CHI SONO QUESTI INFLUENCER?
Prendo spunto dal commento del giornalista Franco Ziliani a un mio post di Instagram.
Mi sento onorato che un giornalista dello stampo di Franco Ziliani mi abbia scritto, mi considero un privilegiato. Ziliani, vedendo una mia immagine in cui promuovo la mia nuova rubrica, “La bottiglia della Settimana”, mi scrive: cosa non s’inventano questi cosiddetti “wine influencer”..mah.. .
Dal punto di vista di chi ha fatto della comunicazione sul vino, una professione seria, questo commento è più che appropriato.
Effettivamente…chi sono questi wine-blogger/influencer?
Per esperienza personale posso parlare di quello che vedo quotidianamente sul web, vi assicuro se ne vedono veramente di tutto e di più!
Ritornando al Sig. Ziliani, ultimamente reduce da una diatriba che lo ha visto protagonista di diversi scambi di opinioni con una influencer con la quale, diciamolo, non è stato per nulla elegante, ciò ha scatenato le ire del popolo femminile accusandolo di cyber bullismo e altre accuse varie. Sono situazioni spiacevoli e vorrei non entrare nel merito perché si rischia di camminare su un terreno minato, dove qualsiasi cosa si dice, può essere travisata. Sicuramente una persona con una lunga carriera professionale poteva risparmiarsi certi commenti.
Torniamo a questi “cosiddetti” wine influencer. E’ talmente vasto questo settore che in gran parte è composto sia da semplici appassionati, che postano una foto con la bottiglia e il bicchiere accanto o a volte neanche quello. Ci sono poi alcuni che si fanno il selfie con la bottiglia, e qui si apre un mondo!
Se si tratta di un lui, solitamente è il classico “figo” che mostra il fisico, o in luoghi esclusivi. Se si tratta di una lei, ovviamente molto bella, è fotografata mostrando le sue prosperità accanto alla bottiglia, dove spesso non si capisce se il soggetto da osservare è la bottiglia o la donna, tanto è bella. De gustibus not est disputandum…ma chi è il soggetto da guardare e ammirare?
Le descrizioni dei vini, in genere sono approssimative oppure sono copiate e incollate dai siti delle aziende produttrici o da altri siti. Nonostante ciò, questi “fighi”, sia maschietti che femminucce, attirano a sé molti (veramente molti) followers.
Poi ci sono un sacco di ragazzi e ragazze che hanno iniziato un percorso da Sommelier e ai quali piace mostrare i vini che provano, dando un contributo personale, frutto dei loro studi. In questo caso parliamo di persone che hanno una competenza. Anche enologi ed enologhe si possono trovare sui social, tutto ciò a dimostrazione che gli influencer non sono solo persone con poca conoscenza di enologia non sono tutti uguali ma c’è una moltitudine di figure, più o meno competenti.
Di questa moltitudine appunto c’è chi fa semplicemente una foto, chi fa anche una storia con effetti ammiccanti di vario genere o chi invece scrive anche articoli, come il sottoscritto.
C’è chi come me che ama andare nelle aziende e vedere di persona il metodo di produzione di quel vino specifico. Camminare tra le vigne, parlare con il produttore della sua storia, del suo territorio e dei suoi vigneti. Studiare e aggiornarsi continuamente, dotarsi di attrezzature costose per fare i servizi e tutto ciò che serve per parlare in modo dettagliato di tutto il lavoro che c’è dietro una bottiglia di vino. Partecipare agli eventi e quasi sempre, qualsiasi cosa si faccia, vi assicuro che la spesa non è indifferente.
A me sinceramente non piace criticare nessuno perché il web e i social sono una dimensione su cui ognuno si può esprimere come vuole, l’importante è farlo sempre rispettando le persone. Se una donna è bella e vuole far vedere le sue bellezze per attirare più followers, fa bene a farlo e nessuno dovrebbe criticarla perché la libertà di espressione è sacrosanta e, sempre nel limite del rispetto altrui, si può esercitare in qualsiasi modo.
A questo punto entrano in gioco anche le aziende, che a causa dell’emergenza virale COVID-19, hanno visto diminuire drasticamente il consumo di vino da parte del settore alberghiero e della ristorazione, vedendo al contempo aumentare il consumo individuale. Questo fenomeno ha favorito l’aumento a livelli esponenziali di persone che postano foto con le bottiglie di vino.
Le aziende che producono vino dovrebbero saper discernere tra chi è un blogger serio e chi meno, e se è il caso di mettere il Loro Marchio, il Loro Nome a disposizione di chi fa post solo per avere tanti followers oppure no, anche se molto spesso, tanti followers non è sempre sinonimo di competenza e professionalità. Quello che fa la differenza nella comunicazione sono i contenuti. Le aziende devono avere la capacità di riconoscere chi ha alle spalle un cammino che lo ha portato a fare di questa passione un discorso serio per la promozione del vino di qualità.
Per tornare a Ziliani quindi ritengo che non si può parlare genericamente di wine influencers additando tutti come accalappiatori di likes.
Dal mio punto di vista, come sopra detto, ho fatto del vino una passione che è iniziata nel 2009 quando ho deciso di fare il corso di sommelier, senza però dare seguito alla professione poiché già lavoravo in un altro settore. In questi anni, in occasione dei miei viaggi, sia di piacere sia di lavoro, ho sempre abbinato le mie destinazioni alle cantine, andando a toccare con mano il lavoro dei vignaioli. Questa passione si è tramutata nel desiderio di trasmettere al mondo dei social, le esperienze che faccio in cantina. Quindi, nonostante mi trovi in disaccordo con le sue idee, ringrazio il Dott. Ziliani per avermi dato lo spunto per poter parlare di questa attività che è molto poliedrica e che deve essere presa per quello che è. Il mondo cambia e con esso cambiano i modi di comunicare. Sta a noi essere in grado di saperci adeguare al cambiamento, purchè esso sia positivo.
Chiara Giannotti
Forse dirò un’eresia, ma si può definire la Chiara Ferragni del Vino.
Ormai un punto di riferimento della comunicazione del vino a livello nazionale.
Quando ho avuto il piacere di incontrarla sono rimasto di stucco, non mi sembrava vero!
E’ una grande professionista e forse ci sono poche persone come lei che possono definirsi comunicatori del vino.
E poi devo essere sincero, le donne hanno sempre una marcia in più, sanno vedere lontano e la loro grazia e gentilezza, se uniti alla competenza, non hanno rivali.
Mi spiace per i signori giornalisti che sparlano a sproposito sul fare bene delle donne…arrendetevi!