Barbara Tamburini, “la donna dietro i grandi vini”

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La vita è fatta di incontri, alcuni casuali, altri voluti. E da una conoscenza casuale su Instagram, si è trasformata in un incontro fortemente voluto in cui ho conosciuto Barbara Tamburini, una delle enologhe italiane più apprezzate nel mondo del vino. Ma la sua storia non si ferma qui: Barbara è la quarta donna ad aver volato su un MB-339 PAN, il velivolo delle Frecce Tricolori.

Ma andiamo con ordine. La sua passione per il vino è iniziata all’Università di Pisa, dove ha sostenuto una tesi sperimentale che la porta a fare 4 vendemmie a partire dal 1996 per tre anni a Carmignano(PO), e il quarto anno a Suvereto (LI) a Gualdo del Re, Azienda in cui poi ha iniziato la sua attività professionale. L’idea di Barbara era quella di crescere professionalmente ed arrivare ad avere più aziende da seguire ma dare sempre il meglio ad ogni singola azienda e soltanto una esperienza allargata le ha permesso di avere un aggiornamento continuo e costante. Questa è stata la forza che l’ha portata a seguire altre realtà vitivinicole dapprima in Toscana, poi fuori dalla sua regione di appartenenza. Attualmente segue 15 aziende selezionate per qualità e serietà con le quali ha un bellissimo rapporto di collaborazione, di cui la maggior parte situate in Toscana, poi una piccola ma bellissima azienda in Liguria che si chiama Cà du Ferrà, L’Azienda Triacca in Valtellina e dulcis in fundo il Duca di Salaparuta in Sicilia che produce tra le sue icone, il Duca Enrico e La Bianca di Valguarnera e la Linea Suolo che è la linea immediatamente sotto le Icone ma sempre di altissimo profilo qualitativo, rappresentate da un Sauvignon Blanc e un Zibibbo. Ha debuttato al Vinitaly 2022 Etna DOC Lavico Bianco con uve Carricante e Lavico Rosso con uve Nerello Mascalese.

Queste solo alcune delle collaborazioni grazie alle quali Barbara ha conseguito tantissimi premi in Italia e all’estero guadagnandosi il titolo di Ambasciatrice del vino italiano nel mondo, è membro della Commissione di Appello di Roma, fa parte della Giuria del Concours Mondial de Bruxelles, è Giudice di 5Star Wines, oltre che Docente AIS e FISAR.

Ma nonostante tutti questi successi, la sua vera passione non si esaurisce nel mondo del vino. Infatti, il logo dell’Aeronautica Militare campeggia su ogni capo di abbigliamento da lei indossato. È stata la sua passione per l’aviazione e per le Frecce Tricolori a spingerla a volare su uno dei loro velivoli, diventando così la quarta donna donna ad averlo fatto.

Quando lo racconta ancora le brillano gli occhi. Grazie a uno dei suoi capolavori, i suoi vini vengono scelti per la cena di gala di un giuramento accademico della Marina Militare a Livorno, durante il quale, per dare la giusta cornice istituzionale all’evento, ci fù il passaggio delle Frecce Tricolori. In occasione di questa cena di gala, Barbara viene presentata al Comandante della Pattuglia Acrobatica a cui manifesta il desiderio di volare sull’aereo che porta il tricolore nel mondo. Con un sorriso sarcastico l’Ufficiale le dice che è praticamente impossibile. Forse l’Ufficiale non si rendeva ancora conto che di fronte a se aveva una delle donne più caparbie e piena di forza di volontà in assoluto. Lei prende quel sorriso come una sfida personale e decide di scrivere allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare inviando il suo curriculum con tutti i premi e riconoscimenti, ottenuti in Italia e all’estero chiedendo formalmente di poter volare sulle Frecce Tricolori. Il Capo di Stato Maggiore percepisce che la persona che scrive è una donna dalle qualità encomiabili e decide di affidare il caso a una apposita commissione che esamina i documenti prendendo in considerazione la richiesta. Lo Stato Maggiore contatta Barbara comunicandole che potrà volare soltanto in seguito alla idoneità fisica rilasciata dal Istituto Medico Legale dell’Aeronautica Militare. Il 29 ottobre 2004 Barbara, dopo un briefing con i piloti della Pattuglia Acrobatica, ha l’onore di volare con il Comandante sul velivolo PONY 1 per 50 minuti. Il suo sogno finalmente è stato realizzato.

dal sito barbaratamburini.it

Oggi Barbara è una delle enologhe più apprezzate d’Italia, con numerosi premi e riconoscimenti alle spalle. Ma la sua vera forza sta nella sua determinazione e nella sua voglia di imparare sempre di più. Ha studiato in diverse scuole enologiche, in Italia e all’estero, e ha lavorato con alcuni dei più grandi nomi del vino, tra cui Vittorio Fiore, enologo  di lunga esperienza e di fama internazionale, da lei considerato il suo Maestro.

Ma la cosa che colpisce di più di Barbara è la sua umanità. Ha sempre un sorriso per tutti, è disponibile e pronta a confrontarsi con chiunque con grande umiltà e rispetto per il prossimo. E questa è la sua vera ricchezza, quella che le permette di fare grandi vini e di essere amata da chiunque la incontri.

Barbara mi ha invitato a degustare i vini della Cantina Gualdo del Re, dove Barbara lavora come enologa.

  • Eliseo Costa di Toscana IGT Pinot Bianco 2021
  • Shiny Costa di Toscana IGT Aleatico Rosato 2021
  • Cabraia Rosso Toscano IGT Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon 2017
  • Senzansia Toscana Rosso IGT Pinot Nero 2016
  • I’Rennero Merlot Suvereto DOCG 2015
  • Amansio Aleatico Passito Costa Toscana IGT

Posso affermare che i campioni che ho provato che sono vini di una qualità eccellente, eleganti, caratterizzati da finezza, freschezza e mineralità.
Ogni bottiglia racconta una storia, quella di una donna che ha saputo trasformare la sua passione in un lavoro di successo, valorizzando al tempo stesso d’entità parietale e territoriale, creando vini iconici e unici nel loro genere.

Guado del Re è un’interessante realtà toscana, che produce ottimi vini nella pregiata zona di Suvereto.
La storia della cantina comincia negli anni ’70, quando Nico Rossi decide di iniziare a occuparsi del podere di famiglia.
Nel corso degli anni ’80, escono sul mercato le prime bottiglie di Gualdo del Re.
Il successo è immediato e sprona la cantina a continuare il suo percorso nel segno della ricerca dell’eccellenza fino ad arrivare agli anni 2000 in cui grazie a Barbara Tamburini raggiunge il vero successo.
Il marchio Gualdo al Re comincia a essere sempre più appezzato dagli appassionati, e Nico lascia il lavoro in fabbrica per dedicare tutto il suo tempo alla vigna.
Oggi la cantina produce circa 100.000 bottiglie l’anno e si è affermata tra le aziende leader del territorio.
La tenuta ha un’estensione di 45 ettari, con vigneti situati in zona collinare, a un’altitudine di circa 100 metri sul livello del mare.

In un mondo in cui sembra che tutto sia fatto solo di apparenze, incontrare una persona come Barbara è una vera boccata d’aria fresca. Una donna autentica, che vive per la sua passione e per il suo lavoro, e che sa trasmettere la sua energia a chiunque la incontri. E io sono felice di averla conosciuta e di aver potuto scrivere di lei ai miei lettori.

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