San Felice: Quando la Tradizione Toscana Incontra l’Eccellenza Gastronomica Romana

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Una giornata che ha celebrato l’incontro tra due eccellenze italiane, San Felice ha presentato la sua rinnovata collezione di vini presso il rinomato ristorante stellato Pipero di Roma. L’evento, organizzato da Antonella Imborgia Direttore Marketing e Axelle Brown Videau Responsabile Comunicazione, ha segnato un momento significativo nella storia dell’azienda toscana, che ha scelto uno dei templi della gastronomia capitolina per svelare al pubblico la nuova veste grafica delle sue prestigiose etichette.

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La collaborazione con la celebre “Winedesigner” Federica Cecchi ha dato vita a un progetto artistico che va ben oltre la semplice estetica: ogni etichetta è stata concepita come un racconto visivo che narra l’impegno di San Felice verso la biodiversità e il suo profondo legame con il territorio toscano. Un dialogo silenzioso ma eloquente tra il vino e il consumatore, che trasforma ogni bottiglia in un capitolo di una storia millenaria.

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Il ristorante Pipero, sotto la guida del carismatico Alessandro Pipero e dello chef Ciro Scamardella, ha offerto la cornice perfetta per questo evento. Il locale, insignito della stella Michelin, rappresenta infatti quella stessa fusione tra tradizione e innovazione che caratterizza la filosofia di San Felice. La celebre carbonara di Pipero, reinterpretata in chiave contemporanea, ha dimostrato come l’eredità culinaria italiana possa evolversi senza perdere la sua autenticità, proprio come i vini di San Felice.

L’ecosistema San Felice si presenta come un mosaico di eccellenze che si completano a vicenda. Il Borgo San Felice, premiato con una stella rossa e una stella verde Michelin, non è solo un Luxury Resort, ma un vero e proprio santuario del lifestyle toscano. Le tenute, strategicamente posizionate nelle tre denominazioni più prestigiose della regione – Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri – formano un trittico di territori che rappresentano il meglio della tradizione vitivinicola toscana. Carlo De Biasi, Direttore di San Felice, ha sottolineato la filosofia di San Felice, una realtà che racconta il territorio toscano attraverso i suoi vini che sono la vera essenza dei luoghi da cui provengono.

Il fiore all’occhiello della presentazione è stata la linea Vitiarium, frutto di oltre vent’anni di ricerca e sperimentazione nel campo dei vitigni autoctoni, grazie alla sapiente esperienza dell’enologo Leonardo Bellaccini. Quattro vini che raccontano altrettante sfaccettature dell’anima di San Felice: Il Borgo Chianti Classico DOCG, che porta in etichetta una mappa storica del borgo vista dall’alto, La Pieve Chianti Classico DOCG Gran Selezione, impreziosito dal decoro dell’antica Pieve del 714, il Pugnitello Toscana IGT, emblema dell’innovazione e della ricerca, e l’In Avane Chardonnay Toscana IGT, unico bianco della collezione, il cui nome richiama le antiche origini etrusche del territorio.

La scelta di presentare queste nuove etichette da Pipero non è stata casuale. L’approccio di Alessandro Pipero alla ristorazione, noto per la sua capacità di combinare professionalità e convivialità, rispecchia perfettamente la filosofia di San Felice: eccellenza senza ostentazione, tradizione che sa rinnovarsi, attenzione maniacale ai dettagli che non dimentica mai il piacere dell’ospitalità.

Il pranzo ha rappresentato anche un’occasione per ribadire l’impegno di San Felice nella tutela della biodiversità. L’azienda non si limita infatti alla produzione vinicola, ma gestisce un vero e proprio ecosistema dove convivono uliveti, orti, colture e foreste. Un approccio olistico che trova la sua massima espressione nel progetto Vitiarium, vero e proprio laboratorio a cielo aperto per la conservazione e lo studio dei vitigni autoctoni toscani.

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(da sinistra) Antonella Imborgia, Lorenzo Bellaccini, Federica Cecchi, Carlo De Biasi

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