il 54º anno, Verona è stata la capitale del vino e non potevo non esserci. Questo articolo parla della mia esperienza, intensa e bella.
Quest’anno, Vinitaly ha anche organizzato una serie di eventi speciali per celebrare il 54° anniversario della manifestazione. Gli ospiti hanno potuto assistere a una sfilata di moda che ha esaltato i vini italiani e la loro importanza nella cultura e nella storia del paese. Inoltre, c’è stata una mostra fotografica che ha ripercorso la storia della manifestazione e ha esplorato l’evoluzione del mondo del vino in Italia. Uno dei punti salienti di Vinitaly 2022 è stata la presenza di alcuni dei vini più rinomati e premiati d’Italia. I produttori hanno presentato i loro vini più famosi e hanno offerto ai visitatori la possibilità di degustare i loro ultimi rilasci. Inoltre, c’è stata la possibilità di acquistare vini di alta qualità direttamente dai produttori, dando ai visitatori la possibilità di portare a casa un pezzo della tradizione enologica italiana. Vinitaly ha anche fornito una piattaforma per discutere le sfide e le opportunità del settore del vino in Italia e a livello globale. I leader del settore hanno discusso dei trend e delle tendenze emergenti nel mercato del vino, nonché delle sfide che devono affrontare i produttori e gli esportatori di vino italiani.
Inaugurazione del Vinitaly 2022
Vinitaly and the City è un evento che si svolge durante la settimana di Vinitaly a Verona. Si tratta di un evento collaterale che si tiene in centro città, fuori dal quartiere fieristico, e che offre la possibilità ai visitatori di vivere un’esperienza di degustazione di vini unica, in un’atmosfera conviviale e informale.
Durante Vinitaly and the City, le piazze principali di Verona vengono animate da bancarelle di produttori di vino italiani e internazionali, che offrono degustazioni di vini di alta qualità. Gli stand sono organizzati in modo da far scoprire ai visitatori i sapori e gli aromi dei diversi territori vitivinicoli, dalle zone più famose alle regioni meno conosciute.
Oltre alle degustazioni, Vinitaly and the City offre anche la possibilità di partecipare a eventi, come conferenze, presentazioni e seminari, dedicati alla cultura del vino. Inoltre, il programma dell’evento include anche spettacoli musicali, mostre d’arte e altre attività culturali.
Vinitaly and the City è diventato un’importante attrazione per i visitatori di Vinitaly e per gli appassionati di vino in generale. L’evento offre una preziosa opportunità per scoprire la bellezza e l’atmosfera unica della città di Verona e di vivere un’esperienza di degustazione di vini in modo informale e conviviale, immersi nell’atmosfera suggestiva delle piazze del centro storico.
Durante Vinitaly, i produttori di vino italiani e internazionali hanno l’opportunità di presentare i loro prodotti e incontrare i loro clienti e distributori. La fiera dura quattro giorni e offre un’ampia gamma di attività, tra cui degustazioni di vino, seminari, presentazioni di prodotti, eventi di networking e molto altro.
Vinitaly è diventato un punto di riferimento per l’intera industria del vino, offrendo ai produttori la possibilità di creare nuove partnership, di scoprire nuovi mercati e di promuovere la cultura del vino italiano nel mondo.
Inoltre, la città di Verona offre un’atmosfera unica durante Vinitaly, con eventi e attività speciali che si svolgono in tutta la città, come ad esempio visite guidate ai vigneti locali, degustazioni di prodotti tipici e cene a tema
I padiglioni della Fiera di Verona ospitano tutte le regioni italiane e di queste, il Lazio che tradizionalmente occupava piccoli spazi, sta iniziando a rappresentare una parte interessante della fiera.
Posizionato al Padiglione A è stato ben allestito con le migliori rappresentanze della regione.
Manuela Zennaro e Chef IorioIl Presidente della Regione Lazio al VinitalyProduttori, enologi e giornalistiAngolo del Lazio anche al centro di Verona
IL CONSORZIO ROMA DOC
Il Consorzio Roma DOC, presente al vinitaly con il Presidente Tullio Galassini, è un’organizzazione che rappresenta i produttori di vino della zona del Lazio, in particolare della provincia di Roma. Il consorzio è stato fondato nel 2011 con l’obiettivo di promuovere e proteggere i vini prodotti nella regione, in particolare quelli che rientrano nella denominazione Roma DOC.
La denominazione Roma DOC si riferisce ai vini prodotti nella provincia di Roma, principalmente nella zona dei Colli Albani e dei Monti Prenestini, e comprende diverse varietà di uva, tra cui Malvasia, Trebbiano, Cesanese e Montepulciano. I vini prodotti nella zona sono caratterizzati da un’alta qualità e da un profilo aromatico unico, influenzato dal clima mediterraneo della regione.
Il Consorzio Roma DOC lavora per proteggere la denominazione e garantire che i produttori rispettino i requisiti qualitativi e le normative necessarie per ottenere la denominazione. Inoltre, il consorzio promuove i vini della zona attraverso attività di marketing e comunicazione, partecipando a eventi del settore e organizzando degustazioni e visite guidate per promuovere la conoscenza dei vini della zona.
Il Consorzio Roma DOC rappresenta quindi un importante punto di riferimento per i produttori di vino della zona e per tutti coloro che amano scoprire e degustare i vini della regione.
FISAR IN ROSA – LUIGI VERONELLI E I SUOI TESORI ENOLOGICI
La mia prima masterclass del Vinitaly è stata organizzata dalla FISAR NAZIONALE, con la Sezione FISAR IN ROSA che rappresenta la Federazione al femminile. Patrizia Loiola ha presentato insieme al Presidente Luigi Terzago la degustazione con la partecipazione della Migliore Sommelier FISAR dell’anno 2021, Marta Ingegneri.
Chi era Luigi Veronelli?
Essere stato invitato a questa prestigiosa degustazione da parrte di FISAR Nazionale, è stata per me una esperienza assolutamente unica. I vini sono stati presi da un tesoro che il Veronelli ha donato alla prestigiosa Federazione con lo scopo di divulgare la cultura del vino.
Luigi Veronelli è stato uno dei più importanti critici gastronomici e divulgatori italiani del Novecento. Nato a Milano nel 1926, Veronelli ha dedicato gran parte della sua vita alla scoperta e alla promozione della cultura enogastronomica italiana.
Negli anni Cinquanta e Sessanta, Veronelli ha iniziato a scrivere di vini e cibo su diverse testate giornalistiche, contribuendo a diffondere la cultura del vino e a far conoscere i produttori artigianali italiani. Nel 1965 ha fondato la rivista “Enogastronomia”, che è diventata un importante punto di riferimento per gli appassionati di cibo e vino.
Veronelli è stato anche uno dei primi critici gastronomici a promuovere l’agricoltura biologica e la sostenibilità ambientale, sostenendo la produzione di cibo e vino senza l’uso di pesticidi e altri prodotti chimici.
Tra le opere più importanti di Veronelli ci sono “Il vino al tempo degli dèi”, pubblicato nel 1970, e “L’opera completa del vino”, una guida completa sui vini italiani pubblicata nel 1984.
Luigi Veronelli è scomparso nel 2004, ma il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile nella cultura gastronomica italiana, contribuendo a far conoscere e apprezzare i tesori del territorio italiano e a valorizzare la cultura del cibo e del vino di qualità.
La degustazione è stata presentata dal Presidente Nazionale Dott. Luigi Terzago che ha parlato del lascito di Luigi veronelli alla Federazione, e sono intervenuti:
Patrizia Loiola – Consigliere Nazionale e Responsabile comunicazione fisar
Giancarlo Gariglio – Curatore Nazionale della Guida Slow Wine
Marta Ingegneri – Miglior Sommelier FISAR 2021
Luisella Rubin – Coordinatrice Nazionale FISAR IN ROSA E organizzatrice.
Vini di grande pregio con molti anni di invecchiamento ma ben conservati…addirittura una bottiglia aveva i miei anni (indovina quale). Nonostante ciò, nella maggior parte dei campioni era ancora percettibile una buona freschezza e li ho trovati decisamente interessanti e didattici. Ovviamente le note salienti erano quelle ossidative, il caffè e the, frutta sotto spirito, fichi essiccati e legno laccato, anche se in bocca si avvertiva una discreta morbidezza.
Brunello di Montalcino 1975 – Fattoria dei Barbi (Toscana)
Merlot Collio 1987 – Az. Castello di Spessa (Friuli Venezia Giulia)
Doctor Wine
La guida “Alla scoperta dei vini biodinamici e biologici 2022” è stata presentata in collaborazione tra Doctor Wine e Natura Sì, il leader della spesa sostenibile. La guida, scritta da Daniele Cernilli, presenta una selezione di cantine, aziende agricole, ristoranti e strutture ricettive che rispettano i criteri BIO in tutta Italia. Si tratta della prima guida di questo tipo, dedicata a riconoscere i vini prodotti secondo metodi virtuosi che rispettano l’equilibrio tra l’uomo e la terra. Alla presentazione, oltre allo stesso Cernilli, è intervenuto Fausto Jori, CEO di Ecor Natura Sì. Questa guida rappresenta un importante passo avanti nella valorizzazione e nella promozione di un’agricoltura sostenibile e di prodotti di alta qualità, ottenuti con tecniche rispettose dell’ambiente.
Sono stato invitato alla presentazione della Guida di Daniele Cernilli, “Alla scoperta dei vini biodinamici e biologici 2022” scritta in collaborazione tra la redazione di Doctor Wine e Natura Si.
Si tratta della prima guida realizzata quale riconoscimento ai vini ottenuti con metodi produttivi virtuosi che mantengono un equilibrio tra l’uomo e la terra.
Alla presentazione oltre a Daniele Cernilli è intervenuto Fausto Jori, CEO di Ecor Natura Sì.
LE DONNE DEL VINO
L’Associazione Nazionale delle Donne del Vino, la cui Delegata Nazionale è Donatella Cinelli Colombini, una donna straordinaria che ho avuto la fortuna di conoscere. Una donna per cui nessuna sfida è impossibile, è una persona vulcanica, piena di energia che ha dato un grandissimo contributo allo sviluppo del turismo enogastronomico italiano con iniziative che ha intrapreso in Toscana, diffondendole in tutto il territorio nazionale.
Donatella Cinelli Colombini è una produttrice di vino e imprenditrice italiana, nota per aver promosso il ruolo delle donne nella viticoltura e nella produzione di vino in Italia.
Nata in una famiglia di viticoltori nella zona del Brunello di Montalcino, in Toscana, Donatella Cinelli Colombini ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia negli anni ’90. Nel 1998 ha fondato la sua azienda vinicola, la Fattoria del Colle, che produce vini di alta qualità a Montalcino e a Orcia.
Oltre ad essere una produttrice di vino di successo, Donatella Cinelli Colombini ha anche svolto un ruolo importante nella promozione della viticoltura femminile in Italia. Nel 1993 ha fondato la prima associazione italiana di donne produttrici di vino, la Donne del Vino, che si occupa di promuovere la presenza delle donne nel mondo del vino e di sostenere la produzione di vino di qualità.
Donatella Cinelli Colombini è stata anche una delle prime donne a essere nominata presidente di un consorzio di tutela vitivinicolo in Italia, assumendo la guida del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino nel 2000.
La sua attività di produttrice di vino e imprenditrice ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio “Donna dell’anno” nel 2016, assegnato dalla rivista italiana “Meridiani”.
Donatella Cinelli Colombini continua a svolgere un ruolo importante nella promozione del vino italiano di qualità e nella valorizzazione del ruolo delle donne nella viticoltura e nella produzione di vino.
La Delegazione del Lazio, della Associazione Nazionale delle Donne del Vino, sta facendo un lavoro encomiabile grazie al alvoro di tutte le donne che ne fanno parte che esprimono al massimo quelli che sono i compiti di istituto della Associazione che ha lo scopo di promuovere la figura della donna nel mondo del vino, migliorare la visibilità delle donne nel settore vitivinicolo e sostenere la produzione di vini di alta qualità.
Donatella Cinelli Colombini…con Marina Perinelli…con Floriana RisugliaDonatella Cinelli Colombini con le Donne del Vino del Lazio , la Delegata del Lazio Manuela Zennaro e la Vice Delegata Floriana Risuglia ele Donne del vino del Lazio
IL LAZIO
Casale della Ioria
Casale della Ioria è una cantina storica della zona del Cesanese del Piglio. I vigneti e la cantina sono vicino Piglio nella zona di Acuto e la Famiglia Perinelli è tra le famiglie fondatrici del Cesanese.
I vini di Casale della Ioria Sono vini di grande struttura e pregio.
Nella foto sono con Marina Perinelli, la “Regina” delle Donne del vino del Lazio. E’ una persona per cui nutro un grande stima e affetto.
Lo stand Casale della Ioria Nel Padiglione Lazio
Terenzi
Altra cantina storica del Cesanese si trova in località La Forma nel Comune di Serrone, in provincia di Frosinone.
Pina e Armando sono i figli di Giovanni Terenzi, l’uomo che ha fatto veramente grande il vitigno Cesanese
Il vino Cesanese del Piglio DOC: la sfida di Giovanni per rilanciare l’agricoltura locale
Negli anni ’90, il settore agricolo, soprattutto quello vitivinicolo, era in forte crisi. Tuttavia, la testardaggine del Sig. Giovanni lo portò ad accettare una sfida: rilanciare il prodotto di punta della sua terra, il vino rosso Cesanese del Piglio DOCG.
Il primo passo fu il recupero dei vecchi vigneti della famiglia, appartenuti al nonno. In seguito, Giovanni selezionò il vitigno Cesanese d’affile, al fine di poterlo reimpiantare nei nuovi vigneti. Con l’aiuto di un amico agronomo e di un enologo, Giovanni coinvolse tutta la sua famiglia in questa “sfida”, con l’obiettivo di far conoscere il vino del Piglio in tutto il mondo, se necessario.
Grazie alla loro passione e dedizione, il vino Cesanese del Piglio DOC riprese vita. La sua qualità superiore rispetto ad altri vini locali non passò inosservata e presto attirò l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo.
Oggi, il vino Cesanese del Piglio DOC è un prodotto di grande prestigio, con un gusto unico e inconfondibile. La storia di Giovanni e della sua famiglia dimostra che anche in periodi di crisi, con il giusto impegno e la passione giusta, si possono raggiungere grandi traguardi.
Lo stand Terenzi
Cincinnato
Cincinnato è una grande realtà vitivinicola laziale. A Cori in provincia di latina, la culla del Bellone e del nero Buono. Qui le particolari condizioni pedoclimatiche favoriscono la crecita di vitigni autoctoni laziali. Un azienda cooperativa con più di 110 soci che sono coordinati dallo staff di Cincinnato che adotta protocolli rigorosi che gli consentono di avere una produzione di assoluta qualità. Rappresenta una delle eccellenze del Lazio con una gamma di vini che soddisfa qualsiasi abbinamento.
L’Avventura
Stefano Matturro e Gabriella Grassi hanno deciso di trasformare il loro sogno in realtà e creare “L’Avventura produttori di felicità”, acquistando 3,5 ettari di terra nella Ciociaria. La loro passione per il vino e le radici di Stefano nel Lazio li ha spinti ad esaltare il vitigno autoctono per eccellenza della regione, il Cesanese, e altre chicche locali come la Passerina IGT. Oltre ai vigneti a Piglio, hanno aggiunto nuovi terreni nei Comuni di La Forma e Gavignano nel 2016. Inoltre, un uliveto di circa 120 piante ha permesso la produzione di un olio extravergine di oliva di alta qualità. L’Avventura è un luogo in cui la passione, la cura e la dedizione sono al centro della produzione di vino e olio, per creare prodotti di altissima qualità. Sono felici di condividere la loro avventura con tutti i loro clienti, offrendo degustazioni, visite ai vigneti e alle cantine.
Alessia Consoli
La storia della casa Vinicola Consoli è la storia di una famiglia con una grande passione per il vino e una forte attenzione alle proprie radici. Fondata nel lontano 1920 da Sante Consoli, oggi rappresenta una presenza affermata e riconosciuta nel mondo enologico.
Quattro generazioni di tradizione vitivinicola sono alla base di un’azienda eclettica e dinamica, con un forte legame con il proprio territorio di origine, Olevano Romano. L’amore per la terra, la ricerca della bellezza e della genuinità, ma anche il senso del dovere e del sacrificio, necessari per garantire la massima qualità e un servizio efficiente, sono sempre stati valori fondamentali per la famiglia Consoli.
Oggi, grazie alla passione e all’esperienza trasmessa di generazione in generazione, lAlessia Consoli continua a produrre vini di alta qualità, che rappresentano un’autentica espressione del territorio laziale.
Molte linee di vini prodotte da Consoli e tutte di grande qualità e pregio. Nuova la linea ROMA che strizza l’occhio agli aquirenti di tutto il mondo.
VIGNAIOLI IN GROTTAFERRATA
Cantina Emanuele Ranchella, Villa Cavalletti, Agricoltura Capodarco, La Torretta e Gabriele Magno.
Vignaioli in Grottaferrata: una passione per il territorio e la cultura enologica
L’associazione “Vignaioli in Grottaferrata” è il risultato della forte unione di sei vignaioli e produttori legati dalla passione per il territorio di Grottaferrata e per l’enologia. Il loro obiettivo è quello di promuovere la conoscenza dei vini del territorio, considerati un elemento essenziale alla proposta turistica italiana.
Grottaferrata è un territorio speciale, baciato dal sole e dall’aria pura, ma soprattutto ricco di una terra feconda e generosa che offre gli elementi essenziali e preziosi per produrre vini di pregio dalle diverse sfumature. I vini prodotti dai Vignaioli in Grottaferrata sono caratterizzati da profumi, sentori e caratteri sorprendenti e vari.
Ma l’associazione non si ferma solo alla promozione dell’enologia del territorio. Si prefigge anche obiettivi primari come la promozione di iniziative inerenti all’economia circolare, la valorizzazione della sostenibilità in agricoltura e il sostegno del settore vitivinicolo nella delicata gestione dei cambiamenti climatici.
Inoltre, l’associazione si impegna anche in attività con finalità di solidarietà sociale, di beneficenza e nel settore culturale.
Il loro impegno non è solo per produrre vini di qualità, ma anche per valorizzare e preservare il territorio di Grottaferrata e la cultura enologica italiana. Se sei un appassionato di vino e vuoi scoprire i sapori autentici del territorio, non puoi perderti i vini dei Vignaioli in Grottaferrata.
Barbara Tamburini, la donna dietro i grandi vini.
La vita è fatta di incontri, alcuni casuali, altri voluti. E da una conoscenza casuale su instagram, si è trasformata in un incontro fortemente voluto in cui ho conosciuto Barbara Tamburini, una enologa di grande successo che ha saputo conquistarmi con il suo sorriso e la sua simpatia. Ma Barbara è molto di più di una donna solare, è una professionista eccezionale che ha dedicato la sua vita al mondo del vino.
Ho avuto modo di incontrarla al Vinitaly, dove mi ha accolto con grande gentilezza e mi ha raccontato la sua vita enologica. Ma c’è un particolare che ha catturato la mia attenzione, il logo dell’Aeronautica Militare che campeggiava su ogni capo di abbigliamento da lei indossato. E così ho deciso di approfondire la sua storia.
Barbara, infatti, è la quinta donna ad aver volato su un MB-339 PAN, il velivolo delle Frecce Tricolori. Quando lo racconta ancora le brillano gli occhi. Il resto lo scoprirete nell’articolo che sto per pubblicare su di lei.
Oggi Barbara è una delle enologhe più apprezzate d’Italia, con numerosi premi e riconoscimenti alle spalle. Ma la sua vera forza sta nella sua determinazione e nella sua voglia di imparare sempre di più. Ha studiato in diverse scuole enologiche, in Italia e all’estero, e ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi del vino.
Ma la cosa che colpisce di più di Barbara è la sua umanità. Ha sempre un sorriso per tutti, è disponibile e pronta a confrontarsi con chiunque con grande umiltà e rispetto per il prossimo. E questa è la sua vera ricchezza, quella che le permette di fare grandi vini e di essere amata da chiunque la incontri.
Ho avuto modo di degustare i vini della Cantina Gualdo del Re, dove Barbara lavora come enologa, e posso dire che sono veramente eccezionali. Ogni bottiglia racconta una storia, quella di una donna che ha saputo trasformare la sua passione in un lavoro di successo.
In un mondo in cui sembra che tutto sia fatto solo di apparenze, incontrare una persona come Barbara è una vera boccata d’aria fresca. Una donna autentica, che vive per la sua passione e per il suo lavoro, e che sa trasmettere la sua energia a chiunque la incontri. E io sono felice di averla incontrata, di averla conosciuta e di averla potuta raccontare ai miei lettori.
Barbara TamburiniIl logo Gualdo del ReEliseo – Pinot BiancoShiny – AleaticoCabraia – Rosso Toscano IGTI’Rennero – Merlot Suvereto DOCGAmansio – Aleatico Passito
In conclusione, Vinitaly 2022 è stato un evento memorabile che ha offerto ai visitatori un’occasione unica per scoprire e conoscere il mondo del vino italiano. La manifestazione ha riunito produttori di vino di tutto il mondo e ha fornito una piattaforma di dialogo e di scambio di idee e conoscenze sul futuro del settore. Inoltre, ha offerto un’esperienza indimenticabile per i visitatori, che hanno avuto l’opportunità di degustare e acquistare alcuni dei vini più rinomati e premiati d’Italia. Un altro importante aspetto di Vinitaly 2022 è stato l’enfasi sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale. La manifestazione ha promosso pratiche enologiche sostenibili e responsabili, sottolineando l’importanza di preservare le tradizioni enologiche italiane per le future generazioni. Infine, Vinitaly 2022 ha rappresentato un momento di rinascita per il settore del vino italiano, che ha sofferto a causa della pandemia. La manifestazione ha dimostrato che il settore è forte e resiliente, e che gli appassionati e i professionisti del vino sono pronti a celebrare e a condividere la bellezza e la diversità del mondo del vino italiano. In sintesi, Vinitaly 2022 è stato un evento straordinario che ha offerto un’occasione unica per esplorare e celebrare il mondo del vino italiano. Siamo già emozionati all’idea di vedere cosa ci riserva il prossimo Vinitaly.
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